Aria diversa a Tel Aviv di Paolo Monelli

Aria diversa a Tel Aviv Aria diversa a Tel Aviv La città ha trent'anni ed è brutta - Manca l'anima ma la gente e risoluta, sicura di sè e della causa - Locali notturni e whisky (Dal nostro inviato speciale) TEL AVIV, aprile. Dalia finestra dell'albergo vedo il lungo mare; ed il Mediterraneo, verde e bianco, ingrossato dal libeccio che versa piovaschi e umide tregue di sole-; e gruppi di borghesi un po' pingui che fanno gli esercizi militari al comando di altri borghesi; girano in tondo, ad un improvviso ordine s'arrestano e puntano il fucile; e le /accie, che fin che giravano in tondo erano placide ed un po' annoiate, assumono una subitanea fissità feroce. Poi m'entra in camera l'amico e mi dice che iersera, nonostante la guardia comanda.ta dall'Agenzia ebraica alla nostra auto, che è immatricolata a Damasco ed ha quindi una targa scritta in arabo, per quella targa è stata assaltata da un gruppo di turbolenti giovani, che hanno acciaccata la targa e si sono impadroniti della bandierina italiana. Le mani in pasta: A Tel Aviv spira un'altra aria che a Gerusalemme. Qui la gente è più risoluta, più sicura di sè e della causa, più intransigente. Non iiiiiiiiiiiiniiiiiiiriiiiiiiiiiiiikiiriiiìiiiiiitiiiiiiirin c'è, a Tel Aviv, quell'aria di ghetto che vi ho descritto di Gerusalemme, nè lo sparacchiare continuo. Tel Aviv da una parte confina con la nona morta che la divide da Giaffa, e qui ogni tanto ara.,6i ed ebrei si azzuffano in battaglie regolari; ma a nord a est a nord-est è ben . bene ribadita da una profonda zona di colonie ebree, in città c'è tutto, ai vive tranquilli senza timore di attacchi e di sorprese, i negozii chiudono solo a notte, ci sono concerti, teatri, iersera siamo stati in un locale notturno che chiamano night-club, ci vengono giovanotti con l'aria di impiegati di banca e fanciulle ben vestite, a ballare ed a bere whisky. E se si parla con gente che ha le mani in pasta nelle faccende politiche o militari, si vede che non /tanno solo quell'idea fissa degli arabi da cui difendersi, degli inglesi da cui liberarsi al più presto, hanno anche problemi interni, comunali, sociali, si sentono talmente già Stato, decidano quello ohe vogliono quei aignori a Lake Success, che hanno tèmpo e voglia per dissidi interni; tanto che nelle ultime ele¬ aiìiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiri iiiiiiiiiiniiiiiMiiiiit zioni'comunali c'erano non so pia se trenta o trentadue Uste a contendersi la vittoria, Tel Aviv non ve la descriverò; è una brutta a pretenziosa città, ma non Ce da meravigliarsene, pensate agli orribili sobborghi nati attorno alle nostre città negli ultimi trent'anni, e avrete Tel Aviv che ha poco più di trentanni, sorta com» quartiere periferico di Giaffa sulle dune marine a settentrione. Ha solo trent'anni, e già vi si riconoscono due stai; quello dei primi costruttori che avevano in mente i dignitosi quartieri ebrei di Varsavia, di Cracovia, il Kurfiistendamm ed il Bayrisohe Viertél di Berlino, e tiraron sù banche e palazzi e scuole e case d'affitto in quello stile, fra l'ottocento ornato di stucco ed il falso romanico, con intonachi colorati di verde e di rosa; e quello più recente, quando ai primi romantici pionieri si sostituirono i fonatici pianificatori di un nuovo stato, e immigrati.tedeschi austriaci boemi ungheresi staccati a forza dai loro quartieri modernissimi, vollero ricreare qui le case iiniiiriiiiiiiiiiiiiiiiiinii! in cemento, lo stile novecen- ■ to con i balconi a saponiera. Questo non è colpa degli eirei, è colpa della nostra epoca senza fede, senza vita interiore; e una cosa sola manca ai nuovi lindi villaggi: le case non si raggruppano attorno ad un campanile cristiano, ad un minareto mussulmano, per umile che sia, ma che basta a dare un senso di eterno e di divino alle labili vite che esse racchiudono, dondolio di campana, voce di muezzin. Un fiorentino a Gerusalemme Tel Aviv oggi con i suoi 150.000 abitanti, la cintura delle floride colonie, U porto, una rada ove atanno all'ancora numerose navi, già è considerata dagli ebrei come la capitale del nuovo stato palestinese ebraico, vogliano o non vogliano più creare questo stato quelli dell'Orni. Dissi In una mia lettera precedente che la Agenzia Ebraica ha assunto la qualità di vero e proprio governo, e di' tempo, in previsione della spartizione, si sta preparando ad assumere ■ i compiti amministrativi, giudiziari, fiscali e sociali di un governo; e commissioni lavorano frettolosamente a rifinirne gli strumenti e i regolamenti. Fra l'altro ho trovato a Gerusalemme un ebreo italiano, il fiorentino dottor Vitto, già professore di diritto in una nostra università, che sta preparando -il futuro codice civile ebraico; la difficoltà non è tanto giuridica quanto linguistica; questa lingua ebraica fatta rivivere dopo venti secoli è primitiva e poetica, si presta benissimo per lodare la primavera e le belle fanciulle, ha un amabile tono fuori del tempo per cui fumare si dice c far vapore » e piacere si esprime con la perifrasi « trovar grazia agli occhi »,- cosicché se offrite una sigaretta ad una ragazza essa per dirvi di no dirà che emetter vapore non trova grazia ai suoi occhi. Ita per esprimere idee moderne e scientifiche, dato ohe come tutte le lingue sorte per affermazione nazionalista l'ebraico rinato rifugge dai neologismi greci e latini, il vocabolario offerto dal Vecchio Testamento — quei libri che non sono scritti in greco o in aramaico — e dal Talmud non è sufficiente, nè per ti diritto l'halakah (interpretazione giuridica del Pentateuco) è fonte bastevole. Si rompo gli indugi L'andamento delle cose a Lake Success in questi ultimi giorni, e la dichiarazione . di Truman che l'America abiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiuHtiiNiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iniiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiia bandona il progetto di spartizione della Palestina ha consigliato l'Agenzia Ebraica a rompere gli indugi. Di questi giorni si sono radunati qui a Tel Aviv membri del Consiglio nazionale e aeU l'Agenzia ebraica ed hanno deciso l'immediata costituzione di un governo provvisorio ebraico che non avrà più bisogno di aspettare la data del 15 maggio (cessazione del mandato britannico^, ma potrà prendere ti potere da un momento all'altro. Il comunicato relativo afferma che a questo passo gli ebrei sono stati indotti dal progetto di tutela ventilato dalf'America e daR'Onu, al quale fanno risoluta opposizione, perchè li priverebbe dell'indipendenza. Tuttavia il comunicato conclude offrendo amicizia agli arabi di Palestina ed ai paesi arabi vicini coni quali gli-ebrei aaranno felici di collaborare. Va notato che anche gli arabi, voglio dire il Comitato supremo della Lega Araba per bocca di Munir el Husseini e del dottor Khuri, hanno dichiarato al Cairo che non accettano la proposta di una tutela dell'Orni; ma naturalmente questo è il solo punto di contatto con gli ebrei — dei quali la proclamazione di un governo provvisorio considerano una provocazione. — Ed ai consigli di tregua che giungono dall'America gli arabi rispondono che sono più desiderosi degli altri di metter fine alla tragedia palestinese, ma non si avrà pace finche — come proclama il Gran Muftì — «si rifiuta giustizia agli abitanti legittimi del paese ». Lo stato delle cose appare quindi più preoccupante che mai, anche se a Tel Aviv, come ho accennato, ho trovato un'aria di ottimismo ben diversa dai neri umori di Gerusalemme, dove parecchi ebrei, parlandomi a quattr'occhi, non. facevano mistero del desiderio che avrebbero di piantar tutto e tornare a vivere come cittadini più o meno assimilati in America, in Italia, in Francia, in Austria. Un ebreo arrivato qui stamane da Nazareth, ancora stordito perchè ti convoglio con cui viaggiava era stato attaccato (gli avevano lanciato contro certe bombe che chiamano cocktail Molo taf;, e che abitava ancora tre giorni fa a Gerusalemme, ove non si trova più nè carne nè latte nè verdura e ti pane è razionato, diceva che qui gli pareva di rivivere, e la sola idea di poter andare stasera al night-club era bastata a inciuccalo. Paolo Monelli

Persone citate: Husseini, Khuri, Nazareth, Vitto