Una rivoluzione in bottiglia di Giovanni Artieri

Una rivoluzione in bottiglia Una rivoluzione in bottiglia Lungomare di Tel Aviv, alberghi, caffè eleganti, una nave carica di esplosivo, gran battaglia: e sui tetti la gente a godersi lo spettacolo (Dal nostro inviato) TEL AVIV, luglio. Qualche volta in Palestina si vede la nebbia; la mattina del 22 di giugno una foschia invernale avvolse Tel Aviv. Uscii dall'albergo presto e subito venni preso in castagna da tre uomini armati di « tommy guns ». Presentai le mie carte, subii un lungo interrogatorio, accettai qualche pallida scusa. . Un compito albergatore Nella notte era scoppiata la rivoluzione : scariche di mitragliatrici a terra e dalla parte del mare mi avevano svegliato. Anohe altri, nell'albergo, s'erano svegliati e si parlò dell'arrivo Improvviso a Tel Aviv delle truppe arabe; ma un ebreo disse subito: *E' l'Altalena». Gii venne chiesto cosa fosse questa Altalena e lui rispose ohe era il nome di una nave. Appresi più tardi che era anche uno pseudonimo di Jabotinski, fondatore e capo spirituale della « Irgun Zwei Leumi »'. Intanto soendemmo nell'atrio e il fuoco continuava. /I direttore dell'albergo comunicò con molta dignità di essere dolente di annunciare ai gentiluomini e alle gentildonne presenti ohe in quel momento ci trovavamo al centro di accaniti combattimenti. Aggiunse ohe una nave dall'* incomprensibile » nome di Altalena ai trovava dinanzi all'albergo, arenata, oarica di 10 mila cassette di Mnototruolene (e lo disse senza incespicare), cinquemila fucili, bren, guns, bazooka*, mitragliatrici e relativo munizionamento1, « E' mio imprescindibile dovere — proclamò ad un oerto punto — di precisare che a bordo dell'Altalena sono scoppiati degli incendi e il piroscafo probabilmente salterà in aria*. Poi scomparve, ingoiato in una tenebrosa notte, rigata dal sibilo delle pai* lottole. Tornò poco dopo. Si disse soddisfatto di comunicare agli onorevoli ospiti le assicurazioni ricevute dal cornando dell' <i Haganah »: i progressi dell'incendio a bordo dell'Altalena apparivano assai lenti. Ci veniva oonoesso di rientrare nelle nostre camere e di attendere senza aprire le finestre « allo scopo, disse, di non disturbare, curiosando, i combattimenti in Corso tra la riva e la nave arenata». Un oommeroiante americano di macchine tessili, assonnato e seccato, ohiese se la battaglia di cui si udiva il crepitio si «volgesse tra arabi ed ebrei. ZI direttore precisò : « Soltanto tra ebrei, prego ». Era accaduto questo. Al 1MI ! f I > I f F111M111111 ! MIMI i r 111111111 ) 111 r 1111111111111t a ! 1111111111111 f ^ 11 ( I i tramonto del giorno precedente una nave di 5500 tonnellate, l'Altalena, attrezzata per sbarchi su coste aperte era comparsa dinanzi a Kfar Vitkin, una spiaggia a nord di Tel Aviv. Veniva da Marsiglia) senza bandiera; il Governo provvisorio e gli inglesi sapevano oosa l'Altalena recasse nella stiva e quale fosse la destinazione del carico. Quelle armi ed esplosivi non erano diretti all'esercito per fare la guerra alla Lega araba, ma alla « Irgun Zwei Leumi » e al gruppo Stern per fare la guerra al Governo provvisorio del signor Ben Gurion.- Precisamente al signor Ben Gurion, presidente del Consiglio e ministro della Difesa, telefonò il Domandante della staziona di polizia di Kfar Vitkin, annunciando la comparsa della nave fantasma e chiedendo istruzioni sul da farsi, figli aveva già- abbordato l'Altalena ordinando al capitano di consegnargli documenti e carico. Ma il capitano Epsten gli aveva chiesto con calma se non desiderasse un bagno di mare fuori orario. A questa drammatica conversazione, avrebbe assistito anche il signor Menahem Beighin, capo supremo della « Irgun Zwei Leumi ». Spettacolo eccezionale Intanto il signor Ben Gurion oonsultò sbrigativamente per telefono i suoi colleghi del Gabinetto e ordinò al comandante di Kfar Vitkin di « impedire con ogni mezzo la consegna del carico di armi in altre mani che in quelle dell'* Haganah ». Venne aperto il fuoco. Dopo qualohe ora la « Irgun Zwei Leumi » contava sei morti e diciotto feriti e V* Haganah » due morti e sei feriti. Si convenne una tregua per sgombrare i feriti dell'Altalena e ripescarne alcuni caduti in mare; poi la lotta riprese. Visto impossibile lo sbarco, la nave si allontanò e verso la mezzanotte del 22 giugno comparve, come ho narrato, dinanzi a Tel Aviv arenandosi di faccia all'albergo *Gat Rimon». Poco in là le corvette del Governo cominciarono a spara-, re; la polizia imitò le corvetr te e si svilupparono i combattimenti che ci svegliarono dal sonno. Dalla ringhiera della riva, sotto bandiera bianca, il comandante di Tel Aviv parlamentava in un megafono oon V Altalena. Intimava alla nave un « ultimatum » di pochi minuti. Dalla nave rispose in un altoparlante poderosissimo la voce di Menahem Beighin: «Non ci arrendiamo ai traditori». A quella ne subentrò un'altra ■Ua(dMInesbaMmcriilcriomctrtrlasiseIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllliiii che in inglese con accento fortemente americano si indirizzò alle forze della I.Z.L. disperse a terra e nascoste alle spalle della polizia. (La scena è chiara: lungomare di Tel Aviv con la sua prospettiva di alberghi e caffè eleganti; la nave meno di cento metri dalla spiaggia e poco più di trecento dall'albergo « Gat Rlmon »; a terra le forze di polizia in ordine di combattimento, a mare le corvette governative pronte a tirare sull'Altalena; sui tetti e dietro le finestre la gente a godersi lo spettacolo). La chiave di un mistero Arrivarono a bordo dell' Altalena tre cannonate di piccolo càlibro. Dalla terrazza del « Gat Rimon » vedevo rinvigorire le fiamme dell' incendio sull' Altalena, mentre uomini saltavano in acqua. A bordo non rimase più nessuno. Tratto tratto scoppiava una cassetta di munizioni e continuò così per tutto il giorno. La nave bruoia>va dolcemente, come un sigaro di buona marca gettato a metà. ! Noi, all'albergo, cominciammo a chiederci se il direttore non volesse metterci in conto lo spettacolo della battaglia e morte dell'Altalena. Ma tutto non era finito. Di tanto in tanto egli si affacciava nella sala da ■iiiiiiiniii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii pranzo per annunciare: « Gentlemen e ladies, ho l'onore di avvertire che la nave di fronte a noi è li lì per scoppiare ». La terrazza era gremita; solo qualcuno si alzava in fretta per allontanarsi. Gli altri continuavano a mangiare tranquillamente. Verso sera, all'ora del thè, mentr'ero con due personalità del Governo provvisorio, il direttore si presentò sulla porta pallido ed emozionato: « Gentlemen e ladies ho l'onore di annunciarvi che lo scoppio dell'Altalena è imminente ». Le persone con le quali io parlavo si levarono pregandomi di continuare i nostri discorsi altrove. Uscimmo tra la sdegnosa indifferenza generale. Ci recammo fuori di città, in una villa di Ramatgan e trascorremmo alcune ore in attesa dell' apocalittica esplosione. Ma l'Altalena la ritrovai, li, al suo posto. (Poi ebbi la chiave del mistero. Gli allarmi servivano ad avvertire le personalità governative presenti nella sala, dell'avvicinarsi di gruppi della I.Z.L. ai quali, in quelle circostanze, si potevano attribuire intenzioni aggressive. Nei giorni seguenti, però, il direttore del « Gat Rimon» non ebbe occasioni di ricorrere al suo trucco poiché la polizia aveva molto lavorato). Giovanni Artieri uni unum iiiiiiiiiiiiiiuiiimiiiiiiuiiii

Persone citate: Ben Gurion

Luoghi citati: Marsiglia, Palestina, Tel Aviv