Chilometri di tavole e tele

Chilometri di tavole e tele E" RINA T A LA QUADRI E N N A L E Chilometri di tavole e tele Roma, 30 marzo. Oggi a mezzogiorno, con un discorso del sindaco di Roma e del Ministro della P. I., si è inaugurata la quadriennale di arte alla galleria nazionale di arte moderna. Promossa dall'omonimo ente come una rassegna nazionale di arti figurative, essa, in verità, altro non è che la quinta quadriennale alla sua ripresa dopo gli avvenimenti della seconda guerra mondiale. Naturalmente è una ripresa della massima Importanza, che permette agli studiosi e al pubblico di riaffacciarsi sul panorama, del quale, in un certo senso, si era dimenticato la configurazione, anche se il moltiplicarsi delle gallerie d'arte nei maggiori centri abbia tenuta viva in questi anni la fede nelle forze dello spirito italiano, niente affatto fiaccato dai disastri della guerra. Va subito detto che l'amorevole operato del commissario ministeriale dell ' Ente, scultore Francesco Coccia, assistito da una giuria di artisti, non ha fallito lo scopo, che era quello di ordinare una mostra tenendo conto delle varie tendenze artistiche che si sono determinate in questa prima metà di secolo, a cominciare dal futurismo per finire alle ultime espressioni dell'astrattismo e cubismo, cosi coma esse appaiono nell'interpretazione che ne danno le nuove reclute. Non era compito facile, se si considera che un riassunto dell'arte italiana contemporanea, quale deve essere una quadriennale nazionale, può essere fatta soltanto a patto di non trascurare 1 particolari e gli umori di determinati centri artistici t quali, all'occhio superficiale, sfuggono per quella certa abitudine alla condanna in bloc¬ co alle polemiche che sono, invece, il lievito di un rinnovamento. Bisogna, però, agli effetti di un bilancio critico, non lasciarsi prendere nè dall'entusiasmo nè dal pessimismo e nemmeno dallo scoraggiamento di dover percorrere chilometri di tavole • di tele, scavalcare centina .t di statue e di busti, spesso infastidirsi alla monotonia senza fine di quadri e sculture che ripetono lo stesso formulario di piacevolezze cromatiche «.di volumetrie pesanti e leggere. Dire che da questa rassegna risulta un rinnovamento delle arti figurative non è possibile, perchè, se rinnovamento vi fu, esso è tuttora quello che dette 1 suoi frutti maggiori tra il 1915 e il 1935; c'è da vedere, se mai, quale apporto o quale variante dettero a quel rinnovamento le recenti reclute, coi loro problematismi revisionistici, cubismo e astrattismo, e come agirono e quanto per un nuovo rinnovamento, e sarebbe meglio dire per un nuovo ordinamento, delle arti figurative. Le sale più importanti vanno da quella dedicata ai Boccioni e ai suoi compagni futuristi della prima ora a quelle ove si allineano, per un omaggio postumo, le opere di Modigliani, Rudolf Levy, Arturo Nathan, Domenico Colao, Francesco Franchete!, Tullio Garbari, Oscar Ghiglia, Gustavo Sforni, Luigi Crisconio, Carlo Barbieri e le sculture di Arturo Martini, Evaristo Boncinelli, Francesco Schiliro; sfogliando il catalogo a caso, citeremo le opere di Morandi, Carrà, Casorati, Tosi, Mafai, Pirandello, Capogrossi, Cantatore, Guzzi, Levi; Paolucci, Menzio, Severi- ni, Savinio, Trombadori, Gentilini, Scialoia, Sadem, Stradone, Ciarrocchi, Afro, Cassanari, Melli, Bora, Monachesl, Purificato, BartoUni, e di qualche altro, come le più significative nella pittura e, per la scultura, quelle di Marini, Gerard!, Mazzacurati, Leoncino; per il bianco e nero BartoUni,Aldo Salvadori, Urbani, Calò, Leoncino, ecc. Un tale elenco serva, in. tanto, da Itinerario a chi si accinga volonterosamente a girare per le 25 sale, ove sono migliaia di pitture, sculture e disegni, e nelle quali oggi, giorno della vernice, era commovente sorprendere artisti sconosciuti dinnanzi alla loro unica opera accettata in procinto di aggiustarla, spolverarla, lucidarla e poi di ammirarla teneramente. Come dinnanzi a lapidi nei cimiteri, 1. d. 1. i ■1 ■ ■ IP L'on. Terracini, 11 ministro Gonella e l'on. Andreuttl visitano la mostra. XTelefoto)

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