Aeroporto senza dogana

Aeroporto senza dogana IL TRAFFICO AEREO INTERNAZIONALE Aeroporto senza dogana J torinesi pejr o a Londra x*e ìmjl volo A Parigi partirò da Milano Una quindicina di giorni or sono i ragazzi del « Torino » attendevano all'aeroporto dell'Aeritalia di poter salire a bordo dell'apparecchio che doveva trasportarli a Londra. Depositate valige e valigette discorrevano tra di loro, con 11 Commissario Unico e con 11' presidente comm. Novo. Passa un'ora, ne passa un'altra, 1 ragazzi continuano a discutere ma non. più di tecnica del calcio; l'argomento è ora un altro: quello della partenza. Sono diventati nervosi perchè all'ultimo momento pare siano sorte difficoltà, insormontabili al loro imbarco. La disavventura del Torino L'apparecchio, un bel trimotore argenteo delle Aviolinee italiane, giunto appositamente da Roma, è li che attende sulla pista in cemento; ma ha i motori fermi e l'ordine di metterli in moto non arriva mal. Perchè? Per il semplice fatto che il campo delI'Aeritalia — aperto al traffico civile dopo la liberazione poiché tutti gli altri, di Torino e dintorni, erano stati distrutti dai tedeschi — non è un aeroporto doganale. « Mandiamo a chiamare un funzionarlo e alcuni impiegati della dogana — propone ingenuamente qualcuno — in pochi minuti sbrigheranno^ tutte le formalità e cosi potremo partira ». A molti questa soluzione del problema pare semplicissima ; ma essi non sanno che non potrà mal essere accettata. Non sanno che gli organizzatori del viaggio hanno già telefonato a Roma, al Ministero delle Finanze; che vi sono complicate pratiche burocratiche da sbrigare; che il problema, insomma, è assai complesso. E cosi, quando finalmente giunge comunicazione che la partenza non può essere effettuata direttamente da Torino, essi non riescono a capacitarsene. Raccolgono valige e valigette e, a malincuore? salgono sul pullman che li condurrà a Milano; l'aeroplano andrà ad attenderli all'aeroporto della capitale lombarda che è perfettamente attrezzato per le operazioni doganali. L'incidente occorso alla squadra .del «Torino» rimette in discussione il problema dell'esclusione del nostro campo dal traffico aereo internazionale. Prima della guerra facevano capo a Torino linee aeree importantissime: per Parigi, Londra, Budapest, Bucarest. Distrutto l'aeroporto di Mlrafiori e concesso dalla Fiat il campo privato delI'Aeritalia all'utilizzazione delle società di navigazione aerea, questi collegamenti sono venuti a cessare. Perchè? Forse che è diminuita l'importanza della nostra città? Una spesa produttiva Eppure abbiamo visto progetti grandiosi di aeroporti quali forse nessuna città italiana possiede. Per parecchio tempo gli enti interessati hanno discusso sulla scelta della località: si parlò di Grugllasco, Venaria, Caselle, Stupinigi. Poi si trattò di esaminare il costo dell'impresa e nessuno si tirò indietro pur davanti a cifre imponenti. Infine, sormontati questi due scogli, non si trattava che di realizzare le idee grandiose: un campo d'aviazione veramente internazionale, fornito di tutte le più moderne attrezzature per le partenze e gli attcrraggi anche notturni, di radiofaro, dell'apparecchiatura per l'atterraggio « ZZ » e cosi via. E le idee furono Infatti concretizzate ma... solo sulla carta! E' un fatto, questo, che troppo spesso e da troppo tempo si ripete: le iniziative non mancano, le buone intenzioni ci sono, tutti sono pieni di entusiasmo e... non si fa mal nulla! Anzi, è già molto che qualche volta si riesca a trattenere con le unghie e con i denti ciò che è nostro e che altre città vorrebbero toglierci. Ammesso, però, che siano sorte! difficoltà per la costruzione dell'aeroporto, perchè non si è pensato di far funzionare temporaneamente quello delI'Aeritalia come campo doganale? Viene obbiettato che mancano i locali adeguati, «la pure nella più stretta misura indispensabile alla effettuazione del delicatissimo servizio doganale che dovrebbe essere svolto con quella rapidità e snellezza che si addice ad un mezzo di trasporto celere come l'aereo. La Fiat aveva iniziato, a sue spese, la costruzione di una pa¬ lazzina; ma non l'ha ultimata polche alla società il traffico aereo internazionale non Interest a direttamente: il campo le serve esclusivamente per il collaudo degli apparecchi che fabbrica. Le società di navigazione, dal canto loro, non intendono accollarsi l'onere poiché non eserciscono linee regolari con restero in partenza da Torino come un tempo; solo di rado qualche loro apparecchio dovrebbe partire dalla nostra città e atterrarvi. Ritengono troppo gravose le spese che dovrebbero sostenere per la soluzione di quei problemi che permetterebbero nuovamente 11 graduale inserimento della città nella rete del traffico internazionale. E allora chi, dunque, dovrebbe interessarsi? Il Ministero dell'Aria, in primo luogo, e poi il Comune: l'ultimazione della palazzina non è poi una grande spesa. Se infine si considera che il ripristino del servizio doganale nel campo riparerebbe la mutilazione del traffico che ha ora conseguenze dirette sulla economia della città con danni per l'industria e il commercio (senza contare che ne menoma il prestigio), c'è da concludere che la spesa si risolverebbe in un attivo. Intanto, nel prossimo mese di maggio, giungeranno dall'Inghilterra parecchi aeroplani che trasporteranno i tifosi i quali desiderano assistere alla partita di calcio Italia-Inghilterra. Hanno scelto l'aereo perchè è un mezzo veloce; e invece dovranno perdere tempo: atterreranno a Milano e quindi, in treno o in pullman, verranno a Torino; in giugno piloti stranieri che partecipano al giro d'Italia, faranno scalo anch'essi all'aeroporto lombardo. Non è possibile, almeno per allora, rimediare a questa grave manchevolezza? Occorre davvero molto oltre la buona volontà? n. p.

Persone citate: Novo