Uomo avvisato di Pasquale Jannaccone

Uomo avvisato Uomo avvisato La bolla con la quale 11 Comitato centrale del partito comunista russo ed il Cominf orm hanno « scomunicato » il governo ed il partito comunista jugoslavo è un documento chiaro e chiarificatore, ma forse non chiaroveggente. Se del manifesto del 1848 potè dirsi che aveva preso ispirazione e tono dalle accese visioni dei profeti d'Israele, tanto enfatico e drammatico vi è il vaticinio della catastrofe della società borghese, di ?uesta « risoluzione » del 048 può dirsi che ha lo stile e il nerbo dei rigi di sillabo di una chiesa militante, tanto netta vi è l'affermazione di una indiscutibile autorità suprema ed universale, la condanna di ogni eretica deviazione dai suoi insegnamenti, la se parazione fra i puri e gl'impuri, la messa al bando dei ribèlli. Questa estrema chia rezza o e la coscienza di una grande forza oppure è un grave errore di tattica ; perchè toglie ai partiti comuni' sti degli altri paesi la possibilità di esser creduti sinceri quando offrono la propria « collaborazione » a governi non comunisti, o quando dichiarano di vo ler fare una « opposizione costruttiva » in parlamenti nei quali sono in minoranza o quando protestano di vo ler agire nell'orbita delle leggi e degl'interessi del proprio paese. Ponendo nel le mani di ognuno il testo autentico alla stregua del quale queste affermazioni debbono essere interpretate, e condannando come « na zionalismo » ed « antilenini smo » ogni insubordinazione ed ogni critica ai dettami delle supreme autorità del partito comunista russo e dei suoi rappresentanti al l'estero, la risoluzione di Sinaia fornisce la prova che il partito comunista di ogni altro paese, se vuol restare nel grembo della organizzazione comunista, non può essere un elemento di vita della propria collettività nazionale. E questa prova può a sua volta fortificare e giustificare la tendenza, già manifesta negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra, di estromettere i comunisti da alcune funzioni vitali dello Stato, appunto perchè reputati elementi non libe ri e devoti ad altri ideali ed interessi prima che a quelli del proprio paese: il che indebolisce il loro partito o lo confina nell'azione sovversiva, Dippiù, la risoluzione di Sinaia toglie ai singoli partiti comunisti libertà di manovra e facoltà di adattare la propria tattica alle, condizioni di ciascun paese. La costituzione di « fronti popolari » per allargare il pro- grio campo di azione vi è iasimata, se abbassa la funzione del partito nella vita politica del paese col rinunziare ad esserne l'unica forza dirigente e col distogliere larghe masse di lavoratori dall'aderirvi apertamente. Ed i comunisti non potranno più, ad esempio, cercare di attrarre a sè le plebi rurali con la lusinga della distribuzione delle terre; perchè Lenin insegna che in ogni pur piccolissimo proprietario fondiario s'annida un borghese, che l'azienda contadina individuale genera il capitalismo, e che, per conseguenza, la collettivizzazione integrale dell'agricoltura deve precedere e riassumere ogni altra riforma. Ma come compierla se non si ha in mano tutto il potere, e come afferrare il potere se è preclu-sa~la via della collaborazione, della opposizione costruttiva, delle intese con altri partiti? Anche qui, dunque, dalla condanna inflitta dal Cominform alla tattica lusingatrice dei contadini ed alle riforme agràrie, giudicate parziali ed immature, del governo jugoslavo evince 1 incitamento a quella azione diretta che — come dice Marx (v. Stampa del 15 febbraio) — « per via di dispotiche infrazioni al diritto di proprietà e di violazioni dei rapporti borghesi della produzione raggiunge la sovversione della intera forma della produzione ». L'idea di una pacifica integrazione di capitalismo e socialismo — rincalza il Cominform — non è che opportunismo e disconoscimento della pura dottrina marxista-leninista. Uomo avvisato, mezzo salvato. E la bolla di Sinaia è un avvertimento per molta gente. Primi fra tutti, i comunisti sono avvisati di essere obbligati al più stretto conformismo ai dettami di Mosca e che ogni adattamento tattico a condizioni locali può essere condannato come eresia e tradimento. Gli altri partiti socialisti sono avvisati di essere degli « impuri », e che la loro collaborazione col partito comunista puro può qualche volta essere tollerata, ma soltanto a condizione che ■unicamente a questo ne spetti l'ispirazione e la direzione. I governi dei vari paesi sono avvisati che i com: .listi, singolarmente e costituiti in partito, formano una classe di cittadini i quali non debbono obbedienza alle leggi del loro paese nè riguardo ai suoi interessi, se non in quanto questi e quelle non contrastino con gl'interessi del partito comunista russo e con i suoi ordini. I « borghe si » d'ogni specie sono avvi sati che la lotta contro di essi non deve essere attenuata con misure di tipo socialistico-riformistico, ma condotta con aggressive violazioni dei loro diritti. I coltivatori della terra sono avvisati che la « liquidazione » dei contadini ricchi è indispensabile premessa della collettivizzazione dell'agricoltura, la quale è a sua volta il fondamento dell'organizzazione socialista : nella lotta contro il capitalismo i contadini debbono allearsi agli operai, ma questi debbono caneggiare il movimento. Degli operai non si dice apertamente che anche fra di loro vi sono differenze di posizione sociale da sopprimere; ma ciò è sottinteso dove si richiama l'insegnamento leninistico che i' dirisrente egemonico della lotta dev'essere il «proletariato » come un tutto. Ognuno tragga da queste sentenze apodittiche e chiarificatrici gl'insegnamenti e le decisioni che giovino a salvarlo. Pasquale Jannaccone

Persone citate: Lenin, Marx

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Israele, Mosca, Stati Uniti