Il duello all'ultimo sangue

Il duello all'ultimo sangue Il duello all'ultimo sangue Su un bianco Iettino d'una corsia dell'ospedale S. Giovanni giace, ferito, l'agente Ilario Callegari, un piovane bruno di pelle e di capelli; gli sono attorno colleghi della Celere e della Squadra Mobile. Nelle prime ore del pomeriggio gli ha già fatto visita insieme a funzionari di polizia il Questore che, dopo essersi interessato delle sue condizioni, gli ha fatto un caloroso elogio per il valoroso comportamento mantenuto nei duello con i! rapinatore. L'agente si sentiva un po' ■confuso e perchè ancora sotto l'influenza dell'anestetico e perchè non completamente rimessosi dallo «choc» nervoso conseguenza del ferimento. Afa quando noi gli parliamo è già in grado di sostenere la conversazione con lucidità perfetta: il suo fisico robusto ha reagito con molta prontezza. Oli è stata annunciata dal comandante della Squadra Mobile, sopraggiunto insieme ai dott. Sgarra che guidò l'opera- ■illllilllllllllllillllllllininillliiiiililiiiliilllllii «ione contro i grassatori, la visita del Prefetto; l'agente si sente commosso per l'interessaménto dimostratogli. Inganniamo l'attesa discorrendo; gli abbiamo chiesto di narrarci l'episodio ed egli ce lo descrive con molta semplicità. « Ricevemmo l'ordine di recarci in corso Casale all'apenlHlHililllilllliiililllllllllliiiiiiiiiiillilililMlliin zia dell'Istituto 3. Paolo dove si stava commettendo una rapina.— E prosegue: — Giunti sul posto vediamo un'auto pubblica ferma davanti all'agenzia. « Mentre il dott. Sgarra insieme ai miei colleghi entrava nell'edificio, io mi avvicino alla macchina che, secondo le segnalazioni, avevo trasportato i banditi. Apro di scatto lo sportello, impugno la pistola, e ad un giovanotto che fingeva di leggere un giornale dino: «mani in alto ». — Eravate in divisa? — No; od è per questo che le mani le alzò anche l'autista, avendomi scambiato per un rapinatore. — Che faceste allora"! — Rassicurai fati rista • mi misi accanto a Ivi tempre tenendo sotto la minaccia della pistola il giovanotto ohe evidentemente faceva parte della banda. Pochi minuti dopo mentre echeggiavano colpi di rivoltella vedo arrivare di corsa un altro giovane con due borse di pelle in una mano. Si precipita come una furia verso la macchina gridando « Parti subito! Parti subito!»; apre lo sportello, mi vede e, prima ancora che me ne accorga, ha nelle mani una pistola e comincia a sparare. Sento un acuto dolore alla spalla destra; e rispondo al fuoco, n forsennato cade nell'interno dell'auto ma continua a sparare senza però colpirmi, nonostante la distanza tra noi d'xe sia stata forse meno di un metro. Riesco a gettarmi dalla macchina ed esplodo i proiettili che ancora mi rimangono. — Fu una vera battaglia. — Un duello all'ultimo sangue. Ad un tratto ho visto le borse di pelle che il bandito aveva lasciato cadere, le ho raccolte e consegnate al dottor Sgarra, sopraggiunto nel frattempo. Ancora non sapevo che contenevano milioni. Poi mi sono appoggiato ai miei colleghi, le' forze mi abbandonavano; in macchina mi hanno portato qui dove il proiettile è stato subito estratto. — Anche il rapinatore è stato ricoverato in questo ospedale. — SI, ed è stato per me triste vederlo morire, benché avesse tentato di uccidermi. Era là, su quei lettino davanti al mio e si lamentava debolmente; un paio d'ore dopo spirava. Si avvicina un'infermiera e gli misura la temperatura. « Ha qualche linea di febbre » dice, « bisogna lasciarlo tranquillo ». M. Callegari, l'agente ferito

Persone citate: Callegari, Ilario Callegari