Poeti morti e vivi alle elezioni di Pescara

Poeti morti e vivi alle elezioni di Pescara Poeti morti e vivi alle elezioni di Pescara Pescara, 14 febbraio. Comunque vadano domani le elezioni, 1 pescaresi si saranno ripagati delle amarezze che hanno subito nello ecorso dicembre: per la scelta dei nuovi consiglieri comunali sono difatti qui venuti tutti i più grossi calibri politici italiani: da Togliatti a Giannini, da Terracini a Nenni, a Simonini, a Saragat, a Cingolani, a Taviani. Cosi, sentendosi accresciuti di importanza, i pescaresi hanno impegnato, per non essere da meno dei forestieri illustri che affluiscono in città, la loro vecchia gloria di paese, Gabriele D'Annunzio, che campeggia difatti come emblema della lista del blocco della destra qualunquista e monarchica, raffigurato con la nota testa glabra, la sola testa fino al collo, che è serrato dal bavero del reggimento dei lancieri di Novara. Giannini, preso da reverenza mistica, nel suo discorso tenuto l'altro giorno ha avuto accenti francescani: « Io sono, disse, l'uomo politico più povero d'Italia. Mi hanno lasciato senza soldi » ha proseguito, spiegando al pubblico del Massimo, il teatro maggiore di Pescara, che tutte le sacrestie italiane hanno ricevuto l'ccdlne circolare di boicottarlo come un comunista. «Viva D Annunzio ! » fu gridato allora dalla platea, e l'entusiasmo per il poeta eccita e guida adesso gli elettori qualunquisti. I dirigenti della sinistra, in un paese come questo, non po¬ tevano non esserne preoccupati. Sono andati spiegando che D'Annunzio è usurpato, rubato, dagli avversa ri; che non si §uò arrogarlo come simbolo egli uomini qualunque: «Proprio D'Annunzio: l'uomo eccezionale! ». L'impresa, ad ogni modo, di contrapporre come antinomia il genio dannunziano al qualunquismo sciatto dei seguaci di Giannini è apparsa poco facile a tenerla ristretta nelle forme di un sillogismo elementare. Ed ecco quindi le sinistre scendere anch'esse all'usurpazione della gloria del paese, con l'inventare un epigramma: «Se riuscite a far dare il voto ai morti, io voto per la torre di Pescara ». I due versetti hanno circolato con la firma di D'Annunzio, e bisogna avvertire che la torre cittadina e il aimbolo adottato per la lista del fronte popolare. Difatti opporre la consueta testa di Garibaldi all'in-! direte testa di D'Annunzio probabilmente sarebbe stato un cattivo consiglio, dato il maggior favore del quale la seconda gode qui. Ma i democratici cristiani ne hanno preso lo spunto a loro volta per argomenti di propaganda, perchè la torre municipale, che fu eretta durantr la dittatura di Mussolini, ha la linea architettonica di un fascio: « Ecco i fascisti » gridano quindi i democratici cristiani, additando quel simbolo, e i comunisti hanno ribattuto con un gramo stornello dedicato al noto scudo che serve come emblema agli avversari: «Tutti i ero¬ dati son morti da un pezzo anche gli scudi son fatti di carta - carta moneta o carta straccia - speriamo che Dio vi salvi la faccia ». Come si vede c'è gentilezza poetica nella lotta elettorale di Pescara, considerata in tutta Italia come il banco di prova dei partiti per la battaglia nazionale del 18 di aprile. Erede di D'Annunzio, protagonista morto della campagna di domani, un altro poeta abruzzese, protagonista vivente, è Modestino Della Porta, cantore popolare di Guardiagrele, che ha scritto per l'occasione un poema ispirato alle trombe d'accompagnamento. Il poema considera gli strumenti musicali come un ro manzo inglese, in questi tempi molto noto, rappresenta i nostri amici animali: mossi, cioè? da passioni politiche. C'è quello che non suona se non « Bandiera rossa », 1 ' altro * Marcia Reale » e un altro « Giovinezza », mentre il trombone riesce ad accompagnarli tutti. Polche il poeta popolare è seguace del « fronte », la parte del trombone viene attribuita a Saragat, con chiarissime intenzioni di polemica e di spregio. Nello scorso dicembre 11 poeta Modestino riuscì a placare il tumulto di un comizio leggendo versi d'amore. Se l'auspicio poetico è ancora valido, domani le elezioni si svolgeranno in pace e gentilezza. Vittorio Gorresìo

Luoghi citati: Guardiagrele, Italia, Novara, Pescara