La piena del Tanaro decresce ma i danni sono ingenti

La piena del Tanaro decresce ma i danni sono ingenti La piena del Tanaro decresce ma i danni sono ingenti (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 17 aprile. I treni- diretti, partenti da Torino per Genova ed oltre, non transitano da Alessandria, perchè deviati ad Asti sulla linea di Acqui. Non oi arrivano nemmeno gli accelerati, perchè fermati a poche centinaia di metri dalla città, cosi come i treni provenienti da Milano, Gasale, Vercelli e Pavia. Tutta colpa del fiume Tanaro, il quale ingrossatosi contro ogni precedente ed ogni previsione, ha urtato in malo modo un ponte già incrinato, slabbrato e ridotto allo stato di miseria dai bombardamenti aerei. Il pilone della quinta arcata a partire dalla stazione di Alessandria, già con le grucce di legno, ha perduto il suo rinforzo in muratura, facendo cedere parzialmente la linea ferroviaria; anche la penultima arcata sta male, e non si può procedere a rimedi d'urgenza sino a quando il corso del fiume non sarà tornato normale. II Tanaro, a differenza della Bormida che si' sta comportando meglio, non è 'corso d'acqua a carattere torrentizio; ma venerdì, improvvisamente, e cresciuto di volume — proprio come un torrente — facendosi minaccioso. Pare ohe la causa essenziale dell' avvenimento sia da ricercarsi nell'azione concomitante di temporali e di un disgelo massiccio, provocato da venti caldi. DI certo, nulla di slmile ricordano i giovani prima del 1926 e, i vecchi, prima di 70 anni fa. Il punto di maggior pressione è stato registrato presso Solerò a Villa del Foro, in un settore dove il Tanaro descrive una specie di ferro di cavallo-, 11, sarebbe stato pressoché impossibile impedire straripamenti; poco più a valle, un rinforzamento di argini ha evitato l'allagamento di una fattoria importante, ma il volume delle acque, sempre più difficilmente cor ter 'o. ha dilagato sulla riva sinistra nei comuni di Masio, Quattordlo. Felizzano, raggiungendo i sobborghi di Alessandria in frazione Astuti (San Michele). Non è ancora possibile fare un .calcolo esatto d»l terreno inonda to e, meno che meno, dei danni arrecati. Si parla di quindici mila' e di ventimila ettari andati sommersi, ma non tutte le sommersioni sono radicali ed irreparabilmente rovinose. Taluni punti, è vero, sembrano mare; remi di auattro metri non toccano il fono; ma in tal ai tri l'acqua affiora appena e se è rovinato il foraggio, perchè, infangato com'è, risulta pericoloso all'alimentazione del bestiame, il grano può dirsi quasi salvo, non del tutto rovinate le viti, forse non intaccate le barbabietole e salvabili le patate. Un guaio di non indifferente portata ha subito pure la città di Alessandria, perche le acque del Tanaro, premendo con il loro corso impetuoso contro gli sbocchi delle fognature, hanno creato ingurgiti con il conseguente allagamento di un centinaio di cantine. Più grave ancora è l'isolamento di alcune fattorie o case coloniche, circa una decina, i cui proprietari, peraltro, non intendono abbandonare. C'è, in essi — e senza retorica — un po' di quell'eroismo che porta i comandanti delle navi a lui- naufragio — se occorre — con ease. lasciato il pianterreno con tutto il trasportabile — comprese le bestie — si sono ritirati nei piani di - sopra, pronti,,ovo occorra a servirsi del tetto cóme lotta di pazienza contro la collera del fiume. La quale, nelle ultime 24 ore, segna un principio di tendenza alla calma. Le sue acque sono ancora torbide, di un torbido color cenere denso a monte, di colore fangoso a valle, ma lasciano sperare. Gli stormi di rondini marine, arrivati di lontano con l'allettamento di una pesca facile, cominciano a diradarsi; la pioggia di ieri notte non ha registrato peggioramenti negli idrometri. Per i danni, le prime ipotesi sono molto inferiori alla realtà. Nel solo settore di Solerò, dove si è parlato di duecento milioni, bisogna moltiplicare questa cifra almeno per tre. I sinistrati «attendono aiuti dal governo, ma è doveioso riconoscere che non si abbandonano a nessuna forma di disperazione. In località Tripoli, ho incontrato una vecchia contadina la. quale ha risto travolto l'Intero lavoro di un anno su dodici moggia di terra senza una minima speranza di ricupero, alzare gli occhi al cielo nella rassegnazione dei forti; a Molini, il contadino Ercole Pietro confortava i suoi cognati con i vantaggi della sua maggiore età, la quale gli aveva insegnato a trovare, nella forza di riprendersi, il più superbo conforto contro i colpi della sorte avversa. Egli sapeva che le terre vicine ai fiumi, più generose di frutti per questa vicinanza, sono soggetto a delusioni periodiche. Sullo stesso argomento, potrei elencare oasi a decine: il che pone a uno stesso piano di dignità le vittime che hanno sofferto e lo Stato che è in dovere di alleviare le loro sofferenze. Per parziale fortuna, il fiume m se stesso non Ha provocato vittime umane. Una misteriosa capanna di legno con a bordo una donna morta e che nessuno avrebbe potuto fermare, non trova sinora alcuna conferma attendibile. Però, un fulmine ha colpito, uccidendola, la giovinetta Teresa Ferraro di 14 anni, mentre chiudeva una finestra. a. a.

Persone citate: Ercole Pietro, Molini, Teresa Ferraro