Un bandito ucciso dalla polizia durante l'assalto ad una banca

Un bandito ucciso dalla polizia durante l'assalto ad una banca BRIGANTESCA IMPRESA IN PIÈNO GIORNO Un bandito ucciso dalla polizia durante l'assalto ad una banca La sorpresa: "Mani in alto!,, - Gli impiegati messi con le spalle al muro - Un bottino di oltre quattro milioni - Improvviso intervento di funzionari e agenti - La battaglia Già. da qualche giorno la Questura aveva avuto sentore di un grosso « colpo » in corso Casale. Un agente la settimana scorsa, in una bettola di Porta Palazzo, sentiva parlare di un giovanotto, del quale però, assolutamente non riusciva a sapere il nome, che andava cercando due compari decisi e bene armati, per una rapina in grande stile ai danni di una banca: « Non avete per caso udito — domandava l'agente a chi lo informava — qual'è l'istituto preso di mira? ». L'interlocutore rispondeva: « Ho sentito che si nominava corso Casale ». La Mobile si apposta L'agente faceva un rapporto alla Squadra Mobile e il dottor Fatta organizzava un servizio di appostamento nei pressi di tutte le succursali di banche esistenti nei pressi di quel corso. Una particolare vigilanza veniva esercitata In piazza Borromini ove, una di fronte all'altra si trovano le agenzie della Banca Commerciale e dell'Istituto di S. Paolo. Ieri mattina una grave segnalazione veniva raccolta da alcuni agenti negli ambienti del¬ la malavita: voce che dava per certo che la rapina sarebbe stata effettuata nella mattinata. Sin dalle 10, sul posto, come abbiamo' narrato nella edizione di « Stampa Sera », si portava il dottor Sgarra, accompagnato dai vice-brigadieri Sanfè, De Medio, De Saio e dagli agenti Floro e Callegari. A mezzogiorno, intanto un giovane sui 23-24 anni, bruno, dall'accento meridionale, avvicinava nel posteggio di macchine pubbliche in piazza Vittorio Veneto l'autista Roberto Agradl di 45 armi'. «Vuol portarmi in corso Casale?». «Mi dispiace— rispondeva l'altro — ma io non sono il primo della fila ». « A me occorre un'auto con cinque o sei posti come la sua. Ho da caricare degli amici. Parli al suo collega ». L'Agradi informava della cosa l'altro autista, questi consentiva ed egli quindi si avviava con a bordo il giovanotto. Costui era 11 ventitreenne Emilio Sarnl di Michele, abitante in corso Antonelll 3. Il Sarni aveva un compito assai importante: quello di aspettare 1 due rapinatori suoi compari, e accoglierli a bordo per la fuga. In corso Casale il giovane pregava l'autista di fermarsi dinanzi al portone dello stabile num. 64. Venti metri più avanti c'è piazza Borromini e l'insegna della succursale dell'Istituto di S. Paolo. « I mici amici non sono ancora arrivati — dichiarava 11 giovane —, li aspetteremo ». E levava di tasca un giornale sportivo, immergendosi apparentemente nella lettura dell'incontro Francia-Italia, Invece al disopra dell'orlo del foglio osservava attentamente le mosse dei suol compagni che dovevano effettuare il colpo. I due banditi erano fermi in piazza Borromini vicino ai binari del tram; al giungere della vettura essi compivano un lungo giro attraverso alla piazza e si infilavano sotto li portone dello stabile ove è la banca, la quale a quell'ora, aveva già chiuso l'entrata principale per 11 pubblico. Essi entravano per una porticina secondarla che solitamente è ohiusa dall'interno e che invece ieri inspiegabilmente era aperta. Crivellato di colpi L'operazione durava non più di mezzo minuto: 1 rapinatori entravano puntando le pistole, gli impiegati rimanevano para- lizzati dal terrore ed alzavano le braccia. Mentre uno teneva sotto la minaccia della sua rivoltella 1 presenti, l'altro si appressava alla cassaforte, vicino alla quale, su di un tavolo, stavano ammonticchiate alcune pile di biglietti da mille, da cinquemila e da diecimila per un importo complessivo di quattro milioni e centosedici mila lire. Convulsamente il bandito li afferrava e li cacciava nella borsa, entrambi poi indietreggiavano con le armi sempre puntate sino all'uscio poi si gettavano fuori. Ma fuori c'era la polizia. Al dottor Sgarra ed ai suoi uomini non era sfuggito quel sospetto armeggio. Lo aveva messo in allarme l'arrivo dell'auto pubblica poi 11 suo dubbio si era tramutato in certezza, scorgendo i due entrare nello stabile. Mentre l'agente Callegari, ai avvicinava alla macchina apriva lo sportello e immobilizzava il Sarni, il funzionario alla testa della piccola pattuglia, si precipitava per sorprendere i delinquenti, ma come abbiamo detto, 11 colpo veniva effettuato in poco più di trenta secondi, tanto che rapinatori ed agenti si scontravano sull'uscio. Il primo scorgendo la polizia, rimaneva annichilito, e di lui si occupava il brigadiere Sanfè saltandogli addosso, e disarmandolo. Ma l'altro, colui che teneva la borsa, cacciava una mano in tasca ne traeva il revolver, ed esplodeva tre colpi contro il dottor Sgarra, colpi fortunatamente andati a vuoto. Il bandito, si lanciava allora verso l'autopubblica e nel tragitto veniva raggiunto da quattro o cinque proiettili sparatigli dal funzionario e dagli agenti. Apriva lo sportello e si trovava a tu per tu con l'agente Callegari, che teneva a bada il palo. Nella sparatoria che ne iniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii seguiva, il Callegari, rimaneva ferito e l'altro s'accasciava sul fondo della macchina crivellato di colpi. Visto il loro compagno barcollare ferito, gli agenti effettuavano ancora una scarica colpendo, nuovamente il bandito e ferendo di striscio alla testa il Sarni. Nel frattempo l'autista Agradl, completamente, disorientato e terrorizzato, abbandonava il volante, schizzava fuori dell'automobile e cercava di allontanarsi con tutta la forza delle sue gambe ma sentendosi le pallottole fischiare a pochi centimetri dal capo si gettava per terra e si nascondeva sotto 11 cofano della macchina fra le due ruote. Ne usciva solamente a sparatoria completamente terminata. Mancato linciaggio Gli agenti provvedevano al trasporto al San Giovanni del Callegari che veniva giudicato guaribile in una ventina di giorni; anche il bandito, identificato per Battista Boggio di Pietro di 20 anni, pregiudicato per rapina, domiciliato in corso Novara 6, era ricoverato allo stesso ospedale ma qui poco dopo, decedeva. Intanto sul posto, avvertita telefonicamente dal custode della banca, che era riuscito a raggiungere l'apparecchio durante la rapina, arrivava la Celere, ed un camion zeppo di agenti. Tale apparato di forze, si dimostrava immediatamente ne- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiii cessarlo; infatti una grande folla si era andata ammassando fra piazza Borromini e corso Casale e uria trentina di persone, s'era scagliata contro 11 Sarnl e contro l'altro rapinatore identificato per Giuseppe Vito di Angelo, di 25 anni, cercando di strapparli agli agenti, e percuotendoli furiosamente. I due, sottratti all'ira popolare, venivano fatti salire sul camion e tradotti in Questura, Ci siamo recati per assumere informazioni sul Boggio, che è risultato essere il capo-banda, tanto nell'abitazione di sua madre quanto di sua moglie. Nessuna delle due era in casa: ma ì vicini ci hanno detto che il giovane conduceva vita assai ritirata e che non dava noia a nessuno. GII arrestati Pietro De Vito ed Emilio Sarnl.