Un'opposizione costituzionale nascerà dal travaglio dei socialisti?

Un'opposizione costituzionale nascerà dal travaglio dei socialisti? Un'opposizione costituzionale nascerà dal travaglio dei socialisti? / lavori della direzione del P. S. I. - Verso la condanna della tattica frontista - Quattro condizioni per la fusione con il P.S.L.I. Roma, 8 luglio. Oltre al nome di un nuovo segretario, i tre giorni di lavoro della direzione del partito socialista ci portano l'annuncio dell'avvenuta redazione di un importante documento il cui testo non sarà dato alla stampa se non dopo che sia giunto al suol primi e naturali destinatari, che sono i dirigenti del Comisco. E' stato elaborato da Vittorio Foà e leggendolo vi troveremo probabilmente il segreto delle speranze, dei desideri e dei propositi dei socialisti reduci da Genova: ma già nel testo di un più breve comunicato apparso oggi sull'Avantil c'è tanto da soddisfare le prime curiosità, legittime, che l'attesa di questi giorni ha largamente alimentato. La politica di Alberto Jacometti, che è considerato l'Amleto del socialismo come Fertini ne è 11 Baiardo, vi è difatti già prefigurata con una certa chiarezza di orientamenti: primo, bussare alle porte del Comisco per una revisione della condanna condizionale subita a Vienna; secondo, riesaminare in modo approfondito le relazioni col partito comunista e il problema del fronte; terzo, affrontare il problema dell'unificazione socialista. Sul primo punto non si potrà dir nulla fin tanto che la lettera al Comisco non sarà resa nota; per interpretare il secondo ci può aiutare la lettura di un articolo di Giancarlo Pajetta pubblicato stamane dall'Unità: Pajetta dice sostanzialmente che stare a metà strada fra comunisti e saragatlani non è possibile e che pertanto la sola via da battere è quella comunista. Non è detto in parole tanto esplicite, ma il senso che Pajetta dà alla espressione preferita e ripetuta di «politica unitaria» è appunto quello di « politica comunista ». Il P.C.I. non ha alcuna intenzione di rinnegaréMl fronte, mentre la nuova direzione del partito socialista lo mette almeno in discussione. Se non proprio una sfida, è certo una velleità di ribellarsi all'imperialismo del partito maggiore. Il discorso di Togliatti La settimana prossima si riu nirà la giunta d'intesa ed i risultati dei lavori saranno di un enorme interesse: i comunisti vi si recheranno dopo avere preso i contatti con la base — le riunioni di cellula, in questi giorni, si susseguono — e avranno gioco facile ad affer- mare con candore che nulla da parte loro si è mutato nei riguardi del fronte. Questo infatti è, in due parole, il discorso che Togliatti sta ripetendo ai militanti: «Nessun contrordine, compagni. La politica del fronte continua, perchè in Italia siamo ancora in una fase di transizioni è transazioni, in presenza, come siamo, della società capitalistiéa^TitOrha Sbagliato, perchè Tito, che aveva avuto la fortuna di superare la prima fase, si è arrestato alle soglie della seconda, che doveva essere l'edificazione della società socialista: Per noi, niente di nuovo Sempre avanti, compagni, per arrivare con tutto il fronte alla seconda fase ». Questo diranno i comunisti anche alla giunta d'intesa, ma i socialisti, fin da oggi, hanno mostrato di attribuire preminente interesse al problema della riunificazione socialista: escludono la possibilità di accordi da concludere al vertice, escludono che sia realizzabile una costituente socialista e pongono quattro condizioni: lotta di classe, nessuna adesione a blocchi politico-militari, ripudio dell'alleanza sindacale, ripudio dell'asservimento alla democrazia cristiana. Delle quattro condizioni, le prime due sono formulazioni generiche; la terza trova già da tempo echi di consensi nello stesso P.S.L.I. (si ricordino le dimissioni di Pietra, Matteotti e Vassalli); la quarta è certamente la più importante e non può concretarsi che con l'uscita dei socialisti dal governo. Già più volte il consiglio nazionale del P.S.L.I., e ancora ieri lo stesso Saragat, si sono chiaramente pronunciati sul tema: nessuna pregiudiziale di collaborazione governativa. Slamo pronti ad uscire dal governo quando che sia, se questo può giovare alla causa della unificazione socialista. E potremmo giovare anche al costume parlamentare : la _ mancanza di un'opposizione 'costituzionale è stata lamentata fin dai primi giorni dell'attuale legislatura, ed ogni giorno che passa vengono ad aggiungersi nuovi motivi dJ- rimpianto per la mancanza di quella dialettica di ragionati contrasti che è lo stimolo vitale di ogni regime democratico. Due intransigenze L'atteggiamento della minoranza frontista deriva da una intransigenza dogmatica che è in tutto simile a quello della maggioranza democristiana: « Anche per essa — scrive stasera Calamandrei — gli avversari sono a modo loro dannati ed eretici, cioè venduti, americani e socialtraditori. In questo fronteggiarsi di due intransigenze religiose, sembra quanto mai problematico che ci sia da attendersi un funzionamento corrispondente alla fisionomia del sistema parlamentare». E infatti ieri la proposta di un'inchiesta sulla scuola privata è stata sepolta da un affrettato voto del maggiore gruppo parlamentare contro la opposizione di tutti gli altri gruppi, dal comunista al M.S.I., dai repubblicani ai monarchici, con l'astensione, ahimè, dei liberali. E stamane, parlandosi di anticipi da dare ai pensionati, tattica uguale, uguale precipitoso provvedimento. «I pensionati non vi fanno paura, non si mettono in sciopero, non vi ricattano con la C.G.I.L. ». si è gridato ad un certo punto dalla destra verso i democristiani. Ed i democristiani ad insolentire: «Andate a sedervi tra i comunisti». Sono esplosioni di insofferenza momentanee, che non è il caso di drammatizzare, ma c'è, nel fondo, un più serio problema che in- iiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii teressa le sorti del Parlamento e l'avvenire della stessa democrazia, e si risolve solo con la nascita e il funzionamento di una valida opposizione costituzionale. Se un riunlflcato partito socialista può venire a colmare questo vuoto pericoloso, ben venga, e al più presto, la sua ricostruzione. . m T-,g,

Luoghi citati: Genova, Italia, Roma, Vienna