Drammatica notte alla Camera francese

Drammatica notte alla Camera francese TRA VISOLAM ENTO E LA COLLABORAI IONE Drammatica notte alla Camera francese (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 giugno. L'assemblea francese prende questa sera una decisione storica. I vecchi renani ostinati come Mann, i renani di occasione come i comunisti, i renani rassegnati alla nuora situazione d\ forza come la maggior parte dei cattolici e dei radicali, debbono prendere le loro responsabilità insieme agli altri loro colleghi. Succede come in Italia l'estate scorsa per la ratifica del nostro trattato di pace. I francesi debbono ratificare oggi le conseguenze, se non proprio - della loro sconfitta, della loro mezza sconfitta o mezza vittoria. Come da noi, allora, cosi oggi qui la scelta è fra un testo che si può correggere e che non è disastroso e un isolamento che non muterebbe i patti e pottebbe diventare disastroso. Su questo decide oggi l'assemblea nazionale. Nel pomeriggio Bidault «veva replicato con una certa asprezza alle critiche fatte alla sua politica. Oli elementi nuovi da lui portati, non sono molti. Alla missione dell'ambasciatore Chauvel, Bidault non ha neppure accennato: evidentemente il segretario generale del Quai d'Orsay e tornato da Londra senza alcuna promessa da parte inglese od americana e, forse, con qualche mezza minaccia. « Dobbiamo scegliere fra l'isolamento e la collaborazione, — ha rtpetuto energicamente Bidault — fra l'intransigenza di principio e gli accordi di Londra. Che cosa si otterrebbe disapprovando il compromesso raggiunto dalla conferenza a sei? Nulla di più, certamente. Ed invece si perderebbero i vantaggi fin qui ottenuti^ principale quello di partecipare al controllò della ripartizione dei prodotti della Ruhr. Di più si potrà avere procedendo nella collaborazione, non rompendola, specialmente quando si dovrà trattare la fusione della zona francese con la bizona angloamericana ». Interrogato direttamente su questo punto da un socialista, Bidault non ha voluto chiarire maggiormente la cosa. Concludendo, il ministro degli Esteri ha detto: «La strada è quella dell'indispensabile collaborazione.. Non è priva di pericoli e difficolta, ma non ce n'è un'altra. Poi i comunisti hanno preso occasione dai fatti di Clermont Ferrand per iniziare un attacco assai violento contro il governo, unendo argoménti di politica estera ad argomenti di politica interna. Proponevano una mozione pregiudiziale per chiedere che gli incidenti venissero discussi subito dalla assemblea e intanto improvvisavano manifestazioni di protesta e di sdegno contro il ministro dell'interno, il socialista Giulio Moch. Gli gridavano: <tAssassino!» scandendo la parola; gli gridavano altre frasi del genere poco piacevoli per chiunque ma specialmente per un socialista, veniva il sospetto che gli incidenti di Clermont Ferrand fossero stati provocati per intorbidare ancora di più il dibattito sulla politica estera. La sera, alla ripresa, gli in* cidenti sono ricominciati. Il presidente Herriot ha giudicato che la mozione pregiudiziale fosse contraria al regolamento perchè uscita dai limiti della questione dibattuta che consisteva negli accordi sulla Germania. Ma i comunisti, continuamente interrotti dagli avversari, hanno dato battaglia, perchè a loro modo di vedere politica interna e politica estera si mescolano. Arrivavano a dire che nei fatti sanguinosi di Clermont Ferrand c'era la mano dei monopolisti americani. Herriot si agitava un poco sulla sua poltrona di presidente, irritato da 2nella tattica di ostruzionismo, la dichiarato poi che, secondo lui, il regolamento vietava la discussione su un argomen» to estraneo al dibattito gene* rale. E ha messo ai voti la questione, che è stata decisa nel senso indicato dal presidente. Allora è ripresa la discussione sulla politica estera, in un ambiente eccitato da tutti questi incidenti. Prima ha parlato Paul Reynaud, che firma un ordine del giorno accettato dal governo. Quest'ordine del giorno approva gli accordi di Londra sulla Germania, segnalando la necessità di rivederli e renderli più perfetti in vari punti, come il controllo della Ruhr e la costituzione federale della Germania. Rcynaud ha illustrato l'ordine del giorno in un vivace discorso. Egli ha detto che forse si vede venire ti pericolo da dove non viene, almeno per ora. Ha alluso alla Russia ed al rischio di guerra, spiegando che secondo luì c'è una sola probabilità' di' conflitto: la Russia, spaventata dal riarmo americano, potrebbe invadere l'Europa ed occupare i grandi centri di produzione per farli lavorare per proprio conto. L'adesione di Reynaud, che porta con sè un notevole gruppo di indipendenti di destra, rende probabile l'accettazione dell'ordine del giorno. Bono stati presentati due altri ordin* dil giorno: uno gollista e l'altro comunista, che sono formulati in maniera contraria all'indirizzo della politica governativa. Si attende per stanotte il voto. d. b. a i e o

Persone citate: Chauvel, Giulio Moch, Herriot, Mann, Paul Reynaud, Reynaud