L'arresto di Mons. Cippico

L'arresto di Mons. Cippico L'arresto di Mons. Cippico Scoperto in casa dell'ex-generale della milizia Cangemi, protetto dalle padrone di casa - Viva soddisfazione negli ambienti vaticani - Continua la campagna scandalistica delle sinistre - Le destre replicano risollevando il caso di Dongo Roma, 9 marzo. Stamane alle ore otto, tre funzionari di polizia hanno arrestato l'ex-monsignor Edoardo Cippico, in un villino del quartiere Parioli, in via Barnaba Tortolini n. 30, dove il fuggiasco si era rifugiato nell' appartamento dell'ex-generale della milizia Cangemi. Un abito elegante Alla prima scampanellata dei commissari Barranco, Iacovacci e Cavallaro, nessuno rispondeva dall'interno dell'elegante appartamento. Ma i commissari in ascolto riuscivano, comunque, a percepire voci soffocate, rapidi passi nell'appartamento; e finalmente, dopo qualche insistenza, dietro l'uscio fu pronunciata la domanda di rito: — Chi è? — La polizia. — Non c'è nessuno qui che abbia a che fare con la polizia. — Signora, aorite, in nome della legge. La signora ebbe un attimo di sgomento: — Come faccio a sapere che slete proprio della polizia? — Aprite e lo vedrete. Dallo spiraglio, finalmente apertosi tra i battenti dell'uscio, uno dei commissari mostrò la tessera di riconoscimento. Entrarono dunque i funzionari e domandarono del Cippico. Egli era in casa, in vestaglia marrone, come in vestaglia erano le due signore che lo ospitavano: Ida Mercarelli in Cangemi e Lucrezia Cangemi, rispettivamente moglie e figlia dell'ex-generale Giovanni, che attualmente si trova in Svizzera. La loro conoscenza con il Cippico è oramai di lunga data; essendo le signore molto note negli ambienti artistici, il monsignore aveva avuto modo di incontrarle in occasione di mostre e le aveva poi frequentate assiduamente. Ma per procedere all'arresto, fu necessario superare un ostacolo di carattere procedurale: sembra che i funzionari non avessero portato con sè il mandato di cattura e il Cippico richiese che gli fosse esibito. — Lo mandiamo a prendere subito. — Ve ne prego. Intanto, non è vero?, posso provvedere a vestirmi. Indossò quindi un elegante abito marrone di ottima fattura, evidentemente cucito a suo dosso, un elegante sopra- niMii nidii! ntliiiiiiiiiiiiiiiHililllliiiiin bito da mezza stagione, una cravatta-di-tono azzurro, cappello di feltro di tinta scura e, uscendo con i funzionari, se ne abbassava molto la falda fier nascondersi alla vista dela gente. Solo qualche curioso potè vederlo più tardi nei corridoi della questura, dove ha subito i primi interrogatori. L'ex-monsignore ha opposto ostacoli di natura procedurale. Come era fuggito — I fatti che mi sono addebitati riguardano i miei rapporti di sacerdote colla Santa Sede .e non ho quindi obbligo di fornire spiegazioni di alcun genere all'autorità italiana. Il questore si è messo a ridere: — L'esistenza di un mandato di cattura spiccato contro di lei dall'autorità giudiziaria italiana, la pone in condizioni di doversi difendere davanti al magistrati italiani. Perciò ha dovuto dire qualcosa brevemente per una ventina di minuti: quanti ne è durato l'interrogatorio fatto personalmente dal questore. Non è naturalmente trapelata nessuna indiscrezione se non qualche particolare sul modo seguito dal Cippico per allontanarsi dal Vaticano: già si sapeva che era uscito dallo stato di custodia in cui sì trovava nell'apoartamento di mons. Berlenda, mediante uno strattagemma: cioè chiudendo un gendarme a - chiave in una stanza, dove lo aveva indotto a entrare con un pretesto. Uscito quindi inavvertito attraverso i cortili vaticani, riubcI a giungere all'Arco delle campane, cioè l'uscita dei pa¬ giiiiiiiiiiiiiiiiililiMlilliiiiMU unni i lazzi a sinistra di chi guarda la basilica. Da un caffè della Stazza telefonò alle signore angeml poi prese un tassi al posteggilo e si fece condurre nella casa di loro. Nella stessa giornata di oggi la polizia è anche riuscita ad arrestare il segretario dell'exprelato, Marcello Weiss, imputato, di favoreggiamento nel furto e nella simulazione di reato. Sembra che in casa Cangemi la polizia si sia impadronita di un fascio di documenti di una certa importanza. In Vaticano la notizia dell'arresto è stata accolta con soddisfazione. Crolla cosi, si va dicendo oltre il portone di bronzo, tutto il fantastico castello di calunnie e di menzogne che in questi giorni è stato costruito dalla stampa rossa e gialla. Non è vero infatti, dicono in Curia: 1) che il Cippico sia evaso con passaporto della Santa Sede; 2) non è vero che mons. Montini gli abbia dato una somma per agevolargli la fuga; 3) non è vero che il Vaticano abbia cercato di ostacolare la polizia italiana nelle ricerche dell'imputato; 4) e finalmente, non è vero che dietro il Cippico ci sia tutta una organizzazione diretta a frodare lo stato italiano con 11 commercio valutario. « Ci slamo tòlti un grave peso », si concludeva in Curia. Malgrado le ampie notizie di cronaca oggi disponibili sul caso Cippico, alcuni giornali non desistono dal compiere altre inchieste allo scopo di allargare lo scandalo. Cosi un ittiiiiiDiiiiEiiiiiiiMiiiiuiiiiiiiiiiiiiK immh a giornale della sera con un tìtolo su tutta la prima pagina, denuncia come sospette tutte le circostanze dell'arresto. Ma vere o false che siano le accuse portate, si comprende come la manovra Bla tentata per trarne un'utilità in campo elettorale a favore dei partiti di I sinistra. - Le rivelazioni Zingales D'altra parte la destra stamane ha ripreso il vecchio tema del tesoro di Dóngo. Il generale Zingales, candidato nella lista del blocco nazionale, in un'intervista concessa al «Risorgimento Liberale» ha ribadito la sua accusa che il tesoro fu fatto sparire dal partito comunista, ha aggiunto che egli fu esonerato dal suo incarico di proseguire l'inchiesta sulla faccenda, quando si vide che faceva le cose sul serio: e l'allora ministro Gasparotto intervenne per toglierlo di mezzo, cedendo ad alte pressioni. Longo, rispondendo in un giornale della sera ha definito romanzo giallo tutto l'insieme delle accuse portate dal generale, Ma Zingales ha rispo Bto alla smentita di Longo ri confermando le accuse e, sostanzialmente, formulando una domanda, che è la sola che può avere un certo interesse fuori del problema elettorale. Esiste, ha domandato il generale Zingales, una sentenza regolare della magistratura che scagioni tutti quelli che più o meno erano implicati nella sparizione del tesoro di Dongo? Bene La si tiri fuori e la"si pubbli- chi. Io non la conosco e credo che siano ben pochi quelli che la conoscono. ■iiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Mons. Cippico (al centro) tradotto in questura. (Telefoto)

Luoghi citati: Dongo, Roma, Svizzera