I piccoli contadini e la tecnica moderna di Giuseppe Medici

I piccoli contadini e la tecnica moderna I piccoli contadini e la tecnica moderna Avverto il lettore che la formazione della piccola proprietà coltivatrice è soltanto un aspetto della riforma agraria : e forse non è il più importante, anche, se per ragioni psicologiche e storiche, è quello politicamente più vistoso. Tanto più che se al graduale frazionamento della grande proprietà di tipo latifondistico possono recare contributo le leggi dello Stato, però esso si attua soprattutto per opera di forze che sono in moto da secoli. Chi scrive, appunto perchè abituato a non dare eccessiva importanza ai provvedimenti dei Governi (innumerevoli leggi non furono mai applicate, mentre alimentarono generose speranza .phe andarono sistematicamente deluse) ritiene sia al vivo interesse dei ceti rurali (proprietari, agricoltori e contadini) che bisogna rivolgersi per ottenere dalla loro iniziativa quel fervore di opere che può attivare lo stagnante mercato dei terreni. * * In questo momento il concreto problema che si pone è quello di precisare, sia pure grosso modo, quali sono i criteri da seguire per scegliere le terre idonee a formare la piccola proprietà coltivatrice. Se si riflette un poco sul fatto che nel nostro Paese vi sono ancora molte terre grossolane e scoscese dove P investimento di capitale non è conveniente neppure con i contributi dello Stato (per cui in assenza del la, voro interessato ed assiduo del contadino proprietario rimangono poveri pascoli oppure magri seminativi) si può concludere che queste terre devono essere avviate alla piccola proprietà anche perchè su di esse è sempre più difficile far vivere il proprietario ed il contadino. Queste terre non mancano sia nell' Italia Settentrionale (e specialmente in quei tre milioni di ettari che abbracciano le Prealpi e gli Altipiani) sia nell' Italia Centrale e Meridionale dove, anche nei pressi di popolosi borghi rurali, persistono grandi proprietà di tipo latifondistico. In Italia l'esperienza statale più notevole fu compiuta subito dopo la prima guerra mondiale dall' Opera Nazionale Combattenti ed i 39 mila ettari frazionati contribuirono al progresso agricolo. Ma cosa furono i 39 mila ettari del Sansone (O. N. C.) di fronte al milione di ettari liberamente comprati dai contadini? Ecco perchè l'iniziativa dello Stato, per quanto diligente ed energica sia, può soltanto rappresentare un esempio ed un indirizzo. I provvedimenti del Governo devono soprattutto attivare quel mercato fondiario che, per varie ragioni, non accenna a riprendere il suo moto vivificatore. Ma esso non dev'essere attivato soltanto nelle zone di grande proprietà, ma anche in quelle contrade in cui la proprietà, già frazionata, è tenuta da ceti borghesi spesso lieti di disfarsi di questo ormai, pesante fardello terriero per cederlo a buon mercato a contadini già pronti a riceverlo. * * Alcuni scrittori in questi giorni insistono nel dire che la piccola proprietà ostacola il progresso tecnico dell'agricoltura. Essi aggiungono che in generale i tecnici sono contrari alla piccola proprietà. Indubbiamente qualcosa di vero c'è; ma prima di giù dicare bisogna sceverare le ragioni che hanno portato a questa supposta antitesi fra tecnici e piccola proprietà, In primo luogo, non bisogna dimenticare che la maggior- parte dei tecnici trova occupazione presso le grandi aziende e quindi presso le grandi proprietà. In secon' do luogo la piccola proprietà in Italia è sorta quasi sem-pre, se non sempre, sui terreni peggiori, rocciosi, non adatti per l'impiego di mac chine. In terzo luogo è più facile fare della buona tecnica in una grande azienda, che dedicarsi all'organizza zione di numerose piccole aziende per creare le condizioni iJon.j per l'applicazione delle pratiche moderno, La piccola proprietà coltivatrice contrasta le estreme tendenze meccaniche del mondo moderno; ma dato che essa esiste già in parte del nostro territorio, e da to che, per le ragioni che ab biamo già illustrato, dev'es sere diffusa in quelle eoa trade dove si dimostra la forma più conveniente, è da ritenere che, con una razio' naie organizzazione, si pos sa porre riparo alle sue de' ficienze. Infatti, una esigenza fondamentale dell'agricoltura moderna impone l'organizzazione della produ zione. Dipende dalla nostra capacità a coordinare le piccole aziende nei paesi di vec chia agricoltura se riusciremo a salvare, con la piccola impresa, gran parte della nostra economia rurale. Quindi, indipendentemente dal progresso che la piccola proprietà avrà in Italia (sia o non sia aiutata dallo Stato), c'è un vivo ed urgente problema attuale di organizzazione delle piccole imprese contadine, che è uno dei principali aspetti della riforma agraria. I tecnici agricoli devono guardare a questo campo come ad uno di quelli più promettenti, per riprendere l'azione tècnica che, dai nostri maestri dell' 800, è sempre stata congiunta ad un nobile apostolato. * * Agricoltori e tecnici non chiedono al Governo nuove leggi. Essi chiedono però al Governo di applicare quelle che esistono e possibilmente di applicarle bene. E' per questo che si insiste da ogni parte sulla necessità di promuovere con energia l'organizzazione dei produttori e la cooperazione fra le piccole imprese. Ai piani ambiziosi di coloro che vogliono tutto rifare per insania mentale ed ideologica, alla negazione neghittosa od interessata di coloro che dimostrano essere tutto inutile perchè a loro fa comodo che nulla si faccia, noi opponiamo le nostre modeste concrete proposte, suscettibili di essere rapidamente attuate, perchè proporzionate agli esigui mezzi disponibili ed alla realtà della nostra agricoltura. Giuseppe Medici

Persone citate: Sansone

Luoghi citati: Italia