Il romanzesco attacco alla Cittadella d'Alessandria

Il romanzesco attacco alla Cittadella d'Alessandria Il romanzesco attacco alla Cittadella d'Alessandria / congiurati, quasi tutti minorenni, pedine di un giuoco più vasto o solo maniaci ? (Dal nostro inviato)' Alessandria, 28 gennaio. Pioveva a dirotto ieri sera ad Alessandria; era buio fitto. Eppure molti, dietro le persiane delle finestre o dietro le vetrine di qualche caffè, guardavano nelle strade deserte. C'era qualcosa di strano, d'insolito: « jeeps » con a bordo agenti e motociclette apparivano, sparivano, riapparivano lanciate a tutta velocità, come se volessero rastrellare le vie, i. crocicchi, le piazze. Passavano e ripassavano camions carichi di carabinieri: la pioggia battente rendeva lucidi solo gli elmetti grigi, anneriva ogni altra forma. Si seppe poi che i camions eran sempre gli stessi due che andavano e venivano; ma Intanto gli alessandrini guardavano attoniti. Nè si vegliava soltanto In città. Al di là del Tanaro, in quel caotico accavallarsi di casematte, caserme, torri e bastioni che formano la bicentenaria Cittadella, un battaglione della < Cremona », in perfetto assetto di guerra, era schierato a difesa. Potenti riflettori illuminavano saltuariamente a giorno gli spiazzi. Cosa succedeva dunque ? quali le ragioni di tante misure militari? Solo l'autorità Subblica sapeva: e si trattava i qualcosa dal sapore di altri tempi, quarantottesco almeno. Da giorni era preannunciato un colpo di mano per impadronirsi della Cittadella, da parte di un centinaio di Individui che, affluendo anche con autocarri da varie parti dell'Alessandrino e dell'Astigiano, avrebbero da Alessandria mosso sulla fortezza, disarmato i soldati di guardia e... Il resto era ignoto; lo si sarebbe appreso quella notte stessa — la notte fissata per il colpo di mano — dai protagonisti dell'impresa, dei quali si supponeva di conoscere il luogo di riunione in città. Sarà Uidta la mezzanotte quando, bloccate tutte le strade adiacenti — in pieno centro — un nugolo di agenti e carabinieri armati di tutto punto Irrompevano in una rimessa di via S. Francesco d'Assisi 20, intimando il rituale: < Mani in alto! ». All'ordine non eran tardi a obbedire i presenti, piuttosto pochi a dire il vero: una donna. Emma Meaglia, e cinque < uomini », Francesco Camusso, proprietario dell'autorimessa; Franco Panizzardi, suo socio; i fratelli Scavanti e tale Garlanda. Età rispettive dei primi tre personaggi: diciannove, ventuno, dlclotto anni; gli altri tre, eran ragazzi veri e propri! A disposizione del congiurati, venivano scoperti qualche mitra, pistole mitragliatrici, bombe a mano, altri ag¬ geggi del genere e un centi; nato di bracciali tricolori, evidentemente destinati a contraddistinguere le forze « dell'ordine e della giustizia ». Poiché a tale scopo, dopo le prime perplessità, gli arrestati dichiaravano di essersi riuniti. Sugli interrogatori, succedutisi oggi durante tutta la giornata, l'autorità inquirente mantiene un eccezionale riserbo. Il Camusso —■ riconosciuto come il capo, almeno apparente, della banda — aveva già avuto a che fare colla polizia nel '40 per un affare d'oro e di gioielli; nel periodo repubblichino, era stato prima nelle brigate nere, poi aveva collaborato coi partigiani e, arrestato dagli antichi camerati, aveva avuta salva la vita solo per la sua giovane età. Gli Scrivantl e 11 Garlanda, si sarebbero trovr i solo casualmente nell'autorimessa. Si sa però che gli aderenti al movimento sono circa una novantina e si cerca un quadernetto nero dove il Camusso aveva registrato i nomi. Oggi alle 3, intanto, un altro congiurato è stato tratto in arresto mentre tentava di salire nascostamente su un treno: il meccanico Dario Costa, da Tigllole d'Asti, di ventinove anni. Altri ancora, sono stati tradotti tn Questura per essere Interrogati. Naturalmente, la prima domanda che si pone è quali fossero gli scopi del complotto. Oltre a quelli di « ordine e giustizia» ai quali abbiamo accennato, sembra che gli arrestati abbiano parlato di tutela dei disoccupati: strano però che tra loro, di senza lavoro non ce ne siano. Piuttosto, è grave quanto abbiamo sentito dire: che cioè con essi fossero d'accordo alcuni giovani militari di stanza, appunto, alla Cittadella. Ciò potrebbe far inquadrare il movimento tra quelli tendenti ad ottenere l'immediato congedo de'la classe 1925. Sull'aspetto politico della cosa sta appunto investigando l'autorità che osserva il segreto più assoluto. Pedine, dunque, di un giuoco più complicato o semplicemente ragazzacci dalla fantasia eccitata? Forse quest'ultima è l'Ipotesi più probabile. E' vero che nel Seicento, Alessandria, stretta d'assedio, fu valorosamente difesa dalle trecento donne comandate da una Marchesa Trotti (onde un bastione ancora si chiama « delle Dame»), ma è piuttosto dubbio che la stessa sorte avrebbe potuto arridere a qualche decina di minorenni, sia pure asserragliati nella Cittadella di Vittorio Amedeo H, nell'anno di grazia 1948. g. g.

Persone citate: Camusso, Emma Meaglia, Francesco Camusso, Franco Panizzardi, Garlanda, Vittorio Amedeo

Luoghi citati: Alessandria, Assisi, Cremona