La Spagna nel piano Marshall?

La Spagna nel piano Marshall? La Spagna nel piano Marshall? La Camera dei rappresentanti d'accordo "in linea di principio,, - Timori per le possibili reazioni dei paesi occidentali Washington spera nell' esito favorevole delle elezioni italiane . (Dal nostro corrispondente) Washington, 30 marzo. La Spagna è all'ordine del giorno nei circoli diplomatici di Washington. L'approvazione * in linea di principio » data dalla Camera dei Rappresentanti alla proposta di estendere a Madrid gli aiuti E'.R.P. segna, come si suoi dire, una svolta decisiva sul piano dei rapporti internazionali. In particolare di quelli tra l'Occidente ed il blocco sovietico. Centoquarantanove voti contro cinquantadue (tanti ne ha raccolti l'emendamento Okonski) stanno ad indicare la sicura approvazione finale del progetto da parte della Camera. Più aspra sarà forse la lotta in Senato. Ma a Washington si guarda soprattutto ad un altro punto: come accoglieranno l'estensione del Piano alla Spagna gli altri sedici Paesi aderenti all'E.R.P.t Ed ancora, quali decisioni saranno prese, in ultima analisi, per attuare il programma di soccorsi allo Stato iberico f Un nuovo stanziamento? Le preoccupazioni in merito al primo punto sono state sintetizzate dal deputato Jarvis, durante il dibattito. « E' un grave errore — egli ha detto — l'inclusione della Spagna, perchè le sedici nazioni no» l'hanno invitata, ed un'azione americana in questo senso significherebbe prendere in giro la mùtua collaborazione, e non comprendere i problemi affrontati dagli amici della democrazia in Francia ed in Italia ». Non si manca inoltre di far notare come la decisione della Camera offra potenti armi propagandistiche al blocco orientale, particolarmente efficaci in un momento, come l'attuale, di fluidità e di incertezza nel campo dei rapporti internazionali e nell'assetto interno di molti paesi. Per quanto concerne il secondo punto, negli ambienti vicini al Dipartimento di Stato ci si chiede se sia intenzione deli' amministrazione di proporre un aumento ai 5 miliardi e 300 milioni di dollari sinora stanziati per l'E.R.P. o se si intenda invece includere la Spagna nel quadro della stessa cifra. Questa seconda soluzione si tradurrebbe logicamente in una riduzione dell'ammontare previsto per gli altri Paesi, con le reazioni che è facile immaginare. La Spagna, abbiamo detto, è all'ordine del giorno. Ma la s'*uazione italiana continua a rimanere in primo piano nella MtlMIIllilIIIIIlllllMlllllIflIllilllIMI 111111111111 ) el ci oaenP. a ei rnna niel etgd eo ci d ni, di to ns, n to a, » ne io n fen r a mi o fie rti o eti aodi iri o e a a illi e o, a a a considerazione degli esperti politici americani. Oli alti funzionari del Dipartimento di Stato da noi avvicinati sono unanimi nel ritenere che il diciotto aprile il popolo italiano sceglierà, non tanto la forma di Governo interno per gli anni avvenire, quanto la via da intraprendere nel campo dei rapporti internazionali, cioè l'orbita Occidentale o quella Sovietica. Un decisivo successo delle forze anti-comuniste, si osserva, incoraggerebbe gli Stati Uniti nella lotta ideologica che si combatte oggi in tutto il mondo, aprirebbe la via ad una rapida ripresa* dell'economia italiana nel quadro dell'E.R.P., faciliterebbe, sotto molti riguardi, la normalizzazione e l'intensificazione delle relazioni italo-americane. Nel caso di un trionfo comunista — che peraltro pochi a Washington ritengono possibile — l'Italia dovrà necessariamente assumere,^ a seguito del mutamento di Governo, posizione ostile nei confronti del Piano Marshall, e l'evoluzione dei suoi rapporti boli restero seguirà una via difficile e pericolosa. Da parte americana si è fatto intendere a varie riprese che un'Italia controllata dai comunisti non godrebbe i ben°fici del Piano di Ricostruzióne. Contemporaneamente, tutta una serie di atti di amicizia ha reso evidente a Roma come gli Stati Uniti mirino all'instaurazione di più cordiali e profittevoli rapporti, a condizione però che la situazione politica italiana lo consenta. Le elezioni italiane « Un rovescio dei comunisti in Italia — ci diceva un anziano funzionario del Dipartimento di Stato — promuoverebbe uno sviluppo delle relazioni italo-americane in un senso conforme alla tradizione, alla cultura ed agli interessi economici dell'Italia. Accrescerebbe la solidità dei vincoli della Madre Patria con ali otto milioni di americani di origine italiana, e contribuirebbe ad un maggior sviluppo dei rapporti fra l'Italia e l'America latina. Non è un mistero per nessuno che i Paesi ibero-americani non nutrono eccessiva simpatia per le nazioni a sfondo comunista ». Quanto alle dichiarazioni ufficiali, è logico che non se ne abbiano, perchè è consuetudine di Washington di astenersi dall'interferire nelle votazioni straniere. Ma si confida, in 1111111111 ■ 111 II 111111111111111111111111111M t II 11111111111111 questi ambienti, che il popolo italiano sappia dare il dovuto peso agli atti amichevoli compiuti dagli Stati Uniti negli scorsi mesi, atti che, si nota, hanno stabilito un « campo di lavoro » favorevole ad una proficua collaborazione. Si calcola qui che il Fronte democratico popolare possa raccogliere dagli otto ai dieci milioni di voti. Su una base di ventisette milioni di elettori, il risultato definitivo delle elezioni si fa pertanto dipendere dal gioco della maggiore o minore percentuale ài votanti effettivi. Il desiderio di rimanere nell'ambito occidentale, opinano questi esperti, dovrebbe smuovere la pigrizia degli elettori non-comunisti. Ed a questo\ proposito potrebbe giovare una riflessione sugli aiuti che l'Italia ha ricevuto da parte stn- limiHIIIIIIIIHIIHIIMIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIItllllMllll \ llllllinillllllHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII tunitense, e che potrebbero anche venire a mancare in futuro. L'elettore italiano sa che cosa mettere sull'altro piatto della bilancia. In attesa dell'esito delle votazioni italiane, gli Stati Uniti manovrano sul vasto scacchiere internazionale, rintuzzando l'opera di infiltrazione sovietica. Il processo di consolidamento delle posizioni democratiche nell'Europa occidentale prosegue, attorno al nucleo della costituita untone dell'Ovest. L'odierna decisione della Camera americana costituisce un passo in questo senso. Poi, forse, verrà la volta della Germania occidentale. Un'altra parola decisiva potrà venire da Bogotà. Edoardo Depuri

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