Mondanità e politica su un amore regale

Mondanità e politica su un amore regale LA VISITA A LONDRA DI R E MICHELE Mondanità e politica su un amore regale (Dal nostro corrispondente) Londra, 6 marzo. Tuffo io t „„^_„ „ j (o que? r£co^£^Testare' (o quei poco cne ne resta) etquel vespaio di pettegolezzi che è il mondo diplomatico si abbandonano alle più alate congetture sul significato della visita di re Michele a Londra. Non soltanto il giovine ex-re, fra la colazione a Palazzo Reale e la partenza per Southampton, aveva trovato tempo di concedere una conferenza ai giornalisti internazionali (e i giornali di stamattina erano pieni di istantanee dove Michele appariva come un bel ragazzone sorridente, che sembrava volesse scusarsi di non poter dire di più che un ripudio solenne della sua abdicazione, < imposta con la forza da un governo installato e mantenuto al potere da una potenza straniera»), ma la circolare di Corte, pubblicata nella sua colonna specia. Ie dal 7Hmes> Presentavalavisita dl jQ^h^e e di gutumadre come una funzione di stato. Forse mai per un sovrano spodestato di passaggio per Londra la Circolare di Corte aveva adoperato un linguaggio cosi particolarmente solenne: « Per comando del re, il Lord Ciambellano, Conte di Clarendon, era questa mattina alla stazione di Vittoria per dare il benvenuto a re Michele e alla regina Elena. Re Michele e la regina Elena hanno fatto visita alle loro maestà U re e la regina e si sono trattenuti a colazione. La regina Maria (la regina madre), la principessa Elisabetta, duchessa di Edimburgo con il duca di Edimburgo e la duchessa di Kent, hanno parecipato alla colazione. Per comando del re, il Lord Ciambellano, Conte di Clarendon, i è recato nel pomeriggio ala stazione dì Waterloo per salutare re Michele e la regina Elena alla loro partenza dall'Inghilterra ». Le supposizioni politiche sono trascinate per i viali romantici dalla dichiarazione atta da Michele ai giornalisti andati a stanarlo nella sua cabina sul transatlantico che naviga ora verso New York: < Io e la principessa Anna — ha detto Michele — speriamo di celebrare presto le nostre nozze in Danimarca*. Dunque il romanzo di Anna di Parma ai avvera. Ed ecco il mazzolino delle gaie chiacchiere ascoltate questa sera nel foyer dell'Hotel Claridge. H gran mondo di New York diceva che Anna Antonietta Francesca Carlotta di Borbo ne Parma, principessa di Danimarca (perchè suo padre, il principe Renato di Borbone Parma, ha sposato la principessa Margherita di Danimarca, di cui ha assunto il titolo) era afortunata. Anna di Parma non sWeva mai avuto neanche un flirt prima di incontrare il bel- re Michele lo scorso novembre. Per venti' quattro anni era vissuta a Parigi coi genitori, come una brava figliola, quieta e modesta, e nessuno a Parigi si era curato di lei. Nel 1941 i Borbone Parma erano riusciti ad andare New York. Venne trovato un appartamento di cinque camere al numero 400 est della 57.a strada, da cui si gode va una bella vista sul nume est. Il principe Renato si era impiegato al Servizio Infor mazioni degli alleati e la prin cipessa Margherita aveva a- gerto un negozio di mode con Irik, un danese disegnatore di modelli. Anna aveva lavorato per qualche mese nel negozio della madre, ma l'impresa non ebbe fortuna. Allora Anna, presentandosi col nome di Amia Parma, aveva trovato lavoro come commessa in un grande magazzino, Lord e Taylor. Le sue colleghe non immaginavano che Anna fosse una principessa, e molte di esse non la ricordano neppure. Ma nella 57» strada la ricorda Jerry Colitt, il padrone della salumeria danese, che ha sull'insegna « La vecchia Danimarca >, in memoria della Charlottenlund, da cui il.grasso Colitt era emi- frato ventisei anni fa. « Anna i Parma — egli racconta ora che Anna è celebre — era una delle nostre clienti più gentili e modeste. Vedevamo tutta la famiglia in bottega due tre volte la settimana >. L'amica Ruth Bryan-Owen aveva fatto conoscere ad An :ia « l'elite » di New York e di Washington, ma Anna non aveva « toilettes > da sfoggia' re, preferiva restare a casa a leggere i romanzi di Galsworthy e andare a sciare. Nel '43 si era arruolata nella Croce Rossa americana; poi era andata in Francia ed era finita tenentessa. Lo sposalizio di Elisabetta d'Inghilterra era stato il primo grande avvenimento mondano nella vita di Anna. Chi, domandano ancor oggi le signore londinesi, chi aveva preparato l'incontro con Michele? La duchessa di Kent, che è nipote della madre di Michele ? Certo è ohe il bel Michele, U quale da suo padre ha appreso a farsela con le donne, conquistò Anna di colpo. Anna, che sulla carta da lettera ha il motto « Je m'en moque », non si fece scrupolo oi lasciar vedere a tutti che si era Innamorata. Poi vennero il colpo di stato in Romania e le ansie per là sorte di re Michele. Anche adesso non tutte le pene sono svanite. E le donne, per lo meno qualche donna gentile dice: « Povera Anna. L'amore di una principessa nel 1948 non è tutto chiari di luna e viali di rose fragranti ». c. m. f. Ct Anna di Borbone Parma e I genitori principessa Margherita e principe Renato