Ergastolo per Kappler e assoluzione per gli altri

Ergastolo per Kappler e assoluzione per gli altri LE RICHIESTE DEL PUBBLICO MINISTERO Ergastolo per Kappler e assoluzione per gli altri Roma, 8 luglio. La condanna all'ergastolo, per Herbert Kappler « V assoluzione per i cinque altri imputati: maggiore Durante Domizlaff, capitano Hans Clemens, marescialli Johannes Quapp e Kurt Schutze, sergente maggiore Karl Wiedner; queste le richieste avanzate dal P. M. al termine della sua requiBitoria. L'ergastolo — ha spiegato il colonn. Veutro — perchè nella azione del Kappler sono stati ravvisati gli estremi previsti dall'art. 185 del C.P.M. di guerra, in base al quale viene punito con le pene previste dal codice comune il militare che, senza necessità o. comunque aenz/a giustificato motivo, per cause non estranee alla guerra, usa violenza dalla quile derivi la morte contro privi.ti nemici che non prendano parte a operazioni militari; a tutto questo è necessario aggiungere la pena di 15 anni di reclusione aesorbita, d'altra parte, da quella dell'ergastolo per la estorsione di 50 chili d'oro agli ebrei; l'aSBoluzione per gli altri imputati à prevista, invece, dall'applicazione dell'art. 54 del C. P. comune, in base al quale non è punibile colui che commette fatti per esservi etato costretto dalla necessità di salvare sé o altri da un pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato nè in altro modo evitabile. Quattro ore ha parlato il colonnello Veutro riassumendo, nelle prime óue, i fatti che sono stati oggetto del processo e discutendo, nelle altre due. 1 termini della questione' sotto il loro profilo giuridico. E Kappler ha sentito che le parole che lo riguardavano più da vicino non erano dettate da una prevenzione o da un odio settario, ma da una conclusione logica che andava più in fondo delle più forti invettive. «Il nostro còm. pito infatti — ha tenuto a spiegare subito il P. M. — non è di vendetta, ma ci giustizia che, d'altronde, qui non esistono parti lese che abbiano un colore o una nazionalità. Chi è stato offeso dal delitto, dj cui debbono rispondere gli attuali imputati, non è l'Italia nè un altro paese in particolare, ma l'umanità intera e io non so quanti siano quei soldati, sia pure tedeschi, che oggi si sentano vicini a Kappler. Un soldato, infatti, colpisce al petto t non alla nuca ; un soldato non fa morire dei minorenni come ha fatto Kappler». « L'eccidio alle cave Ardeatine — ha proseguito il P. M. — giuridicamente può essere ritenuto una rappresaglia? No, perchè essa non può, anche se ammessa nel diritto bellico, superare i limiti stabiliti dalle normali leggi della umanità, non può esercitarsi che fra belligeranti e non nei confronti ci persone del tutto estranee alla guerra. Non è possibile, infatti, seguire Kappler nel suo farneticante razzismo, che gli ha fatto considerare nemici gii ebrei, colpevoli solo di essere tali. Non è possibile, neanche, considerare che vi fosse uno stato di necessità, per. che la violenza commessa alle cavo Ardeatine non potesse essere evitata. Infatti — ha obiettato il P. M. — i tedeschi ebhero in mano la situazione di Roma fino al 3 giugno e non correvano alcun pericolo immediato, per cui non potessero fare a meno di ricorrere ad altri Bistemi, dopo l'attentato di via Raspila, che fucilando 335 persone. Quindi nulla legittima il massacro; anzi, nella sua preparazione e nella sua esecuzione, si è notata una diligenza in Kappler veramente terrificante. « In una diversa posizione da quella di Kappler — ha spiegato il P. M. — si trovano gli altri imputati. La loro responsabilità è simile a quella che può avere avuto il mitra con cui sono stati uccisi i 335 alle cave. Per loro, quindi, l'assoluzione ». Non un commento non una voce ha fatto eco nell aula alle parole del rappresentante dell'accusa. Kappler ha chinato, per un attimo, la testa, sempre freddo, sempre più chiuso in se atesso.

Luoghi citati: Italia, Roma