Il blocco nazionale di Luigi Salvatorelli

Il blocco nazionale Il blocco nazionale Accanto al gruppo dei partiti governativi (blocco non possiamo chiamarlo, dal momento che ognuno si batte separatamente dall'altro) ; accanto al « fronte democratico popolare » (che, esso, è veramente un blocco), ha diritto di figurare per terzo il 4: blocco nazionale ». Così esso si chiama ufficialmente; e s'intende che all'appellativo «: nazionale » non può essere riconosciuto — non sarà neppure preteso, pensiamo — un valore esclusivo. Coloro che non ne fanno parte lo suoi promotóri, « blòcco ti-Giannini » (bisognerebbe aggiungere, veramente, a blocco compiuto, un terzo nome, Lucifero) ; o anche, spesso, 4;blocco di destra». Una tale assegnazione topografica crediamo che non sia accettata da nessuno dei leaders del blocco. Essi presentano piuttosto il loro cartello elettorale come una formazione di « centro » ; taluno di essi parla anche di « terza forza ». Queste denominazioni' di «centro» e di «terza forza» sono — come dire? — molto ambite. Chiunque non appartiene al Fronte di estrema sinistra, nè alla democrazia cristiana, nè ai gruppi di estrema destra, nazionalfascisti, aspira oggi a essere qualificato Centro osjTerza forza. Se non sembrasse Inconveniente, quasi una profanazione, tirare in ballo il Vangelo a proposito di strategia elettorale, verrebbe la voglia di ricordare quel detto di Gesù: «Non tutti coloro che gridano: Signore Signore entreranno nel regno dei Cieli ». Tra il regno dei Cieli e il centro di uno schieramento politico, la distanza è incommensurabile; ma resta questa somiglianza, che anche nel secondo caso gli aspiranti sono in numero superiore agli eletti. V'è in Italia un partito che non solo si considera centro, ma « il centro » ; ed è la democrazia cristiana (si sa che in Germania il partito analogo si chiamava una volta — e anzi c'è un grup * po che ancora si chiama così — precisamente «Das Zentrum »). Al di là di esso, verso sinistra, troviamo repubblicani e socialisti autonomi. E' un fatto che la po sizione intermedia fra democristiani e Fronte è tenuta da questi due gruppi; e non sembra che nello stesso spazio politico sia possibile sistemare il « bloc co, nazionale ». Basterebbe considerare il fatto che già per il partito liberale, prima delle sue ripetute scissioni, era difficile (nonostante l'impegno di Benedetto Oro ce in proposito)-un collocamento simile; e ora tutti i l'berali di sinistra, e anzi perfino tali che non figura vano affatto di sinistra (Panfilo Gentile, Cattani) sono usciti dal partito proprio per l'adesione di questo al « blocco nazionale », che essi non ritengono centrista affatto Insomma, qualcheduno a destra bisognerà pure collocarci; e non si vede chi meglio del bloccò in questione Parliamo, naturalmente, di destra costituzionale. Ci so no poi i monarchici puri, i nazionalisti, i fascisti, che ripudiano la nuova legalità repubblicana, e formano l'e strema, destra, la « Destra sovversiva» : pronta — e se ne sono già visti accenni a battersi insieme con l'Estrema Sinistra, contro la -repubblica democratica-parlamentare. Da costoro il Blocco nazionale si è distan ziato nettamente: è un merito che gli va riconosciuto, e che non è piccolo. Noi crediamo necessaria, alla fisiologia politica italiana, una formazione conservatrice nel quadro del regime. I caratteri di accentua zione dell'iniziativa privata, di reazione a oltranza all'interventismo statale, di liber tà o anzi di liberismo econo mico, di difesa della proprietà, di tutta la proprietà, e simili — caratteri comuni, ci sembra, ai componenti del blocco, o almeno alla gran de maggioranza di essi — sono precisamente caratteri che possiamo chiamare conservatori, senza annettere a questo epiteto nè infamia nè lode. Per conto nostro, vediamo il compito dello stato, oggi, e la politica economico' sociale che esso deve seguire, in modo notevolmente diverso. Ma si tratta — insistiamo sul termine.— di una disparità di opinioni fisiologica. Il blocco di destra risponde a interessi reali, legittimi, che hanno diritto ad essere rappresentati: e se una cosa dovessimo chiedere al blocco, questa sarebbe di rappresentrrli il più schiettamente, il più apertamente possibile. Sembra a noi che la fun zione del « Centro », o della «terza forza», sia altra: non di resistenza pura e semplice all'interventismo statale, non di liberismo programmatico, non di conservazio- sludmzabptiapcstvGmTrePsgdziscleininnIsipctedtbnsrictrtgqinmlei [dcgflscnccnsd•BliltLaèBrEppcstPlvmlmpqodes1fpt n , - 4tlll*IIIIIllIllltllllSISlIlltISitllllllllllllllllSlllllllSlne della grande proprietà e difesa dei grandi complessi industriali — tutte cose, ripetiamo, che pure è inevitabile e legittimo ci siano —, ma di mediazione fra le antitesi : capitalismo-comunismo, USA-URSS, liberalismo tradizionale ad autoritarismo sociale. Questo non impedirà che Destra e Centri possano trovarsi d'accordo, in questo o quel puuto, in tale o talaltra situazione ; così come potrebbe accadere (e anzi dovrebbe) che Centri e Sinistra si trovassero d'accordo in altre situazioni opposte alle prime. Appunto per questo, la si- tuazione politica all'indoma ni delle elezioni risulterà assai differente secondo che la attuale formazione governativa si ritroverà (come ora) in possesso di una maggioranza propria, o invece, per tener testa al Fronte (nella supposizione che questo si mantenga compatto), dovrà fare i conti col Blocco di destra. Questa seconda situazione, a nostro modesto parere, non sarebbe la più favorevole, nè per i Centri, nè per la stessa Destra, in quanto altererebbe per gli uni e per l'altra lo sviluppo politico normale. Luigi Salvatorelli

Persone citate: Cattani, Destra, Panfilo Gentile, Signore Signore

Luoghi citati: Germania, Italia