Burrasca alla Camera francese

Burrasca alla Camera francese Burrasca alla Camera francese Un voto sorpresa cattolici cedono sul 1 Per evitare una crisi, i la questione delle scuole (Dal nostro corrispondente) Parigi, 15 maggio. Il Presidente della Repubblica, che la notte scorsa viaggiava tranquillamente in direzione di Macon per assistere alla fiera dei vini di Borgogna, era lungi dal pensare che lo inseguiva passo passo la minaccia d'una crisi ministeriale. Egli aveva presieduto poco prima un banchetto in onore della principessa Elisabetta e tutto gli appariva roseo e tran, quillo mentre, alla Camera, il Governo minacciava di sfasciarsi e la terza forza si m orinava pericolosamente a causa dello statuto da darsi alle 28 scuole del bacino minerario del Mezzogiorno di Francia. Queste 28 scuole private, dove insegnano in tutto 80 maestre, furono create dalla direzione delle miniere per soddisfare le esigenze della popolazione locale. Quando le miniere vennero nazionalizzate, i socialisti proposero di nazionalizzare anche le scuole. L'intenzione era evidente: volevano sottrarle all'insegnamento libero che è in mano ai cattolici. Il Governo di cui è capo un cattolico, Schuman, presentò però un contro-progetto e da Sarecchi mesi il problema era ì discussione, opponendo ogni volta socialisti a cattolici in seno al ministero e anche in seno alla commissione parlamentare dell'educazione nazionale. Al congresso di Tolosa, i cattolici decisero di non fare di quelle scuole « un affare di stato » comprendendo la necessità di non urtare i socialisti per poter meglio resistere presentando un fronte governativo unico alle richieste di De Gaulle; i cattolici vollero evitare qualsiasi argomento che potesse dividerli dai socialisti e creare con essi ragioni di diffidenza. Ma tutte le precauzioni si sono verificate inutili. Dinanzi ai fatti, l'opposizione irriducibile fra cattolici e sinistra sui problemi della laicità, è scoppiata. Dopo aver promesso, per voce dei loro ministri, che avrebbero votato 11 progetto governativo, i socialisti si sono messi invece a votare il progetto di Ramadier. Un incidente è scoppiato tra il presidente del consiglio cattolico e il ministro dell'educazione nazionale, so' cialista, e lo spettro della crisi è apparso nei corridoi dell'assemblea in piena notte. Una dimissione del Governo era però impossibile; Vincent Aurlol, abbiamo detto, viaggiava verso Magon, in viaggio erano anche i ministri della giustizia, della sanità pubblica e della ricostruzione; era ammalato quello dell'aria e il ministro del commercio, chiamato al tele- ■■IIIIIIIIIIIIIIIllIIIIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIillllllllllillfono, rispose che lo lasciassero in pace perchè aveva sonno. L'unica soluzione possibile era mettersi d'accordo tanto più che una crisi sarebbe stata insolubile. Dove trovare i 309 voti costituzionalmente necessari per l'investitura di un nuo. vo capo di governo? Non trovando quei 309 voti e non potendo formare il governo nuovo, sarebbe diventato indispensabile lo scioglimento, come vuole De Gaulle, della Camera. Nè socialisti nè cattolici sono però disposti, almeno per ora, a fare il gioco del generale e, dopo lunga e animata discussione, fu trovato un terreno di intesa. Il governo ha detto all'assemblea nazionale di fare a modo suo a proposito delle scuole e 1 ministri si sono astenuti in blocco dal voto. E' stato cosi votato il progetto di legge socialista per 297 voti contro 270. La maggioranza che si è manifestata e nettamene di fronte popolare essendo composta di socialisti, comunisti e 19 radicali. Tutta la sinistra si è trovata unita sul tema, della laicità. Si tratta, tutti ne sono llllllIIIIllllllMIIIIIIIIIIIIIIIIlflIIIHtllllllillllllllilsicuri, della maggioranza di un giorno solo; i comunisti sono i primi a evitare di trionfare sebbene registrino con soddisfazione il disaccordo che regna nella terza forza. Soddisfa, zione anche nel campo degaullista, dove si sottolinea che i cattolici hanno dovuto cedere Il secondo congresso della Unione democratica socialista della resistenza dell'ex ministro Pleven ha cominciato oggi i suoi lavori e trarrà indubbiamente opportuni insegnamenti dal voto della notte scorsa. E' evidente che il governo della terza forza esce tutt'altro che rafforzato dalla rottura della terza forza nel parlamento, an. che se tale rottura è solo provvisoria. Un deputato cattolico diceva stamane che l'azione dei socialisti non potrà essere dimenticata. Pare che il governo sia stato indotto a cedere per guadagnare tempo e salvare il franco. Il problema finanziario si pone Infatti di nuovo con una certa acutezza e corre voce che il ministro delle finanze stia preparando un nuovo piano. m

Persone citate: De Gaulle, Magon, Pleven, Schuman, Vincent Aurlol

Luoghi citati: Francia, Parigi, Tolosa