FESTIVAL DEL JAZZ

FESTIVAL DEL JAZZ FESTIVAL DEL JAZZ Armstrong è sempre lui, ma non tocca più i toni sopracuti che furono la sua specialità: forse le labbra, deformate, non gli servontfeon l'antica velocità Nizza, 25 febbraio. L'Opera di Nizza, che non ha mai permesso a chicchessia di giudicarla un teatro di provincia in confronto c,on quella di Parigi, s'è data l'aria più disinvolta, più . aggiornata, aprendosi a un festival internazionale di jazz, chiudendo perciò temporaneamente le sue porte alle più popolari opere, come Faust o Manon, Tosca o ha Walchiria. Il pubblico abituale s'è in parte allontanato, un poco brontolando, in parte è rimasto per vedere e sentire. E non è stato deluso, perchè al festival si son dato convegno famose bande straniere e qualche nuova formazione francese. Presiedeva Hugo Panassié, 11 pontefice massimo del jazz nel nuovo mondo e nell'antico, ma non tanto infallibile quanto quello di Roma, se a distanza di una diecina d'anni ha affermato due contrastanti pareri sul jazz e sugli esecutori, prima ammettendo che anche i bianchi potessero Intonare degnamente le musiche afroamericane, poi asserendo che soltanto i negri posseggono naturalmente gli elementi per improvvisare e intrecciare quei ritmi e quelle melodie. Qualcuno si domandava se non doveva nuovamente cambiar parere per la venuta qui dell'esordiente suo connazionale Claude Luter, capo di un'orehestra pure essa francese. Ma, a parte queste discussioni che molto interessano i teorici del jazz, la folla eie gante e curiosa, venuta da ogni parte della Francia, folla di mondani e di ballerini, di patiti e di sfegatati, s'è divertita quanto desiderava. Le successive tornate di questo sonorissimo congresso hanno presentato nomi ormai celebri, e qualcuno da molti, forse troppi anni celebri. I polmoni, le labbra, di questo o quel cornettista o sassofonista, il senso ritmico di questo o quel nume della batteria, non erano forse un poco svigoriti, scemati ? L'età non aveva già fatto incanutire tanti capelli neri e crespi? S'aspettava con un'impazienza sempre più fremente e indomabile l'apparizione di Louis Armstrong, la cui awventurosa vita, iniziata nei più malfamati locali, redenta poi dal lavoro quotidiano, trionfante infine nella più larga fortuna, è un apporto non scarso alla grande simpatia che la sua musicalità tuttora gode. Ma prima di lui altri son venuti al fuoco della ribalta Rex Stewart cominciò e piacque con la canzone L'uomo che amo. Segui l'orchestra del belga Jean Ledere, alla quale il Subblico riconobbe pregi non l audacia, ma di vivacità. B uori programma, e acclamato, Luchy Thomson, sassofono, si uni a Count Basie e a Lionel Hampton per Improvvisare focosamente sul motivo della Stella, ben noto agli amatori. Ed ecco 1 francesi, Gutez e i suoi. Quanta diversità di costumi e di modi! Sembrano bravi borghesi che s'atteggiano a birboni. I loro suoni non hanno le magagne e le malie dei negri, sono semplici e puri, e delicatamente, qualcuno ha detto deliziosamente, antiquati. Chi non ricorda Chatanooga Stompl Ebbene, immaginatelo d'una candidezza virginale e ingenua. Potete credere al gran successo del più nazionalista pubblico francese. Sfilano poi orchestre d'altri paesi, quella inglese di Derck Neville, quella svizzera di Francis Burger, quella americana di Milton Mezzrow, e ciascuna ha 1 suoi valori e i suoi battimani. Finalmente, Armstrong, con una piccola compagnia. La sala tumultua, frenetica, come alla vista d'un Paganini, che, vestito d'uno smoking blu notte, è ancora vivace, sorridente con la gran bocca dai denti bianchissimi. Sorpreso dalla tempesta delle acclamazioni, sembra commosso, pronuncia al microfono qualche ringraziamento. Poi batte due volte il piede, imbocca la tromba, e inizia il suo fuoco d'artificio, ben accompagnato dai suoi esperti collaboratori. E' sempre lui, commentano i sapienti, ha sempre la sua vena briosa e facile, ma non tocca più, quanto una volta, quei toni acuti, sopracuti, inverosimilmente, acuti, che furono la sua specialità. Forse le labbra, ormai irreparabilmente deformate, non gli servono con la antica velocità. Tuttavia è parso ancora un suonatore di prim'ordine, a capo di una or chestrina ben affiatata e pron ta a ogni scatto improvviso. Potete supporre quanti bis gli siano stati strappati, e quanto guadagno abbia apportato all'impresa. Quale più allettante opera, La dannazione di Faust o Mignon, farà un incasso uguale? ^ ^ c.

Luoghi citati: Francia, Nizza, Parigi, Roma