Una missione a Washington di due diplomatici dell'URSS

Una missione a Washington di due diplomatici dell'URSS Una missione a Washington di due diplomatici dell'URSS Uno di essi è Malik, braccio destro dipIolotoT - Segrete le ragioni del viaggio (Dal nostro corrispondente) Londra, 13 maggio. . Il pasticcio russo-americano ai complica con la notizia che oggi sono partiti per Londra dall'aeroporto di Gatow a Berlino due misteriosi personaggi russi: il signor Jacob Malik ed il signor Boris Lobatenko. Entrambi viaggiano su un apparecchio delta britannica È. E. A. La ragione della loro visita a Londra è ravvolta nel pia completo mistero, ma qui si è sugli spilli in considerazione della personalità del Malik, il quale appartiene al Gabinetto di Molotov e ne è in certo qualmodo U braccio destro e sembra eia arrivato a Berlino direttamente da Mosca. Egli è stato ricevuto all'aeroporto di Gatow con grande cerimonia da alti funzionari sovietici e britannici, ed è stato visto in una grossa vettura Borsch scortata da altre due automobili, in una delle quali v'era un funzionario russo vestito, cosa eccezionalissima a Berlino, dell'uniforme grigia del servizio diplomatico sovietico. Malik ed il suo compagno, che erano in borghese, sono stati scortati all'apparecchio prima degli altri passeggeri. Un'ora prima della loro partenza, era arrivato, nell'apparecchio britannico provenien¬ te da Londra, un altro funzionario sovietico. La pubblicazione delle note scambiate fra Molotov e Bedell Smith e le vigorose dichiarazioni di Washington hanno ridotto a più modeste proporzioni l'episodio ed in certo qua! modo messo il cuore in pace agl'inglesi; ed a Londra si faceva oggi l'autopsia al cosiddetto passo di Mosca. La teoria che i russi avessero "iato- fiato alle trombe soltanto sotto lo stimolo di seminare la zizzania fra la Gran Bretagna e l'America e raccogliere una vittoria propagandistica non sembra a Londra una spiegazione sufficiente. Del resto, che i russi s'aspettassero qualcosa di più di questo è mostrato dal modo in cui la notizia era stata trattata dalla stampa dei paesi satelliti, dove era stata presentata come « il principio della fine della guerra fredda ». Sembra quindi a Londra molto più, probabile che Mosca s'aspettasse con la sua tattica di forzare gli americani ad iniziare discussioni a due con la Russia e ritenesse magari anche possibile di provocare nell'unione occidentale un rallentamento che desse respiro ai sovietici. parte del Cremlino, in sita a Waehi risposto pax dendo, che n la, e che tot meglio infoi tutto, avrebbe qualcosa n Presidi disfatto. Rid te faceva già detto * man'Selnr'- leralissimo del erito ad una vion. Truman ha temente «orline sapeva nulgiornalisti, i ti sempre su potuto dirgli o. ppariva sodbonariamendi « aver j alle (lc~ oghi parte. E' un fatto che la presa di posizione americana, di fronte al silenzio sovietico, dopo la trasmissione radio della nota presentata da Bedell Smith a Molotov, ha lasciato tutti perplessi e incerti. Non si sa dove si vuole giungere. L'interrogativo rimane per 11 momento senza risposta. E vale la pena di cercarla al Congresso: qui Hoffman, amministratore per il piano di ripresa europeo, ha fatto alcune precisazioni sulla situazione: egli ha chiesto dollari per la messa in atto del programma, ed ha fatto alcune cifre: Si tratta — egli ha però aggiunto — di dati puramente indicativi, in quanto non si ritiene ammissibile e giusto dare delle cifre definitive, quando ancora si è in fase di assestamento. Una grande parte delle spese del primo an no (tuttavia, meno di metà circa dello stanziamento) è sotto la voce «generi alimien tari ». Seguono le materie pri me, e quindi gli impianti ed i macchinari. L'Europa ha fa me. Questo è il primo problema: alla ricostruzione si può pensare solo quando 1 lavoratori potranno avere forze sufficienti: non si costruisce senza dar da mangiare ai lavora tori. Sulla questione delle assegnazioni di viveri si è opposto che in Europa, e precisamente in Olanda, si distruggono notevoli quantitativi di derrate alimentari. La risposta di Hoffman sembra giusta: si tratta di generi rimasti bloccati che non possono veni re assorbiti dal mercato interno e da quello estero, e di quantitativi di generi deperibili che verranno di conseguenza distrutti. Hoffman ha poi fatto alcune precisazioni sulle destina zioni del fondi di aiuto: «Oo corre — egli ha detto testualmente — che le nazioni sappiano che per aver dollari devono fare questo, e questo, e questo. Non si tratta di imposizioni o violazioni al princi pio della indipendenza Le na zìoni partecipanti si sono impegnate a raggiungere un determinato obiettivo e noi insegniamo loro la strada che a nostro avviso, sembra migliore. Ma non ammetteremo che il nostro soccorso serva alla costruzione di materiali bellici per la Russia. A coloro che contravverranno a questa clausola, gli aiuti verranno sospesi. Sono parole chiare, che danno un indirizzo politico al Piano Marshall. Quello che si sapeva già e che era stato comunemente accettato è che gli Stati Uniti, prima di pagare, devono essere sicuri del modo in cui vengono impiegate le loro somme. Non si tratta di limitazione della sovranità. Si potrebbe parlare di « non intervento ». Ma questo è un altro campo. Da Londra, intanto, l'ambasciatore Douglas comunica che Harriman è «soddisfatto» della visita a Parigi, soddi¬ sftrspciHalpdSbqbqsipPinCppsHac■iDcdmnstdmptnudlsceeppgdlcfggecmnpdftrsevilsnnldomlllllllIIIIIIIMIIIIIMIIIIIIIIIIMIUIIlllllIfllllll 9ia«1 sfatto e fiducioso. Questa potrebbe essere una prima risposta all'Interrogativo postoci prima. E le dichiarazioni di Hoffman ne costituiscono una altra. Mentre in tutto il mondo si parla di note diplomatiche e del futuro, in Europa e negli Stati Uniti si lavora, per il benessere comune. La politica qui non c'entra. C'entra la libertà dal bisogno, uno dei quattro prlnclpiì base su cui si fonda la vita civile. Ed è per questa che in Europa, a Parigi, in. America, a Washington, si lavora. Edoardo Depuri