La Chiesa e il comunismo di Domenico Bartoli

La Chiesa e il comunismo La Chiesa e il comunismo Roma, 7 aprile.. Uno che lo conosce bene chiese a De Gasperi, qualche settimana fa, come mai avesse iniziato con tanta violenza la campagna elettorale. Rispose il presidente : « Mi pareva che due stati d'animo contrari, ma tutti e due pericolosi, si stessero diffondendo: una tendenza all'abbandono, alla resa ' davanti ai comunisti, ed una tendenza all'ottimismo irragionevole. Ho creduto che bisognasse scuotere l'opinione pubblica, richiamare tutti kli elettori ai loro doveri ». E' esatto. Ma si può cercare una spiegazione più profonda dell energia combattiva dimostrata da De Gasperi e da tutti i democristiani nella campagna elettorale. La lotta politica si è trasformata in lotta religiosa. Il Papa, i vescovi, i parroci, la Compagnia di Gesù col suo uomo di punta, il padre Lombardi, sono scesi in campo, e da tutti i pulpiti lanciano anatemi ed incitamenti. Storicamente le elezioni del 18 aprile possono essere viste su due sfondi, su due prospettive: una prospettiva internazionale, ed allora le nostre elezioni prendono l'aspetto di un episodio, forse decisivo, nell'antagonismo mondiale fra Stati Uniti e Russia ; una prospettiva interna, italiana, e allora esse diventano una fase nella lotta fra la Chiesa e le forze anti-cattoliche ed anticristiane del comunismo. Tutto il resto è secondario e resta ai margini. Dovendo scegliere, gli italiani che non sono cattolici praticanti ma neppure comunisti, stanno dalla parte della Chiesa, od almeno cogli alleati occasionali della Chiesa (socialisti anticomunisti, repubblicani, liberali, ecc.). Credono di trovare da quella parte una garanzia per la libertà e per i valori fondamentali della nostra vita. L'intervento sul campo di questi uomini, di questa terza forza, come il diversivo monarchico o neofascista dell'estrema destra, non modifica i termini fondamentali della lotta, che sqno quelli di una guerra di religióne': una guerra, per fortuna, soltanto elettorale. I cqmunisti hanno cercato di evitare fino all'ultimo che la campagna fosse impostata cosi. Sono ricorsi a qualunque mezzo, a qualunque ripiego. Anche l'altro giorno, in un messaggio al clero italiano, il fronte ripeteva il proprio rispetto per la religione. Anzi, lo stato maggiore del fronte tenta di rivendicare al proprio movimento una legittima discendenza cristiana : « Cristo è con i poveri, è con noi ». Franco Rodano, un comunista cattolico, ha un ufficio alla sede del partito comunista ed offre il contributo della propria preparazione culturale ai dirigenti di via delle Botteghe Oscure. E' il consigliere ecclesiastico di Togliatti. Vengono da lui probabilmente quelle citazioni del Vangelo che si leggono in alcuni manifesti. Ma l'ignoranza dei propagandisti incaricati di servirsi di quelle citazioni deve essere grande. Si è visto su un manifesto il nome di un quinto evangelista,' San Giacomo. Nel fronte c'è anche una piccola schiera di cattolici, formalmente indipendenti dal comunismo, raccolti nel movimento cristiano per la pace sotto la guida di Miglioli, l'acceso sinda cali3ta cristiano cremonese. Con i ripetuti riconoscimenti della libertà religiosa, con l'accettazione piena dei patti del Laterano, inseriti nella Costituzione per il voto dello stesso partito comunista, Togliatti sperava di evitare la crociata. Era un calcolo sbagliato, anzi ingenuo. L'esperienza della Chiesa è troppo ricca perchè possa cadere in una trappola cosi grossolana. La Chiesa non si preoccupa tanto delle dottrine marxiste, delle tesi del materialismo storico: guarda i fatti, vede che cosa succede nei Paesi governati dal comunismo ed intende evitare che la stessa situazione si verifichi in Italia, n Vaticano si preoccupa costantemente di una cosa: di garantire la libertà di culto e di proselitismo. Il suo atteggiamento verso Mussolini, verso Hitler, ora favorevole ora ostile, non si spiega se non si tiene conto di quel punto di vista fondamentale. La Chiesa tiene prima di tutto alle sue liberta, e combatte tutti i regimi che minacciano di opprimerle o di ridurle, ed accetta quelli che le concedono o mantengono. Col comunismo non ci possono essere dubbi. La Chiesa conosce fin d'ora quale sarebbe la sua sorte sotto un regime comunista. E così si è gettata nella lotta con tutte le sue forze, religiose e laiche. I comunisti hanno subito l'iniziativa del clero « della democrazia cristiana. Forse sorpresi da tanta violenza, hanno reagito con altrettanta violenza e con maggiore grossolanità, come è nei loro costumi. La lotta non è mai stata, è vero, di natura ideologica. Non hanno toccato le dottrine: si sone sfogati contro le persone. Ma come sostenere validamente una distinzione così sottile? Come far credere di rispettare la Chiesa mentre si insultano i sacerdoti ? Domenica i giornali del Fronte pubblicavano insieme il rispettoso messaggio al eie- ticano. Dovevano scegliere fra le due cose. La nostra campagna elettorale ha, dunque, tutto il carattere di una crociata. Il fatto può piacere o no, ma è indiscutibile. La Chiesa ha messo nel giuoco tutta se stessa, con un coraggio giovanile che alcuni forse non sospettavano. Sembra che la gioventù cattolica abbia perfino preparato certe formazioni semi-militari da impiegare a fianco della polizia se venissero giornate difficili. Di fronte al deciso atteggiamento di questa antica Chiesa, sta l'atteggiamento falsamente moderato della nuova chiesa o pseudochiesa, proletaria. La democrazia cristiana si batte sotto l'insegna della croce; il comunismo ha creduto di dover innalzare a propria bandiera il vòlto di Garibaldi, lasciando cadere la falce e martello. Giuocano a parti rovesciate, energici fino al limite della violenza i moderati, moderati fino all'ambiguità i violenti. Non sapremo fino al 20 o al 21 aprile l'esito di questo duello, e forse non lo sapremo neppure allora, perchè le elezioni sono soltanto un inizio. Ma sappiamo' fin d'ora una cosa : che l'atteggiamento delle forze cristiane, combinato con alcuni importanti avvenimenti internazionali, ha fatto passare l'ottimismo, la fiducia da un campo all'altro. Domenico Bartoli antchitsrtdgècsSpmctsrcigszmmrinmrntmonnnanzsrunSsacdzdcdructR(l

Persone citate: De Gasperi, Franco Rodano, Hitler, Miglioli, Mussolini, Togliatti

Luoghi citati: Italia, Roma, Russia, Stati Uniti