Il ministro jugoslavo a Roma è sicuro che la Russia dirà di no

Il ministro jugoslavo a Roma è sicuro che la Russia dirà di no A S Il ministro jugoslavo a Roma è sicuro che la Russia dirà di no Una conferenza stampa alla Legazione * Movimentato ètambio di domande e risposte Roma, 30 marzo. Il ministro della Repubblica federativa jugoslava a Roma, Zoltan Ivekovic, già valoroso capo partigiano nella guerra di liberazione, ha questa sera vivacemente polemizzato coi ministri degli esteri italiano, francese, inglese ed americano al cospetto di numerosi giornalisti convocati per una conferenza stampa nella villa dove ha sede la Legazione jugoslava, - tanto vivacemente, anzi, che a un certo punto un giornalista olandese ha chiesto il permesso di interromperlo e gli ha domandato: « Queste di¬ chiarazioni sono già state fai te a Palazzo Chigi? ». «Non capisco il senso di questa do manda» ha risposto il Mini atro, cpn aria leggermente so spettosa. Il giornalista olandese ha girato allora la posi- zione: «Intendo domandare se questo sia il punto di vista uf Sciale del Governo di Belgra do ». « Se ve lo espongo qui non p'è S£$$ di dubitare che SS^™tft^5SSl.t« un carattere autorizzato ». «e sono già state formulate at- traverso la normale via diplo matica? ». «No». «Ciò si gniflca che questa è la prima volta che vengono espresse in |Italia? ». «SI». E'una proposta ingiuriosa! Le dichiarazioni che aveva no suscitato tanto scalpore tra i giornalisti riguardavano la questione di Trieste e defini: vano la proposta delle Potenze • occidentali come « una mano vra inaudita » fatta dagli Stati Uniti per motivi elettorali. E il Ministro aggiungeva che -si stupiva moltissimo che il ' ministro Sforza, dopo avergli : detto tante volte che si augu. ravauna pacifica e cordiale collaborazione tra Italia e Ju- 1 goslavia, ora avesse accettato con gratitudine la proposta dei ^ brandi. « A noi non resta dunque cne prendere atto che , m ?taJi& sl accetta e si glo, riflca una proposta che ingiu: reamente esclude la Jugo- slavia dalla soluzione del problema. Ma un fatto è certo: la Jugoslavia non accetterà nessuna soluzione che non sia stipulata d'accordo fra Italia e Jugoslavia senza pressioni da ^cu^^nijfje^.mj&j&gSSi che- è assurdo pensarecir poter risolvere senza di noi o contro di noi questa questione Dico ancora che frammettersi per impedire un accordo che è possibile e necessario è un de- fa n io „ Governo !-- _'. |a) Belgrado condanna il gesto anglo'franco-ameHcàho, pro «ematico gesto elettorale che sfrutta il problema di Trieste ptmnl per farne la base di una polir tica di intimidazione ». A questo punto, in un'aria di respiri trattenuti, in un'atmosfera di apprensiva tensione, furono fatte.le domande riferite al principio. H Ministro non era completamente padrone dei suoi nervi, pur mantenendosi freddamente cortese nelle forme. Ma alzò di tono la sua voce per dire ancora: « Ci vogliono escludere dalla revisione, escludere noi che abbiamo liberato Trieste! E questa invece spetta all'Italia, che col trattato di pace è decaduta dalla sovranità! Ma è la guerra che si vuole? ». Le « 48 ore » di Togliatti Un italiano allora ha chiesto di interrompere per dire: « Signor Ministro, come le sarà noto la sorte* di Trieste è stata già decisa una volta dai Quattro Grandi, senza intervento di jugoslavi nè di italiani. Supponga ora che i Quattro si trovino ancora d'accordo per una nuova soluzione di altro genere, che potrebbe essere quella indicata nella proposta tripartita. Che cosa farebbe la Jugoslavia in questo caso? ». Il ministro Ivekovic ha qui creduto di poter anticipare il senso della risposta sovietica che tutto 11 mondo ancora attende e ha dichiarato con accento di convinzione: « Sono sicuro che 1! Unione Sovietica non farà mal un passo simile ». « Grazie signor Ministro. Ci vuole dire adesso la sua opinione sul termine delle quarantotto ore indicato da Togliatti come sufficiente per raggiungere un accordo? E precisamente se ritiene che egli abbia avuto affidamento in questo senso o se, in tale modo, egli esprime soltanto una sua personale opinione ? ». « Non sono autorizzato a interpretare il pensiero del signor Togliatti ». « Che cosa intende la Jugoslavia per un governo veramente democratico e popolare, condizione ohe ha posto il ministro Simic per condurre trattative coll'Italia? ». « Ignoro questa dichiarazione del ministro Simic». «Allora non è esatto quanto ha detto in questo senso l'on. Togliatti?». « Ignoro questa dichiarazione dell'on. Togliatti». «Me, nel caso che l'on. Togliatti l'a\esl-ee fatta, snobbo.ria-.svs&sidepare non esatta ? ». « Non ho ragione di esprimermi su cose che non mi risultano ». « Grazie, signor Miniatro, e scusi: volendo fare un esempio concreto, ella considera il governo dell'on. De Gasperl un governo che risponde ai requisiti di democratico e popolare ? ». « Questo supera i limiti della nostra conversazione ». E' stato anche domandato se Trieste fosséffida ritenere città italiana o Jugoslava: « In maggioranza è italiana, come noi abbiamo sempre riconosciuto». Un giornalista ha quasi perso la nozlófie dei doveri di cortesia dicendrun po' sgarbatamente: « Mafcallora ci vogliono tante disc'OTioni e trattative per fare .ridiventare italiana una città italiana secondo il vostro riconoscimento? Scusi, signor Ministro, mi sembra troppo ». « Ma allora lei vuol dire che non c'entriamo per nulla? », ha risposto Ivekovic con tono irritato. A bassa voce un' giornalista americano ha detto: « Qui l'atmosfera si sta. scaldando troppo ». Con accento di innocenza ha poi ripreso domandando al ministro: « Nella zona B dell'Istria sono state pronunciate sentenze di divorzio fra italiani ? ». « Certamente », « Questa, signor Ministro, è una violazione del trattato compiuta dal governo militare jugoslavo che ha introdotto una legislazione non esistente nel territorio al tempo dell'amministrazione italiana». «Perchè? ». «Perchè in Italia il divorzio non c'è mai stato » «Ah no? Non lo sapevo». Il brìndisi improvviso In altro modo, comunque, il Ministro ha cercato di respingere l'imputazione che 11 governo militare abbia introdotto legislazione jugoslava nella zona B: «La riforma agraria era stata fatta prima dal popolo stesso: 2500 ettari di terra sono stati assegnati a 1508 coloni, fra i quali il 65% sono italiani. Ciò è avvenuto nel distretto di Kopa». «Tanti italiani ci sono a Kopa?». «Kopa vuol dire Capodistria », ha informato il Ministro." « Ciò vuol dire che anche nella zona B ci sono molti italiani», ha osser vato qualcuno. Il Ministro si è alzato in piedi di scatto: «Vi invito, signori, a bere un bicchiere con me ». La conferenza è terminata quindi d'improvviso e, mentre alcuni si fermavano a bere in una luminosa galleria a vetrate con bella vista sui giardini dei Parioli. altri correvano a Palazzo Chigi a domandare qualche impressione. Ma erano essi .sUspi -pH> ..ifnpcfwsionati dei ' funzionari cJB cosi andavano a interpellate: « Staremo a vedere, dissero, infatti, quando conosceremo 11- testo esatto. Ma più o meno la tesi jugoslava è sempre quella che il Maresciallo Tito ha formulato in questi termini: « Il problema di Trieste può risolversi soltanto tra le forze democratiche italiane e i popoli della Jugoslavia nuova». E non c'è nulla che possa far pensare a un cambiamento. Ciò significa solo: fate vincere il Fronte e vi daremo Trieste ». « Lo sapevamo. E per quel che riguarda la nota russa su Ninotcka? ». «La nota è ancora allo studio ». « Erano esatte le nostre informazioni di ieri? ». «In tutto, tranne che in un punto: la nostra interprete signora Amendola è omonima, ma non consorte del deputato comunista napoletano ». « Forse è meglio così ». v. g ■ llllllItlllMillllllMMIIIIilllllIMlIIIllllMllilMIIII