Il processo delle streghe di Giovanni Venturi

Il processo delle streghe Il processo delle streghe A colpi di roncola uccisero chi aveva gettato il malocchio sulla loro casa • Il figlio com plice si scaglia contro la madre assassina Bologna, 21 maggio. Dopo l'S settembre del 1943 nella casa dei coloni Lucchi, residenti a Tiola, presso Castel di Serravalle, la serenità che fino allora era regnata fu sostituita da un'ostinata e persistente sfortuna che tini per Indurre la famiglia a recarsi dal noto stregone Pietro Mazzarlni (conosciuto col nomignolo di «Piratt»), un vecchio di 76 anni. Questi sentenziò che la sfortuna era da ricercare nella influenza di una vicina, la presunto « strega » Giuseppina Pedretti. che venne invitata perentoriamente a togliere li malocchio. Per una fatale combinazione poche ore dopo 11 colloquio 11 veccliio capo-famiglia, Guglielmo Lucchi, si impiccava ad un trave delfienile. Perso 11 lume della ragione, la vedova, Anna Maria Fornaciai, < e 1 suol due figli, Clarice e Vittorio, si recavano armati di fai cetto e coltello a cercare della Pe dretti con l'Intenzione di uccider la. Ma, non trovandola in casa, sfogarono 11 loro cieco furore sul marito della presunta strega, Gino Grandi, trucidandolo barbaramente. Dopo l'arresto 1 tre assassini vennero riconosciuti da perizia psichiatrica infermi di mente, completamente la madre e parzialmente 1 figli. Il processo a carico del Lucchi e del mago Pietro Mazzarlni si è iniziato stamane presso la nostra Corte d'Assise. La « strega » Giuseppina Pedrettl si è costituita parte civile. La seduta si è aperta con la deposizione della Fornaciarl. E' costei una donna piccola, rinsecchita, dagli occhi chiari e mobilissimi, porta In capo un fazzoletto nero e veste modestamente di blu scuro. « Quando passavamo dice piangendo — la strega faceva In faccia il " segno " con uno stecco, con il fazzoletto o con la scopa. le nestlè non mangiavano e noi stavamo poco bene. La chiamammo in casa il 21 gennaio, le chiedemmo perchè ci faceva del male, promise di smetterla e Invece ce ne fece sempre di più. Vittorio andò il 28 da Piratt e riferì che lo stregone aveva detto che bisognava che essa morisse. Tutta la notte abbiamo pianto. Quando ho visto attaccato lassù .11 cadavere di mio marito ho perso 11 lume della ragione ed ho gridato: " Vado ad ammazzare quella stregai ". Ho trovato la porta aperta. Gino Grandi stava nella stanza ed aveva un bicchiere In mano. Non è stato capace nemmeno di tirarmelo In faccia. Poi Vittorio ha detto: " Mamma, basta! bastai ". Clarice è venuta dopo ». Yi'me poi chiamato a deporre Vittorio Lucchi: è un giovane di 33 anni, alto e bruno, ma] vestito, con lo sguardo spento. Per quanto sollecitato dal Presidente, non par- J la, balbetta solo: « Non ricordo », All'udienza pomeridiana è stata interrogata la presunta strega Giuseppina Pedrettl, che negando ogni addebito ha concluso: « Se la strega ero io, perchè hanno ucciso mio marito? ». Vivaci battibecchi con la Fornaciarl e con Vittorio Lucchi ha suscitato la deposizione di un vicino di casa del Pedrettl. Anto nlo Venturi vide arrivare la Fornaciarl con in mano il coltello della sfoglia: gli disse di andarsene In casa, altrimenti avrebbe ucciso anche lui. Subito dopo arrivò Vittorio, anche lui col coltello. Il figlio, Giovanni Venturi, vide da una finestra 11 vittorio mentre vibrava coltellate al Grandi, e lo prese alle spalle per ter mario, ma ne fu minacciato. Il battibecco assume a questo punto toni drammatici. — Anna Maria Fornaciarl, di la verità, altrimenti vai in galera! Vittorio Lucchi: — Ci slamo visti sulla porta! — Non puoi avermi visto! — Avevi in mano la roncola! — Ma non l'ho adoperata. E' stata solo mia madre a colpire il Grandi ». Giovanni Venturi: — Confermo che t'ho visto col coltello In questo modo — e fa 11 gesto. — Tira vi sulla testa del Grandi, che si metteva le mani sul capo per difendersi ». L'udienza sarà ripresa domat Una. Lo scandalo del Tesoro

Luoghi citati: Bologna, Serravalle