Chi ha paura fugge in Sardegna

Chi ha paura fugge in Sardegna Chi ha paura fugge in Sardegna Non è ancora un fenomeno preoccupante - Però Pisola è ospitale e può accogliere uomini e industrie - Occorre che si attrezzi struzioni proporzionate allim maginazione che lo teme; il generale Kevb sarebbe colui (Dal nostro inviato speciale) CAGLIARI, febbraio. Ho viaggiato, per mare, in compagnia di una signora, la cui grazia, età giovanile, situazione sociale e spirito potevano lasciar presumere un equilibrio di persona felice; la turbavano invece fastidi profondi, riassumibili in una parola sola: paura. La signora aveva paura di tre -fantasmi: o) la bomba atomica; b) il generale Kevb; c) il «reparto integrale ». La bomba atomica moltipllcava il suo terrore sotto forma di bomba cosmica, consistente in un raggio cosmico diretto da macchine diaboliche contro un atomo qualsiasi che subito scoppierebbe con di¬ già destinato alla conquista dell'Italia settentrionale con metodi cosi rudi da rendere iMifriiiiiiiiiiiifiiriitiiiiiiitiiiiiiiiif ■iiii Attila un paragone scialbo; il « reparto integrale » completerebbe i massacri non portati a termine dal generale Ke"b. Non dite che ciò è nelle nuvole; dal momento che la signora ci credeva, entriamo nella realtà tangibile; eppoi, son proprio le nuvole a spaventare di più: con i temporali ci si arrangia quasi sempre. Dunque, la signora aveva paura e faceva ciò che di più semplice la paura suggerisce: fuggiva. Niente di straordinario o di scandaloso: fuggirono pure, in Sicilia, i soldati romani nel vedere la grossa statua del Dio Pan: concediamo anche alla signora il diritto di fuga per il generale Kevb. In definitiva, si tratta poi di una signora ottimista. Ella si contenta di un piccolo paracadute in Sardegna: non cerca gli antipodi. Una villa in Sardegna, contornata da terreno coltivabile e con un iiiiiiiiitiifiiitiiiitiiiiitiitiiiifiiifiiiiiiriiiitiiiiiii* a a ù r minimo di comodità moderne come l'acqua corrente, la luce elettrica, magari il telefono, bastano a controbilanciare il suo spavento. Dicono però che, come la nostra signora, la pensino in molti: con i servizi aerei, la Sardegna finisce per essere una specie di sobborgo per Palermo, Napoli, Roma, Milano e, tra breve, anche per Torino; la Sardegna è zona agricola e quindi anche al riparo da carestie alimentari. Dobbiamo allora registrare una grossa corrente di diser- ■ tori — effettivi o potenziali? E, l'isola potrebbe accoglierli? Alla prima domanda, si può rispondere subito negativamente. C'è chi va in Sardegna a guardare la situazione, o scrive ad amici per trattare di quella famo_a villa con relativo terreno; ma non c'è ressa di domanda nè si registrano passaggi effettivi di proprietà superiori al normale. D altronde, — e qui rispondiamo alla seconda domanda — non (fi sarebbe una disponibilità effettiva dei beni agognati. Poiché bisogna staccarsi dai grandi centri e dalla costa, troppo probabili bersagli in caso di guerra, non resta che cercare rifugio tra le montagne e nell'interno, dove si può anche star bene a condizione però di costruire tutto. Di confortevole, come pronto, non c'è che la cortesia degli abitanti — a partire dal nababbo, in condizione di spostarsi, con mulo o cavallo di sua proprietà, per finire allo straccione che vi offre i, suoi servizi, o si limita a salutarvi, sorridendo, come una conoscenza di sempre: il resto bisogna farselo, e se, per caso, un minimo è già avviato, questo costa uno e il rimanente chiede una spesa suppletiva da 10 a 100. Ma c'è una bella occasione in vista: 1 villaggi turistici, di prossima costruzione. Ce- ne sono quattro in progetto, di cui tre. fra i siti più incantevoli delle montagne. Questi villaggi saranno a sistema cooperativo e cosi studiati : un grande edificio centrale dove si troveranno botteghe, un circolo ricreativo; un cinematografo, forse una cappella, insomma -un cuore moderno per gruppi di abitazione: tutt'intorno 50 casette — non una di più — circondate da orto-giardino e tutte di esclusiva proprietà privata, non minacciate da commissariati per alloggi, nè gravate da tasse. Si può prenotare tali casette anche in più d'uno, per dividerne la proprietà amichevolmente. Esse, è vero, sono concepite con lo scopo turistico di trascorrere in pace la fine della settimana, ma nessuna disposizione vieta di farne una'dimora stabile per assistere, tranquilli, alla fine del mondo. » Un aspetto più interessante della paura politica o internazionale è quello che suggerisce — insieme con la fuga dal continente di uomini vivi — anche quella, totale o parziale, di qualche industria. Ce ne sono parecchie allo studio, nè si vuol dire con questo che ogni industria trapiantata in Sardegna sìa poi figlia della paura, la quale, per lo più, è appena un fenomeno concomitante, o la molla estrema per agire: l'autonomia dell'isola offre allettamenti non pochi, sussidiati dalle facilitazioni doganali e fiscali per la industrializzazione del mezzogiorno: se c'è pure la speranza di guardare il futuro con serenità maggiore, perchè non approfittarne? Presso Kllivani, una ditta importante di formaggi ha già i suoi caseifici; un industriale sta trasformando in fattoria modello duecento ettari di sterpaglia; un terzo tentò già in grande stile un allevamento di anitre sul fiume Tirso, nè sembra scoraggiato del tutto se i monelli, buttando nell'acqua una certa erba destinata a stordire le anitre per catturarle a mano, fecero strage dei suoi pennuti, avvelenandoli. Si pensa d'impiantare a Cagliari un cotonificio, perchè il porto si trova sulla via del cotone e, cogliendolo a volo, si godrebbe del minor percorso e di un facile mercato; mancano, nell'isola, manifatture di cuoio — dagli articoli di selleria alle scarpe, e le concerie esistenti sono suscettibili ài buoni sviluppi; ricca di ottimi risultati potrebbe essere un'industria zootecnica, sia per l'allevamento del bestiame con metodi più razionali che per i formaggi, l'iscatolamento della carne e la sua conservazione con il freddo; l'intera Sardegna ha bisogno di alberghi, a partire dall'incantevole spiaggia di Cagliari che ne è priva; Tosei orizzonti sorridono all'industria dei trasporti e, per grossi capitali, alle industrie elettriche. Nè c'è timore di star poi troppo stretti, perchè la Sardegna può accogliere tranquillamente — e beninteso non tutti in una voi-ta — almeno un milióne di uomini. Per tornare al tema della paura pura e semplice, dirò che la signora del mio viaggio per mare ha trovato quasi subito ciò che ella cercava: villa con comodità moderne e terreno coltivabile. Glie l'ha venduta qualcuno senza nemmeno strangolatura di prezzi. Qualcuno che aveva fretta di lasciare la Sardegna per recarsi in Argentina. Un altro che aveva paura. Con i gusti da parecchio tempo si comincia a discutere: con la paura è impossibile. Antonio Antonucci'

Persone citate: Antonio Antonucci'