Lista unica per le elezioni di Vittorio Gorresio

Lista unica per le elezioni Chiusura a Napoli del Congresso del P. 8. li* I. Lista unica per le elezioni Il discorso conclusivo di Saragat: "L'unità socialista si deve fare soltanto sotto la nostra direzione» • I rapporti con la Democrazia Cristiana e i repubblicani (Dal nostro inviato) Napoli, 4 febbraio. « Andremo alle elezioni con la nostra bandiera. Questo è l'impegno tassativo che prendiamo » ha detto Saragat nel pomeriggio nel suo discorso conclusivo dei lavori del congresso. I delegati hanno applaudito con tanto più calore quanto più vivo pochi istanti prima era stato il timore che Saragat volesse riproporre la alternativa delle liste sociali-'ste o delle unioni con altre forze. Applausi e deplorazioni Aveva detto infatti che, superato il problema della partecipazione al governo, ora si pone quello elettorale: « Per affrontare le elezioni noi dobbiamo disporre di una forza di rottura: perciò, o ci uniamo con altri gruppi... ». « No! » lo ha interrotto l'assemblea con un grido Impetuoso. « Lo so — ha ripreso Saragat — avete scelto di combattere da soli, da socialisti, e in questo modo combatteremo. Però vi invito alla coerenza: se qui noi ci assumiamo tutte le responsabilità del socialismo e non facciamo blocco con altri, facciamo un blocco almeno con noi stessi ». L'espressione è piaciuta per la sua forza suggestiva ed è stata applaudita, ma Saragat le dava un significato concreto mirante a un obiettivo preciso non da tutti approvato: voleva che si votasse sul testo di lina mozione unificata fondendo quella di centro presentata da Mondolfo con quella della destra firmata da Calosso e da Spalla. Sul tema della pluralità delle mozioni, — in origine erano 24 —, si era discusso tutto ieri e un gruppo di intransigenti aveva acerbamente deplorato ogni proposta di fusione e compromesso: anche oggi, perciò, quando Saragat ha espresso 11 desiderio di un testo unico, ci sono state delle grida: « E' una vergogna, è un pateracchio! ». Allora Saragat ha impiegato l'ironia: I « vedete, compagni, io non riesco a trovare una profonda differenza tra le Idee di Spalla e quelle di Mondolfp; e pensate che ho studiato la dialettica hegeliana, ma quando mi sono messo a esaminare le due mozioni e a meditarci sopra, non ho scoperto nessun divario sostanziale. Certo Mondolfo critica la democrazia cri- stiana, ciò che io non ho fatto: ma io sono ministro e Mondolfo no. Se in vece mia fosse ministro Mondolfo, avrei io criticato al posto di Mondolfo i democristiani ». La furberia è stata molto apprezzata, e la assemblea ha approvato a grande maggioranza un ordine del giorno per la fusione. Poi, quando si è trattato praticamente di unificare le mozioni, sono cominciate le diffidi- ^1^, si sono riaperteje scussioni e per raggiungere un accordo sono state necessarie più di tre ore. Ma questi fatti, come un altro dibattito sottile sul modo di votare, che è durato buona parte del pomeriggio, non hanno molto Interesse per i non delegati. Hanno più importanza alcune affermazioni e -indicazioni contenute nei discorsi chleso< fae tea nmcimnbcrilumrimstque undi questa ultima giornata per iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiNiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiniiii chi voglia sapere qualcosa sulle caratteristiche della imita socialista. Ha detto Saragat: < E' chiaro che l'unità si deve fare sotto la nostra direzione e i gruppi autonomi debbono tenersi strettamente associati a quella che sarà la nostra linea ». E questo è stato il primo punto da notare. Secondo punto quello enunciato da Zagari: < Noi dobbiamo unificare il socialismo innanzitutto perchè non è possibile difendere prima la democrazia borghese e poi salvare il socialismo: la battaglia è una sola ». Da questa affermazione, che esprimeva l'orientamento della sinistra, Simonini, esponente della destra, è sembrato dissentire quando ha ricordato: « Nel '19 e nel '20 noi abbiamo assunto una gravissima responsabilità non consolidando la democra- iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin zia che doveva sbarrare la via alla dittatura. Tenetelo a mente, -compagni Perciò, avvenute le elezioni, sarà bene che noi facciamo una specie di giunta di intesa col partito repubblicano per stabilire i punti di una collaborazione ». I giovani trotzkisti Su un altro punto tuttavia Simonini ha concordato con Zagari. L'unità socialista non può consistere in una rifusione col partito di Nenni — « questo uomo fatale » ha detto Zagari — ma con l'afflusso nel partito socialista lavoratori Italiani di tutti i socialisti: « E voi, ha detto Simonini alludendo alle accoglienze ieri tributate a Lombardo e ai suoi amici, coi vostri applausi ad alcuni compagni che sono saliti su questo palco, avete ben dimostrato di volere l'unità socialista». Poi ha concluso con un accento sommesso di commozione cordiale: «Il nostro è un buon partito ». C'è stato, dopo, un certo nervosismo all'ora di votare come accade del resto in qua. lunque congresso. Poi si è parlato d'inchiesta e defezioni: sembra che i giovani trotzkisti lasceranno il partito. Essi vanno cantando « Addio Saragat, addio », sull'aria dell'* Addio mia bella, addio ». Ma non sono molti e in ogni modo sono più rumorosi che numerosi. L'inchiesta è anch'essa contro alcuni giovani: contro la maggioranza, cioè, dei dirigenti la federazione giovanile colpevole di grave indiscipline, per adesioni date a iniziative del « fronte popolare ». Italo Pietra 11 ha incriminati formalmente chiedendo che sia sciolta la direzione federale e nominato un commissario. Ma è un buon partito in ogni modo, dice Simonini. Per averlo migliore Zàgari ha chiesto che siano adesso precisate le relazioni colla democrazia cristiana e Fausta Giani di Torino che le donne vi abbiano maggiori riconoscimenti e più larghe possibilità di lavoro. Il suo è stato un discorso breve e misurato, uno del migliori pronunciati in tutto il congresso e certo quello che ha ottenuto i consensi più vivi. Un buon partito, naturalmente, non può che avvantaggiarsi da contributi femminili tanto pertinenti. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Calosso, Mondolfo, Napoli, Torino