Ripeterci?

Ripeterci? Ripeterci? Siamo stati molto in dubbio se commentare l'esposizione finanziaria del ministro Pella, perchè scrivere sempre le stesse cose, senza cavarne un qualsiasi risultato concreto, non invita a. proseguire. Dacché l'Italia ha avuto una rappresentanza politica, si chiami essa Consulta, Costituente o finalmente Camera dei deputati e Senato, non c'è stato un ministro delle finanze e del tesoro che abbiano saputo prevedere e provvedere. Se il provvedere in questa disgraziatissima situazione non è facile, il prevedere è doveroso e nei limiti delle possibilità, purché al timone della finanza non vi siano ùominT'che hanno occhi e non vedono, orecchi ma non sentono. Ci limitiamo a confrontare quanto i ministri hanno affermato solennemente nelle previsioni per l'esercizio 1947-1948, con quanto noi scrivevamo e con quanto il ministro Pella ha dovuto ammettere oggi. Le previsioni governative pel detto esercizio recavano 520 miliardi per le entrate e 831 miliardi di spese con un disavanzo di 311 miliardi. Le risultanze effettive, dice testualmente il Pella (che allora era ministro delle finanze) si sono però notevolmente (il) allontanate dalle previsioni, sia per le entrate che per le spese. Per le prime si è arrivati ad una cifra di circa 780 miliardi dovuta al forte aumento nel gettito dei tributi, per le seconde purtroppo l'aumento ha avuto un ritmo ancora più celere, tanto che al 30 aprile 1948 si arrivava già alla previsione di 1248 miliardi, che con l'aggiunta dei nuovi stanziamenti dovuti a successivi carichi doveva portarsi a 1506 miliardi. Cosa scrivevamo noi poco dopo quelle rosee previsioni così crudamente smentite dai fatti? In articoli dai titoli « Disorientamento », « Quo vadis? », « Alla deriva », « Mutare rotta », gettavamo l'allarme sulla infondatezza delle previsioni ministeriali. Dicevamo che quei dati non avevano alcun fon damento nella realtà e che quelle cifre (cioè 520 miliardi di entrata e 832 di spese) sarebbero gravemente aumentate con un conseguente gravissimo aumento del deficit. Il vero nostro collaboratore per un esame serio della situazione, dicevamo, era ed è la Gazzetta Unciale; ogni fascicolo re cnva stanziamenti di miliardi: una semplice addizione, se i ministri l'avessero fatta, avrebbe dato loro quella luce che ha dato a noi. E' lecito a ministri responsabili una tale cecità ? Siamo o non siamo in regime parlamentare, cioè in un regime ove i ministri sono responsabili dei loro errori ? E quale più grossolano errore di quelli constatati in questi giorni: 675 miliardi di spese in più di quelle previste in un solo , esercizio ! Noi ci limitiamo oggi a fare un confronto fra le pre visioni governative e la realtà per l'esercizio 1947-48 Ma avremmo potuto estendere l'esame ai precedenti esercizi mettendo in luce le previsioni e i consuntivi. La conclusione sarebbe la medesima. Nessuna visione, nemmeno la più elementare, nemmeno quella che ogni azionista ha diritto di pretendere dal più modesto degli amministratori. H giugno 1947 l'on. De Gasperi ha formato il quinto ministero ed ha chiamato a collaboratori finanziari uomini che ancora sono oggi a posti di grande responsabilità. Ci duole dirlo, ma proprio dal giugno 1947 la finanza italiana subisce i più gravi colpi. H debito fluttuante che nel maggio 1947 era di 827 miliardi oggi è di mille miliardi e 169 milioni: circolazione aumentata di 282 miliardi e salita a 804 miliardi, oggi 815 e in continuo aumento. Impressiona il fatto che il ritmo dell'aumento di tutti i deficit nel 1947 si è accentuato in misura molto notevole, nè il ritmo accenna a diminuire in quest'anno Conclusione? L'on. De Gasperi si è rivelato un magnifico capopartito ed un abile manovriero parlamentare. Tutti gli riconoscono questi meriti, ma anche fra i suoi qualcuno gli nega preparazione economica e finanziaria, la quale lacuna, se vera, spiegherebbe in parte perchè la finanza italiana invece di migliorare, sia pure molto lentamente, è andata sempre peggiorando. Spe- nmmis1lGnsltdsn1cenztmlzdAtnqnnigdccbsnsccrSrgdfriamo che "ìa leggenda di questa lacuna non sia vera perchè sarebbe una grande sventura per l'Italia che un presidente del Consiglio in questi momenti non avesse nella misura richiesta dagli eventi la mente e l'energia per gridare un alt a questo pericoloso indirizzo. H capo del governo sa che la guerra ha schiantato il fascismo ! ed una dinastia rr.ille'-iria, [s non ignora cèrtamente che un caos economico e finanziario può distruggere non solo un partito, ma anche le istituzioni.

Persone citate: De Gasperi, Pella

Luoghi citati: Italia, Pella