WAGNER E HITLER di Panfilo Gentile

WAGNER E HITLER WAGNER E HITLER Le pagine più interessanti!cdi questo libro dell'americeno Peter Viereck: Dai ro¬ mantici a Hitler (editore Einaudi), mi sembrano quelle che insistono nel mettere in luce gli stretti legami che intercorrono tra la cosiddetta mòta politica di Wagner e l'ideologia nazista, nonché tra i circoli wagneriani di Bayreuth e i primi teorici e agitatori del nazismo. In altra occasione già ebbi a manifestare su queste stesse colonne le mie riserve sulla tesi che vuol far risalire al romanticismo le responsabilità della demenza nazista e non dovrei quindi più ripetermi osservando al Viereck, quando chiama in causa Herder, Novalis, i fratelli Grimm e tutti i protoromantici, che mettere in conto dell'irrazionalismo di costoro le infamie della posteriore degenerazione nazista sarebbe come mettere in conto del razionalismo giusnaturalista gli errori dei Convenzionali della rivoluzio. ne francese. Dette riserve invece non dobbiamo fare per quanto riguarda il rapporto di parentela e di discendenza tra wagnerismo e nazismo, rapporto assai più prossimo e irrefutabilmente documentato. Wagner, come sì sa, ebbe parecchie crisi di coscienza. Dal 1830 e cioè dalla rivoluzione organista del luglio fino almeno al 1839, egli fu liberale democratico e cosmopolitico, pienamente consenziente con quelle che i. tedeschi chiamavano «idee francesi ». Nel suo soggiorno parigino, inneggiò a Parigi come alla capitale della cultura mondiale, alla « capitale della Francia libera, dove la stampa espone tutti i torti, dove solo lì merito riscuote l'applauso». Negli anni agitati del '48-'49 fu un rivoluzionario intinto di un vago so cialismo: voleva, non soltau to una rivoluzione nazionalche unificasse tutti i paesi di lingua tedesca, ma anche Una rivoluzione sociale che abolisse le proprietà e ogni distinzione di classe. Dopo il '48-'49 e fino alla sua morte venne invece elaborando e clamorosamente agitando idee ohe preludono in maniera impressionante a tutti i principali motivi del vangelo nazista. Ripudiò senza ipocrisie il suo passato ; la rivoluzione del '48 fu condannata come un prodotto assolutamente non tedesco, importato dalla Francia dagli ebrei : « La democrazia scrisse — in Germania è una cosa puramente trapiantata ». Questa democrazia trapian tata franco-giudaieo-tedesca esiste soltanto nei giornali Abbracciò una specie di vitalismo nazionalistico, al centro del quale stava l'esaltazione del popolo tedesco preso nella sua uuità organica e vìvente, storicamente operoso per un impulso dinamico, entità superiore e al singolo individuo mortale e ad ogni Composizione atomica degli individui, quale è vagheggiata dagli ordinamenti democratici. La mistica forza vitale del popolo tedesco doveva essere interpretata e diretta da un a fuhrer». Wagner non adopera ancora la parola, ma ne delinea la figura. Egli usò i termini di «eroe» di «re del popolo» di « Barbarossa » per indicare quella reincarnazione di Siegfried, il leggendario guerriero dei « Nibelungen » il primo superuomo nordico, la quale sarebbe apparsa un giorno per salvare il popolo tedesco nel momento della più grande distretta. Non mancarono in questa concezione, nè il razzismo nè la paranoia antisemita. Dopo aver fatto la' conoscenza del famoso saggio di Gobineau, Wagner trasformò il suo antisemitismo culturale in antisemitismo razziale. L'impulso vitale del popolo fu visto in funzione della razza. E la Germania avrebbe potuto vivere il proprio destino solo quando la forza istintiva della razza fosse stata restituita alla sua purezza e quindi al suo vigore. I ceppi ariani sono i soli che si riallacciano per la loro origine agli dèi. Nessuna meraviglia che essi siano destinati al cornati. do. E tra gli ariani, ì rami tedeschi formano la stirpe eletta perchè possiedono le qualità originarie : l'ardimento, l'orgoglio, l'onore, l'odio del lusso, la lealtà. Gli ebrei sono invece «il demona della caduta dell'uomo»; in essi è innato l'istinto a chiuso a ogni idealismo»: Wagner dà ad ose un consiglio generoso: «Por tate il vostro contributo a quest'opera di redenzione attraverso Tautceaorincio. C'è una sola liberazione dalla maledizione che pesa su di voi la distruzione». Ed è forse perchè gli ebrei non han vo luto seguire questo paterno tcvcmmrgWcdnanesitcnpWedvsnPtislMfeBStlCscnVmcolugtf consiglio wagneriano ohe Hitler ha cercato di sostituirsi, con le S.S., alla loro cattiva volontà. Federico Nietzsche, che come Goethe a un certo momento domò in sè il demone maligno del «teutonico paranoico », e che amò il Wagner cosmopolitico e odiò il Wagner nazionalista nordico, dette un malinconico giudizio di quest'ultima edizione wagneriana : 0 Riconobbi a stento Wagner — scrisse nell'iacee homo. — Che cosa era accaduto! Wagner era stato mutato in un tedesco ; il wagneriano aveva trionfato su Wagner. Quelli dì noi che conobbero a quali raffinati artisti, a quale cosmopolitismo di gusto, l'arte di Wagner poteva riportarsi, erano fuori di sè alla vista di un Wagner ammantato di virtù germaniche. Non una sola mostruosità mancava, neppure quella antisemitica. Povero Wagner ! A che punto era ridotto ! ». E non bisogna credere che il pre-nazismo sia rimasto senta pratici e concreti anelli di congiunzione con Hitler. Morto Wagner queste idee furono pienamente custodite e peggiorate dal circolo di Bayreuth. Cosima Wagner, Sigfrido Wagner, e più di tutti il genero di Wagner, l'inglese Hausten Stewart Chamberlain, furono i ministri che continuarono ad officiare la religione del nazionalismo wagneriano. E Peter Viereck hn ricostruito esattamente poi attraverso quali contatti e confluenze il ciroolo di Bayreuth si-saldò con l'hitlerismo. Rosemberg, l'educatore di Hitler, fu nel tempo stesso un devoto di Bayreuth. Fu Roiemberg che, insieme con Eckart, introdusse Hitler nell'intimità del circolo wagneriano. K prima ancora uei putsch del "2tf, Chamberlain riconobbe in Hitler l'Atteso e Hitler riconobbe nel wagnerismo la propria profezia. In una lettera stupefacente, Chamberlain si paragonò a Giovanni Battista e dichiarò di potersi oramai addormentare in pace una volta che la Germania aveva dato vita ad Hitler. . Dal canto suo Hitler si identificò immediatamente nell'eroe wagneriano del genere del Lohengrin o di Hans Sachs. I motivi wagneriani diventarono il suo breviario: naziotialisuo pangermanista, rivolta cjiitro la ragione e contro l'intellettualismo straniero; appello al « Volks-Staat », organismo naturale vivente, che ha in sii la propria legge di potenza e di espansione ; odio per la democrazia parlamentare fanatico antisemitismo, raz sismo. E tale fedeltà Hitler volle simboleggiata attribuendo ai Maestri cantori la importanza dell' epopea del puro germanesimo e convocando i oongressi del partito nel cuore della vecchia Germania: nella patetica Norimberga. Panfilo Gentile ■ 111111 ! 11M1111MIM M111111111M11111 f 11

Luoghi citati: Francia, Germania, Norimberga, Parigi