Il 2 giugno: squilli e preghiere di Vittorio Gorresio

Il 2 giugno: squilli e preghiere Il 2 giugno: squilli e preghiere Le giornaliste e le mogli dei diplomatici escluse dagli inviti - Generali ed ammiragli inquadrati per ordine d'altezza ■ Un reggimento di bersaglieri da Milano a Roma Roma, 29 maggio. Presto sarà il 2 giugno, anniversario della morte di Garibaldi e del referen&um istituzionale, e ricorrenza della festa della repubblica. Ci si prepara a farne una solenne celebrazione in tutta Italia ed a Roma l'impegno è certamente assai maggiore che altrove, non solamente per la sua qualità, di capitale nè solo per i ricordi trasteverini e gianicolcnsi di Garibaldi ohe impongono grandiosità alla celebrazione; sono motivi politici attualissimi a fare di questo 2 giugno giornata di paragone che si ricorderà molto utilmente negli anni da venire. Una polemica volgare C'è infatti concorrenza tra Chiesa e Stato laico. Siamo alla fine del mese di maggio mese mariano, e quindi alla vigilia del mese di giugno che la Chiesa dedica al Sacro Cuore di Gesù. V Z6 è stata la festa di San i llippo Neri, « il più romano dei «anrt » come è qui definito ed il sindaco di Roma, nell'occasione, ha offerto alcuni ceri ed un calice d'oro all'oratorio della Chiesa Nuova. E' tradizione antica, rinnovata ogni anno, e nessuno ha trovato da ridire, ad eccezione di qualche cronista di giornali di sini- etra, uscito a dir» ohe la Chiesa farebbe meglio ad aiutare 1 poveri anziché incamerare preziosi oggetti nei suol tesori. Una polemica volgai», come si vede, su motivi disgusti. Domani poi nella basilica dell'Ara Coeli, che sta fra il Campidoglio ed il monuménto a Vittorio Emanuele, lo stesso sindaco di Roma solennemente leggerà una formula liturgica che oonsacra la città intiera al Cuore di Maria. Farà un discorso padre Lombardi, sarà murata una lapida recante una scritta dedicatoria dettata dal latinista padre Genovesi, ci .sarà una processione e alla fine di tutto il oardinale Mioara impartirti la benedizione solenne. La lapide murala ricorderà che la Madonna dell'Ara Coeli debellò una pestilenza, poi fu sacrilegamente spogliata nel 1798 dai francesi del generale Berthier e finalmente reincoronata dieci anni orsono, 1938, quando l'attuale Papa ed allora 'cardinale Segretario di Stato Pacelli esaltò la Vergine dell'Ara Coeli come « la vera trionfatrive del Campidoglio, ai piedi della quale ogni altra grandezza si è annientata ». il sindaco è d'accordo, forse anche De Gasperi, di Einaudi non ci è permesso d'indurre opinioni, ma di Paociardi almeno si sa di certo che recalcitra. Pacdardi infatti sarà il regista della festa della Repubblica da celebrare mercoledì 2 giugno, a piazza Venezia proprio a due passi dalle scalinate dell'Ara Coeli donde domenica, domani sera, si innalzeranno al ciclo le preghiere a Maria Vergine. Che può Pacdardi per affermare il carattere laico della Repubblica'' Ricorre ai riti militari ed ha dato infatti per mercoledì disposizioni bellicose. Per fare assistere alla cerimonia, nel corso della quale Luigi Einaudi assumerà il comando delle forze di terra, del mare e dell'aria della Repubblica Italiana, ha inviato, un numero d'inviti assai ristretto. Ha poi personalmente stabilito che non potranno intervenire le consorti dei membri del Corpo diplomatico né saranno invitate giornaliste. Le sole donne ammesse sono le deputate a le senatrici, le vedove, le madri e le figlie di coloro alla cui .memoria è stata decretata una ricompensa al valore, e che sarà materialmente consegnata da Einaudi. Non che Pacoiardi sia un antifemminista: è che vuol dare al rito un carattere di militare austerità: anche i fotografi, del resto, saranno collocati in riquadri speciali, donde sarà fatto divieto di muoversi, e così i giornalisti saranno in fila sulla scalinata del Vittoriano. Alcuni hanno protestato avvertendo che in questo modo si impedisce, specialmente ai fotografi, di adempiere ai doveri del mestiere, ma Pacdardi ha ribattuto ohe anche i generali si metteranno in ordino di altezza cogli ammiragli e saranno inquadrati dal principio alla fine. La piazza sarà piena di soldati di tutti i corpi armati: esercito, marina, aviazione, carabinieri, guardia di finanza e polizia ed un reggimento di bersaglieri fatti venire apposta da Milano: ogni reparto con le bandiere; e le bandiere ad un certo punto, dieci minuti prima dell'arrivo di Einaudi, saranno fatte ascendere per aspettare il Presidente. Einaudi salirà per la scalea alle 9 precise preceduto da due corazzièri della sua guardia, che porteranno una corona sulla tomba del Soldato sconosciuto. Einaudi sosterà davanti a quella tomba, le truppe presenteranno le armi, le musiche suoneranno l'inno del Piave, .Einaudi distribuirà le ricompense al valor'militare, ed alle 9 e tre quarti lascerà piazza Venezia, secondo che prevede il cerimoniale di Pacdardi. FSsta in campagna Nel pomeriggio, chi dice sì e ohi dice no, ricevimento al Quirinale. L'altr'anno si era fatto a Montecitorio, ed in quella occasione De Nicola era uscito la prima volta ufficialmente da palazzo Giustiniani, con i carabinieri che trottavano davanti e dietro la sua automobile. Il ricevimento era riuscito bene, e per la prima volta era stato attribuito a Maria Laura Terradni il titolo di prima signora della Repubblica, quel titolo che doveva attirare su di lei l'attenzione degli italiani e dare poi la stura a tanti pettegolezzi indiscreti ed incresciosi. Tornato De Nicola nel palazzo Giustiniani, sotto le sue finestre era sfilato un corteo popolare con le fiaccole accese: veniva da piazza del popolo, dove Mole aveva pronunciato un discorso giacobino, gridando per tre volte: *Ca ira!» Sotto il balcone di palazzo Giustiniani si era commosso, invece, ed alcuni cronisti raccontarono che si fosse fermato a gambe larghe per la strada mandando baci a De Nicola. Tutti ci risero, nel legger la notizia, e Molò, per il vero, smenti di avere lanciato bad a chicchessia pubblicamente. Anche quest'anno ci saranno belle feste popolari, come ha informato il fronte che le sta organizzando. Anche il partito repubblioano è sceso in concorrenza ed ha annundato uria festa campestre da tenersi in una villa di Roma nel pomeriggio di mercoledì, «alla quale potranno accedere tutti gli iscritti al partito repubblicano italiano, i famigliari ed i simpatizzanti». Le singole sezioni sono state pertanto invitate ad astenersi dall'organizzar e festeggiamenti in concomitanza e domattina sarà tenuta una riunione di carattere organizzativo per definire in particolare il programmo della festa. Nel desiderio di Paociardx è che essa riesca splendida, non solamente per la villa, ma, per tutta la città, perchè egli vuol far vedere che la Repubblica può sostenere con i suoi riti, nell'interesse dello Stato laico, la concorrenza delle cerimonie religiose per il mese mariano, il Sacro Cuore, San Filippo, il Divino Amore,", cuore di Maria: la concorrenza i aperta, ed il primo esperimento fra domani ed il 2 giugno consentirà di presagirne gli sviluppi in occasione delle celebrazioni del '49 per la Repubblica Romana e del 'SO per l'Anno Santo. Vittorio Gorresio *•>■» mlnlstro Pacciardl organizzatore della parata

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