Coppi solo sui "Monti Pallidi,, di Giuseppe Ambrosini

Coppi solo sui "Monti Pallidi,, Neve freddo e lotta a fondo nella "gran tappa,, del Giro Coppi solo sui "Monti Pallidi,, u campione vince anche a Trento e risale al terzo posto ih classifica ~ Magni riconquista la maglia rosa ma è penalizzato di due minuti - La resa di Bartali .(Dal nostro inviato) Trento, 4 giugno. E' venuto finalmente la giornata campale, la grande tappa del Giro, quella che gli ha dato l'ultimo colpo di timone verso il suo definitivo sbocco. Essa è piena di un'altra titanica impresa rfi Coppi e di un altro dramma della maglia rosa, il tutto a beneficio di Fiorenzo Magni che, un po' per volontà della fortuna e un po' per merito suo, torna al comando della classifica dopo la lotta che sembrava dovesse definitivamente sommergerlo. Questa tappa regina ha corso il rischio di morire prima di nascere. Nelle ore piccole del mattino era giunta agli organizzatori la notizia che sul Falzarego e sul Pordol stava nevicando. Allarme, ordini, piani di ripiego degli organizzatori. Si mandi a vedere se si può passare sui due colli, si spazzi la neve, si ritardi la partenza, si preveda il passaggio da un'altra parte, oppure una giornata di riposo a Cortina e poi via diretti per Brescia. Finalmente ci pensò il sole a mettere a posto la faccenda, sciogliendo in poche ore la neve, aprendo la strarda ai corridori. Però si parti con un'ora di ritardo. Uno contro l'altro Nell'attesa avevo parlato con Coppi. Non mi era parso molto convinto della necessità di portare a termine la sua bella opera di demolizione delle resistenze che ancora gli si opponevano per la conquista della maglia rosa, cioè di attaccare decisamente sul Falzarego e sul Pordoi; temeva la resistenza di Bartali e di doverlo tirare poi sino al traguardo col pericolo di vedersi da un momento all'altro piantato li. Lasciammo a Cortina Ronco ni che non poteva più andare avanti per il dolore a un tendi- gntpCPMvivsne della gamba sinistra e cheìha preferito, come l'anno scor-.i andare a casa e prepararsi '1so per il Giro di Francia La salita del primo colle «linciava «/l'uscita di Corti Ma passarono circa dieci metri senza che nessuno dimostrasse la voglia di attaccare. Avevano condotto con una certa energia Ortelli e Pasotti, tanto da ridurre l'unità di punta a undici uomini: Coppi, Bart€uII: Cocchi, Ortelli, Pasotti, Cottur, Bresci, Biagioni, Menon, Rossetto, Pagliazzi. Fu solo a sei chilometri dalla vetta che Coppi si decise a entrare in azione, e vi entrò con tale violenza che solo Bartali potè rispondergli a tono. Ma Pasotti e Cecchi. poco dopo, ripresero contatto, per riperderlo a quattro chilometri dalla vetta. Allora si trovarono definitivamente soli, uno contro l'altro, i due grandi rivali a decidere il duello che doveva essere il motivo dominante etti Giro e che invece sino allora era andato sfumando con non poca delusione degli sportivi. L'urlo fu breve, direi quasi squilibrato ìHp ro-ì'0%Cn°a.\i chilo-!perchè quando Coppi ritenne giunto il momento di buttare nella lotta ogni sua risorsa, Bartali dovette vederlo allontanare per sempre. Ma <jrueI!T47" che Coppi aveva di vantaggio al Passo del Falzarego su Bartali, quei due minuti di cui precedeva Ortelli, Cottur e Cecchi, quei 219" guadagnati su Bresci, Magni,. Rossetto e Pasotti, sembrarono troppo pochi per poter dire che piega poteva prendere la lotta su: jessiva. La fase risolutiva La sorte parve volgere in favore di Coppi quando, prima di iniziare la salita del Pordoi, si vide che il suo vantaggio era salito a 3'50" sul gruppo degli otto uomini che si erano fusi e fra i quali, oltre a Bartali, erano il possessore della maglia rosa Cecchi e l'aspirante successore Magni. L'esito della tappa, anzi del Giro, dipendeva ormai dall'andamento che la corsa avrebbe preso nel salire ai 2239 metri del Pordoi. Il freddo si faceva sempre più intenso, la neve più alta ai fianchi della strada. Eravamo in pieno panorama invernale d'alta montagna. Bartali ebbe una vivace reazione che lo lasciò solo con Cecchi e Pasotti all'inseguimento di Coppi, sul quale, ad un certo momento^ riuscì a riprendere una decina di secondi. Era un brutto segno per il bianco celeste che, per raggiungere il suo scopo, avrebbe dovuto più che raddoppiare in salita il suo vantaggio per avere probabilità di vestire a Trento la maglia rosa. E invece cosi non fu. Il duello Coppi-Bartall, che ormai aveva solo valore morale, passava quasi in seconda linea di fronte a quello CecchiMagnl. Se il primo godeva dell'aiuto, forse involontario, di Bartali, il secondo faceva assegnamento, una volta finita la salita, su quello dei suoi compagni Cottur e Bresci, che odgsiMcsdesgspa2gtbSnpsdvmdnnsiìegli avrebbe certamente rap-;-.g"tnto in discesa. Per l'uno st; 'trattava di aumentare il suo\1 vantaggio per vivere più tran-j . , a e a . , , l e o u -ìquillo nelle due ultime tappe .\di Pianura, mentre l'altro 7o-L-I»™* opporsi a. questa mira■ e per avere maggiori probabili-( tà di giuocare la sua carta .nelle dette tappe. Quando si vide che Magni passava sul Pordoi solo 53" dopo Cecchi, si intuì che la partita fra i due si sarebbe chiusa alla pari, cioè avrebbe lasciato le cose come prima. Ma si erano fatti i conti senza quell'oste maligno e cieco che è la sorte che, come nella Bologna-Udine, volle sorridere a Magni e fare il viso dell'armi alla maglia rosa. La lotta continua Cecchi forò, poi cadde, e fra i'suoi due Incidenti ci fu una foratura di Bartali. Immaginate se Magni, vedendo Cecchi appiedato, non mise le ali ai piedi. Il trio « rosso alabardato » si mise in piena azione, deciso a colpire il disgraziato Cecchi. E_« /.. jf/«„:i« t„~i„ non gli fu difficile farlo tanto piti che, dopo averlo aiutato nell'inseguimento, Bartali, per ordine di Pavesi, lo lasciò fare da solo. Così il ritardo della maglia rosa andò crescendo fino a superare quei 2'29" che aveva, in classifica, di vantaggio su Magni. Questi dunque entrò nel campo sportivo di Trento che si poteva dire possessore della divisa che aveva preso a Udine e perso ad Auronzo. Coppi, dopo avere portato il suo attivo a 4'4" a Cavalese, negli ultimi trenta chilometri^visto che il suo sogno non poteva più essere realizzato, mollò e andò calando, arrivando solo 2'51" prima del gruppo di Magni, regolato in volata da Ortelli. Così la maglia rosa cambiò titolare per la quinta volta Sarà l'ultima? Certo la posizione di Magni, che è passista di primo ordine, e per di più sostenuto dalla squadra più solida e organica, è difficilmente vulnerabile nelle tappe che rimangono e che non presentano, di salite, altro che il Brinzio, nella Brescia-Milano. Ma, se non è presumibile che Cecchi voglia tentare di tornare in possesso della maglia rosa dato che egli non è uomo da pianura e no?t dispone di una squadra cofl la quale far fronte a quella di cui dispone Magni, non è da escludere che Coppi, passista di ben altra classe e anche superiore a Magni, voglia e possa cogliere la minima occasione per ricuperare quell'1'20" che lo separa da Magni. Come cedete il Giro, trascinatosi sino a Bologna, sta finendo in bellezza e in Incertezza. Se di solito passate le Dolomiti si poteva dire con sicurezza chi lo avrebbe vinto, questa volta ogni previsione in proposito potrebbe essere azzardata. Giuseppe Ambrosini | Fausto Coppi passa, ormai solo, a! traguardo della montagna sul Pordol. (Tel. Moisio)