Si accentua in America la politica anticomunista

Si accentua in America la politica anticomunista Si accentua in America la politica anticomunista Un referendum auspica a grande maggioranza un deciso rafforzamento militare (Dal nostro corrispondente) Washington, 27 maggio. La maggioranza dei cittadini degli Stati Uniti è disposta ad inviare truppe in Italia, Francia, Grecia e Turchia per evitare che questi paesi cadano sotto il controllo della Russia. A questa conclusione è giunta una inchiesta promossa dalla rivista < Fortune », uno di quei settimanali a grande tiratura le.cui opinioni negli Stati Uniti hanno l'autorevole forza di una mozione alla Camera. L'inchiesta, condotta su centinaia di migliaia di persone, ha infatti reso noto che dal 52 al 56 per cento delle persone interpellate considera la questione della forza militare degli Stati Uniti e le relazioni con la Russia di pari importanza al problema del costo della vita. Almeno il trenta per cento ritiene che l'attuale politica degli Stati Uniti nei confronti della Russia non sia « forte > abbastanza, l'81 per cento.vuole vedere aumentata la forza dell'America, il 79 per cento è n?tf, mente favorevole al servizio militare obbligatorio ed il 6>ì per cento condivide la necessità - di chiamare alle armi qualche classe. Solo il 2 per cento crede che gli Stati Uniti dovrebbero cercare un accordo con la Russia, mentre il 3% ritiene che l'America non abiba mostrato un atteggiamento amichevole nei confronti dell'Unione Sovietica. Le percentuali di c Fortune» che formano oggetto di accese discussioni negli ambienti politici di Washington, precisano inoltre che il 61 per cento ritiene che gli Stati Uniti debbano fare qualcosa di più che spendere denaro in Europa per arrestare il comunismo. Il 56 per cento ritiene che sarebbe necessario l'impiego delle forze armate per impedire che la Francia venga dominata dalla Russia, il 55 per il caso dell'Italia e il 53 per la Grecia. Sulla questione delia Palestina solo il 57 per cento si è formata una opinione, di cui il 26 per cento a favore della spartizione, ed il 31 «per qualche altra soluzione ». Infine il 62 per cento ritiene che le grandi Potenze dovrebbero sostenere con la forza, se necessario, qualsiasi decisione delle N. U. per la Terrasanta. Il risultato della inchiesta di < Fortune » si inserisce perfettamente nel quadro politico del momento, in quanto in tal senso si vanno orientando le sedute del Senato sulla legge contro il comunismo. Il Procuratore generale Donald Richberg ha oggi dichiarato alla Commissione giudiziaria del Senato di approvare in pieno la legge anticomunista diretta, egli ha detto, contro «una organizzazione notoriamente impegnata in un complotto contro tutte le altre forme di governo per stabilire il' dominio di un ùnico partito ». Marshall, da parte sua, ha riaffermato anche oggi il principio anti-comunista della politica governativa, sottoponendo alla Commissione senatoriale per gli Affari esteri un elenco dettagliato delle violazioni degli accordi internazionali da parte russa. La precisazione del Segretario di Stato ha avuto luogo in seguito alla richiesta della Commissione di specificare l'esatto significato del passo del discorso del 17 marzo, secondo il quale < una nazione » è stata accusata di aver < persistentemente violato gli accordi internazionali che avrebbero fornito una base per una, giusta pace ». Per ognuna delle violazioni, Marshall ha citato i vari articoli degli accordi di Potsdam, di Yalta, di Teheran e di altre intese, dimostrando l'errata condotta del governo sovietico. La commissione senatoriale per gli affari esteri ha oggi approvato all' unanimità una mozione diretta al rafforza¬ mento delle Nazioni Unite, con la quale vengono proposte delle limitazioni al diritto di veto delle maggiori Potenze e si raccomanda che gli Stati Uniti incoraggino i piani di reciproca difesa. La mozione ò stata particolarmente importante, in quanto si è sostenuto il concetto che una minaccia alla pace in un punto del mondo costituisce una minaccia alla pace di tutto il mondo. La commissione ha inoltre raccomandato l'impiego della forza contro qualsiasi aggressione, si da permettere agli Stati Uniti di intervenire con il proprio esercito qualora la propria sicurezza venga posta in pericolo da un attacco armato in qualsiasi parte del mondo.

Persone citate: Donald Richberg