L'autore dei «falsi» vaticani di Ugo Zatterin

L'autore dei «falsi» vaticani L'autore dei «falsi» vaticani Uno scapestrato dall'anima servile; ha conquistato con l'arresto la notorietà che ha cercato in quarantanni di avventure, di conversioni e di malcostume La vicenda di un deputato svizzero amico di Nenni fedele di Saragat Roma, 12 aprile. Il « Hbro bianco » vaticano, come fu presentato dai giornali comunisti, ha trovato dunque il suo autore. Virgilio Scattolini ha confessato subito, senea bisogno di « interrogatori stringenti», alla prima domanda del funzionario di polizia che lo aveva arrestato come autore di menzogne a danno di uno Stato straniero. Egli e dunque il compilatore dei « documenti segreti della diplomazia vaticana » e il suo nome, sconosciuto ai più, ha conquistata ora quella notorietà che per quaranfanni lo Scattolini è andato cercando in un succedersi movimentato di avventure e di conversioni L'inno per la milizia Va polizia lo conobbe giovanissimo come istigatore di reato, come austriacante, infine come pornografo. Scattolini era allora uno scape, strato, felicemente immerso nelle ondate del dopoguerra. Fece l'ateo, l'anticristo, lo scrittore di avanguardia, il libellista. Finì a piazza San Sepolcro, si aggregò a Carli e SettimeV.', entrò nel grande giornalismo accodandosi al carro mussoliniano dell'impero. Come fasci:-ta fu un mediocre fascista. Tentò la fortuna in tutti i modi; lustrò gli stivali dei potenti, solleticò il prurito dei viziosi. Ad un certo punto scoperse di essere un poeta e lanciò per i circoli rionali le sue .rime battenti: « E tu musa sospendi la croma — perchè al centro noi siamo di Roma». La milizia portuale, invaghita di tanto tiriamo, lo inca- ricò di compilare l versi per il suo inno ufficiale e Virgilio Scattolini distillò quell'epico poema che concludeva: « Viva, viva, la milizia — che nei porti a guardia sta — fa del fascio la letizia — e del mare la beltà». Ci fu un momento in cui la sua quotazione negli ambulacri poetici del regime parve cosi salita da ritenere che la celebrità fosse vicina. Scattolini lanciò a Giuriati la grande idea di scrivere un poema in ottave e 27 « cantate» per tramandare ai posteri le glorie del fascismo. Come anticipazione, sussurrò al segretario del partito il distico di apertura: « /spiniti da Dio come nell'ere — del cantore profeta e sacerdote... ». GUiriatl fu entusiasta della proposta, che, secondo "le affermazioni del nuovo Virgilio, avrebbe dovuto superare il Virgilio antico; autorizzò ad iniziare- una sottoscrizione tra i camerati, impegnò fin da allora la casa editrice Plnciana per la pubblicazione e portò al duce il piano dei lavori. Scattolini fu sfortunato, perchè Mussolini osservò subito che un ignoto* camerata, Scattolini, non avrebbe potuto condurre-a termine un'opera tanto momentosa. Scattolini, bocciato come poeta del regime, si converti. Sconfessò il suo passato di pornografo, bruciò le sue carte infami, al posto di «Fior di lussuria» posò una copia del Vangelo. Per quasi due lustri la sua fede cristiana rifulse con esemplare luminosità. Ogni mattina egli non ometteva di accostarsi ai SS. Sacramenti, mentre il suo parlar castigato, la sua llllIflIIIIIHIIIIIIMHIlHIIIHIM I Illlllllll ricerca del bene, convinsero anche i più scettici che un figlio prodigo era veramente ritornato alla casa del Padre. Fu terziario domenicano e vice-critico cinematografico dell'Osservatore Romano, vergò un dramma sacro che non venne mai rappresentato, collaborò a giornali cattolici di provincia; guadagnava poche lire, viveva sempre da povero in due misere stanzette a via Bocca di Leone. Bugio smascherate Una volta tentò di presentarsi alla sala della stampa estera come informatore vaticano, e forni notizie che vennero considerate dal corrispondenti, anglo - americani come di " prim'ordine ". Dopo qualche giorno piovvero le smentite ed anche questa nuova via si chiuse inesorabilmente. Continua la triste vita tra chiesa, giornale e famiglia. Qualcuno da tempo andava borbottando che non ci si doveva fidare di lui, ma forse era più il sospetto per la conversione, che una precauzione fondata. Quando il suo nome apparve tra i confidenti dell'Ovra, dopo la liberazione, gli amici vaticani «e ne meravigliarono; non gli gettarono tuttavia la croce addosso, soltanto cominciarono ad evitarlo.- L'anno scorso in pieno " transatlantico " un deputato democristiano denunciò Virgilio Scattolini come informatore del Don Basilio., Egli non smenti, ma scomparve dotta circolazione. Un collega lo Incontrò una mattina, sempre malandato, con un messalino sotto il braccio perchè tornava dalla Messa Viratilo cominciò a giurargli che tutto quanto si diceva di lui non era vero. Ieri si è deciso a dire la verità. / " documenti della diplomazia vaticana ", egli ha soritto a sottoscritto, sono soltanto una manipolazione delle notizie che da alcuni anni andava fornendo a tale Filippo Setaccioli. Queste rivelazioni erano tutte immaginarle, e riguardavano gli spostamenti degli alti prelati, le udienze pontificie, gli atteggiamenti politici della Segreteria di Stato. Scattolini non si interessò mai di sapere a chi fossero poi riportate le sue informazioni, ma la pubblicazione del volume gli ha chiarito come esse finissero all'* Ufficio informazioni » del partito comunista. Probabilmente in quell'ufficio esse sarebbero anche rimaste, se la lotta a fondo contro la democrazia cristiana ed il fallimento della " bomba Cìpplco " non avessero spinto i dirigenti del fronte popolare a sparare tutte le cartucce. Senza badare alle approssimazioni ed alle incongruenze. L'angoscia di un saragatlano Le bugie di Scattolini vennero date alle stampe. Fu Nenni, probabilmente, che ebbe l'idea di attribuire l'edizione ad una Casa svizzera, e pensò all' on. Canevascini. Nenni conosoeva da lungo tempo il presidente della Società Cooperativa Operaia Editrice, e, benché il deputato svizzero fosse assai piti vicino politicamente al partito deU l'on. Saragat che al suo, una amicizia era rimasta anche tra loro, dal momento che per lungo tempo Giuliana Nen-'i era stata fidanzata col figlio del Canevascini. Quest'ultimo era nelle condizioni ideali per accettare la proposta: anticlericale per la pelle, aveva avuto anche di recente delle beghe coi cattolici del suo collegio e si trovava in lotta col parroco; fu ben lieto quindi di contrattaccare i suoi detrattori, tanto più ohe il messo dei socialisti italiani garantiva, sulla parola deU l'on. Nenni, l'autenticità dei documenti. I documenti vennero stampati per la S.C.O.E. in una tipografia di Novara. Le prime copie furono doverosamente inviate alla Gasa editrice. Gioioso che il suo attacco stesse per incominciare, Von. Canevascini cominciò a sfogliare le prime pagine. Non tardò ad accorgersi della verità. A parte le evidenti falsificazioni, fatti molto gravi erano descritti a danno dei socialisti autonomisti, pericolose asserzioni colpivano direttamente V on. Sara¬ UnslrIeapofmscMrpLngIsfismgCoaddIgclngaaiiiiiiiiiiiiiriiitititiiitiiiif 11 ]itiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii gat. Canevascini infine ne fu esterrefatto, sali sul primo treno e si precipitò a Milano, per chiedere consiglio al capo redattore dell' Umanità, Giovanni Pini.. Saragat in quei giorni si trovava in Lombardia. Il prof. Mondolfo lo rincorse e gli sottopose il volume: il vice-Presidente del Consiglio fu tra le prime persone in Italia che ebbero visione della bomba elettorale comunista, e potè quindi denunciare il falso prima che i giornali del fronte ne iniziassero il lancio pubblicitario. Come per il caso Oippico, la bomba esplodeva prima che i dinamitardi la lanciassero ed è finita ora miseramente con l'arresto del povero falsar »*>•. Ugo Zatterin

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano, Novara, Roma