L'avvelenatrice di Montaldo Scarampi

L'avvelenatrice di Montaldo Scarampi LUNEDI' ALLE ASSISE DI ASTI L'avvelenatrice di Montaldo Scarampi Asti, 9 luglio. La nostra Corte d'Assise inizìerà lunedì il dibattimento a carico della casalinga Maggiorina Passarino fu Giuseppe, di 58 anni, che ebbe già un momento di larga e trista notorietà, in tutto l'Astigiano, conosciuta, nella zona, come l'avvelenatrice di Montaldo Scarampi. La Passarino era stata arrestata, com'è noto, il maggio dello scorso anno, sotto l'imputazione di avere avvelenato l'amante con cui conviveva da oltre un anno, Cesare Bade"» fu Battista, di 64 anni, propinandogli arsenico, versato, nella quantità di un cucchiaino da caffè, in un bicchiere contenente acqua effervescente La morte del Badella era stata pressoché istantanea. Fin dai primi interrogatori la donna si riconosceva responsabile. Dichiarava, infatti, che aveva agito in questo modo in quanto il Badella molestava, da tempo, la figliola Bita Passarino, di 14 anni, la quale, più volte, era stata invitata dall'uomo, con lusinghe e promesse, a concedergli i favor:. Il giorno" del suo avvelenamento, il Badella aveva cercato, ancora una. vòlta, di adescare la fanciulla, dall'aspetto particolarmente avvenente, facendosi tro- varo,' in vesti molto succinte, sul Iett0 ove si trovava da qualche giorno, accusando disturbi. La ra gazza fuggiva epaventata, e la Passarino, indignata dal contegno dell'amante, che voleva attentare all'onore della Rita, decideva di vendicarsi, nella maniera nota. Nell'interrogatorio aggiungeva, però, che l'effetto del veleno era andato oltre la sua Intenzione; che essa intendeva solamente fare in modo che il Badella si aggravasse un po' di più. In un secondo tempo, però, la Passarino ritrattava la prima deposizione e dichiarava che la morte del Badella era stata provocata, con ogni probabilità, dall'ingestione di una troppo abbondante porzione di una gallina morta avvelenata dallo stesso Badella. La gallina, cauea del decesso, sarebbe appartenuta a: vicini di casa, i quali, però, hanno, concordemente, dichiarato che nessuno dei pennuti di loro proprietà è mancato dai pollai in quei giorni. Intanto, mentre venivano esperite le prime indagini da parte dei carabinieri, prendeva consistenza la voce, in breve fatta pubblica, che voleva la Passarino responsabile anche della morte dei tre precedenti mariti, Giovanni Cissello, Secondo Passarino e Pietro Rissone, deceduti, rispettivamente, nel '928, '927 e '944. La morte del Cissello, avvenuta per mal di fegato, pareva fosse stata accelerata con veleno dalla moglie, e cosi pure quella del Passarino, il quale, pochi giorni prima, aveva riscosso una. discreta sommetta, a conclusione di un contratto. Il Rissone era morto per sfondamento della volta cranica, che si era prodotto in - seguito ad ima, caduta dalle scale di casa, la notte di Natale del '44. Anche in questo caso, la Passarino sarebbe stata lei la causa della caduta del Rissone. per vendicarsi delle aspre parole da queste rivoltele in un diverbio sostenuto poco primi. Durante un drammatico interrogatorio la Passarino rigettava le accuse di questi tre omicidi, e, in istruttoria, finiva di essere prosciolta da questi tre gravi capi di aecusa. Essa deve, quindi, rispondere del solo omicidio del maturo amante. Il suo difensore, avv. Bosi, ci Asti, avanzerà l'ipotesi della semiinfermità mentale dell' imputata, forte di una dichiarazione medica in cui si certifica essere l'impupata affetta, da ipertrofia alla tiroide. In sede istruttoria, però, il giudice aveva già respinto una domanda di esame psichiatrico della Passarino, ritenendola perfettamente normale. L'attesa per il processo è vivissima.

Luoghi citati: Asti, Montaldo Scarampi