Togliatti al di là della cortina di ferro

Togliatti al di là della cortina di ferro Togliatti al di là della cortina di ferro Si adunano i capi del comunismo mondiale - L'insuccesso el partito in Italia sarà perdonato? Roma, 19 giugno. Nella seduta pomeridiana di giovedì fu comunicato alla Camera che il deputato Togliatti aveva chiesto congedo: gli fu concesso, come avviene in casi simili, senza alcuna formalità e si passò a trattare gli argomenti all'ordine del giorno. Da due ore Togliatti, fidando appunto sulla facile autorizzazione, stava volando verso Praga in compagnia di Pietro Secchia. Lo aiutò la fortuna o la distrazione del giornalisti; pochi notarono quella richiesta di congedo, chi la notò ebbe a scrivere genericamente che Togliatti si proponeva di dedicarsi per qualche tempo in maniera esclusiva al lavoro di partito; mancarono comunque le Induzioni e i commenti, cosicché il primo viaggio che Togliatti compie all'estero dopo la clamorosa missione in Jugoslavia è cominciato al riparo delle indiscrezioni. Sarà il caso di farne mentre è in corso? Ridda di voci Ci si provano tutti e si comincia a osservare, per esempio, che l'ambasciatore Kostylev è arrivato da Mosca poche ore prima che Togliatti partisse; poi che Secchia era tornato da pochi giorni da Belgrado (giusto in tempo per scrivere un allarmante articolo sull'Unità), finalmente che Longo tra pochi giorni andrà a Parigi. Poi si parla di una « crisi coperta » nel partito comunista, e chi dice che Secchia è esponente della rigida osservanza staliniana, mentre Togliatti non sarebbe che uno spregiudicato possibilista; e chi pronostica un cambiamento radicale nella tattica del partito (con conseguenze gravi per gli alleati del fronte, cui si imporrebbe l'alternativa «o dentro 0 fuori») e chi preannuncia scioperi a catena; chi vede all'orizzonte rivoluzioni e guerre. Qualcuno arriva a dire che Togliatti non tornerà In Italia, dovendo essere nominato segretario generale del Cominform. Quando si fanno, come in questo modo, tutte le Ipotesi, è assai difficile capire quale di esse abbia un valore: ci aiuti dunque nella scelta qualche notizia certa. Chi ha parlato con Togliatti alla vigilia della partenza lo descrive molto allegro : « Vado a divertirmi — egli diceva — a riposarmi una quindicina di giorni, a respirare un poco d'aria buona ». Naturalmente per Togliatti Varia migliore è quella del Paesi del l'Europa orientale e, Indicando la meta del suo viaggio, egli ha parlato appunto di Paesi, al plurale. Praga è una tappa di un più lungo itinerario, che si potrebbe svolgere in Polonia, o in Ungheria, o più probabilmente nella Russia sovietica, donde Togliatti manca dai primi mesi del 1943. In questo quinquennio nell'Europa occidentale le sconfitte dei partiti comunisti si sono seguite l'una all'altra, come si sono seguite le vittorie nell'Europa orientale. Chiuso il bilancio quinquennale con l'attivo e il passivo, si adunano di nuovo 1 responsabili per il programma di un secondo quinquennio. Non c'è nulla di strano e, come è logico, si parla di un intervento di Dimitrov, e già si è mosso Zdanov, e perfino di Markos un'agenzia d'informa¬ zztiiititiiiitiiii 1111111111111111 11111111 i 111111111 zione ha annunciato la partenza in aeroplano dalla Grecia. Questa notizia ha poi avuto una smentita, che forse non è il caso di accettare per buona, perchè spostamenti di personaggi del genere di Markos devono logicamente essere tenuti segreti Si va insomma a parlare di cose molto serie e la gioconda frivolezza che Togliatti mostrava alla partenza si spiega solo con il desiderio suo Che non avessero a trapelare, neppure fra i più intimi, indiscrezioni relative ai temi alti della politica: «Vado in vacanza, vado in vacanza» diceva come uno scolaro, e la finzione dell'allegria era perfetta; ma non per questo minimamente credibile. Gli al può far credito, in una certa misura, solo per quanto riguarda la dichiarata sua soddisfazione di rivedere il vecchio amico Gottwald, con il quale ha avuto relazioni di lavoro nella segreteria del Komintern. C'è una fotografia del 1935 che riproduce in gruppo gli allora dirigenti del comunismo mondiale: Togliatti è in prima fila, sorridente, seduto; Gottwald gli sta alle spalle, appoggiando la destra sulla spalliera della seggiola, e la ferma espressione dei due amici è di reciproca solidarietà. «Aspetta la sua ora» I due, difatti, si sono sempre aiutati. E' ben noto che Gottwald è stato l'ultimo fra i capi comunisti dell'Europa orientale a fare la dittatura. « Che cosa aspetta?», tutti domandar vano Impazienti e già correvano nel mondo comunista, dall'uno all'altro dei grandi conventi bolscevichi, accuse a Gottwald di essersi lasciato fuorviare e sedurre da illusioni socialdemocratiche. Solo Togliatti lo difese allora tra 1 compagni italiani e stranieri: «Lasciate dire a me che lo conosco, fidatevi di Gottwald che sta aspettando la sua ora ». Adesso Gottwald gli dovrebbe ricambiare il favore del patrocinio, venuta adesso in discussione (lo abbiamo detto l'altro giorno citando un editoriale del bollettino del Cominform) la validità della formula del fronte popolare, che è stata un'invenzione di Togliatti, di Gottwald, di Manullski e di Dimitrof. Ora sta a Gottwald di assicurare: «Lasciate dire a me che lo cono sco, fidatevi di lui che sta aspettando la sua orai». Una volta deciso in ogni modo di dare il colpo di grazia al fronte popolare in Italia, che è l'unico Paese dove sia ancora in vita, Secchia ritornerebbe per informare i socialisti radunati a congresso: e pertanto Togliatti rimarrebbe In oriente per concludere la sua missione, che può anche avere un secondo scopo. Se non l'avesse, anzi, sarebbe un segno di decadenza: se Togliatti torna a Roma senza una « bomba » almeno paragonabile a quella che ci esibì arrivando da Belgrado la notte del 7 novembre 1946, potremo dire che è caduto in disgrazia. Vorrà dire che, nell'autocritica che lo han chiamato a fare, gli errori che confesserà di aver commessi durante la campagna elettorale saranno giudicati colpe. Se invece l'autocritica farà buona impressione, se riuscirà a convincere che nella situazic- 11111111 f 11111111 ! i 11111111111111111 iimiiiii ne italiana obfetti/amente non si poteva ottet sre un successo, allora Togliat sirà perdonato, gli detterà ino una formula nuova per c< ntiiuare il combattimento e ili confermeranno la fiducia d Ila quale lo onorarono a Mila 10, approvandone i progetti iontisti elettorali, i compagni sovietici Judin e Gregorian r iDf scorso gennaio. E allora Togliatti si potrebbe present rè al vecchio Stalin e domajidfrgli, per la buona amicizia eaS'Wtegt dal bel tempi del Kcmintern, che l'URSS acceda, cerne hanno già fatto gli altri tre grandi vincitori della guirra al principio della revisione c;l trattato di pace con l'Italia. y. g fliiiiiiiiiiiiiiiiwiiiiim In volo a Bucarest Praga, 19 giugno. Da fonte ufficiale si è appreso che il leader del comunismo italiano, Palmiro Togliatti, è giunto a Praga giovedì sera ed è ripartito in aereo alla volta di Bucarest venerdì mattina. Non è stato possibile accertare con chi egli abbia conferito durante la sua breve sosta, ma si è appreso che quanto prima, non al sa però con precisione quando, egli ritornerà nella capitale cecoslovacca. Otto Grotschl e Wilhelm Piek, due leaders del partito comunista tedesco della zona sovietica, si trovano attualmente a Bucarest,