Lombardo e Romita all'attacco dei blocchi con i comunisti

Lombardo e Romita all'attacco dei blocchi con i comunisti LA GIORNATA DEGLI OPPOSITORI CONGRESSO DEL P. S. I. Lombardo e Romita all'attacco dei blocchi con i comunisti "La situazione del Mediterraneo è la conseguenza! degli aceordi di Yalta,, - "Il fronte sarà la fine del partito,, - Un compromesso :fliste separate in talune province re"aac"lvnptbdannrnesngrfRoma, 20 gennaio. Oggi al congresso socialista si è avuta la giornata dell'op- gosìzione: Romita la mattina e iccardo Lombardi, ex-azionista, e finalmente Ivan Matteo Lombardo nel pomeriggio hanno attaccato a fondo il programma del fronte e soprattutto quello del blocco elettorale. Guy Mollet minacaia scandali Anche un delegato straniero, 11 belga Larocn, ha dichiaralo con molta cortesia, ma con molta franchezza, che i socialisti belgi « non sempre comprendono le direttive dell'azione socialista italiana: probabilmente — ha aggiunto per attenuare la cattiva impressione che provocava nel suoi ospiti — per II fatto che le condizioni fondamentali sono diverse ». Ma ha. concluso vantando gli ottimi' risultati conseguiti dai lavoratori belgi seguendo un sistema diverso dall'italiano. Anche Guy Mollet è stato nuovamente di scena: avendo il quotidiano socia lista stamattina omesso di riportare le parole che egli aveva pronunciate ieri, ha protestato e minacciato scandali, tanto che il redattore capo dell'Avanci/ si è presentato alila tribuna per dichiarare pubblicamente che - l'omissione era stata del tutto involontaria. Superati episodi marginali e potendosi tralasciare alcuni discorsi minori, resta da dire della battaglia che gli esponen. ti dell'opposizione hanno sferrata nella giornata.' Romita è stato il primo, ed ha premesso che non intende provocare scissioni: « Ho sempre avuto la tessera del partito socialista e con questa intendo morire ». Non approva tuttavia la composizione di un blocco elettorale, e precisamente la presentazione di lista unica. «Qui si cerca di far passa- ■IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII11IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIcfittldgpdmpC re di contrabbando 11 blocco elettorale sotto l'etichetta del " fronte ", e questo porterebbe a dissensi gravissimi. Se noi accettiamo di sottoporci per cinque anni alla disciplina del " fronte ", che cosa resta del- l'autonomia socialista? Noi vogliamo soltanto la disclpli- na del partito; noi vogliamo presentare liste separate in tutta Italia. « D'altronde -un- altro- prò- blema mi sta a cuore: quello dell'unità socialista. Io non'accetto la definizione di To-jnetti, secondo il quale tutti, I nel P.S.L.I., sono avventurie-1 ri, nè quella di Basso che sia no tutti qualunquisti: io, per esempio, non mi sento di essere più socialista di uno Zanardi. Noi abbiamo tentato di gettare un ponte per facilitare il loro ritorno ». Pettini: « Il ponte lo hanno fatto loro con De Gasperi », IIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII nizzano gli aiuti dall'estero. Noi, se fossimo al loro posto, socialistico, perchè questi aiuti non sono eliminabili; se ne tagliassimo il flusso, non sapremmo come sostituirli, nè possiamo pensare ad una po Romita: « Noi dobbiamoI cercar di ricostruire U ponte fra i socialisti. Due partiti so-!.Zr™ ^« l'itT1 itt™ 3 ™S?™™pnprÌ»^'ilia non si può permettere» ,Pochi gli applausi e molte te proteste alla conclusione del discorso. Più fortunato d gran lunga è stato invece nel pomeriggio Riccardo Lombar- di che, con oratoria estrema- mente.lucida e di rigida mi- postazione cartesiana, ha.do- minato l'assemblea per tutto il tempo del discorso, riuscen-, ?^vkom«^ C^cu^de^Xd^cIa^ se, perchè i ceti dominanti, SftJSKSS? M„?"££r re la pregna funzione, orga-1 S^$S?,ffiflff Sò Lombardi « Circa i n< Partito ci convinto che^con 1 comunisti c'è la possibilità di rispettarli e di farsi rispettare: ma non per questo si;, devono seguire senza discerjfernento tutte le impostazlonljtattlche dell'U- niontr-1 SuvieCK's.' -Ricordatevi di Yalta: a Yalta i tre Grandi hanno diviso il mondo In zone di influenza. Simili ac cordi li possiamo subire, ma non li possiamo accettare >. litica autarchica », ri congresso ha applaudito anche quest'affermazione. lora ha detto: xi rapporti col ista, io sono L'assemblea ha consentito, e Lombardi ha concluso fra molti applausi. Polemica con Nonni Ivan Matteo Lombardo, invece, non appena salito sulla tribuna, è stato salutato da un fE1^0' «Ì2«w«&S&?3h' fiì? S*^^*!^"6!^" leiJzl° Te met?°«splrJto M »• Ivan Matteo Lombardo comincia ad esaminare la reIazlone di Nermi poutica estera: « Nenni esclude la pos sibiiità di una politica estera socialista, e questo in dipen denza deu'esfetenza dei due bloccnl; mai blocchi sono con aeguenza della divisione delle g|fre ^ influenza fatta a Yal. te alle ,_alle dei popoli. Rfcor. datevl ^ cu«:orso^i Nenni a era un discorso socia- l£nh%lVo«kèeapa Srof^ndfta ^"Sa si è ci KttS^barbutaRsufvlBo1eèn?n intende avere rapporti con n mppusPLBspstfclzresto del mondo», « Che cosa è questo piano di ricostruzione europea, ^pro- priamente detto plano Marshall? E' un atto di solidarietà internazionale che noi dob biamo sfruttare a scopo socialista per impedire che altri lo sfruttino a scopo capitalistico. « Noi abbiamo fatto un gravissimo errore lasciando che le destre sposassero" la politica americana di aiuti e ne menassero vanto perchè è proprio il governo americano che ci chiede di usare di quegli aiuti in senso socialistico, secondo i vecchi programmi rooseveltlanì del «New Deal». Sabotare il piano è come dare un calcio solito la pentola. Voi non pensate che alila dichiarazione Truman per. 11 Mediterraneo; ma la situazione del Mediterraneo non è che la conseguenza di Yalta, e precisamente del patto che a uno dei Grandi sia toccata la Romania e all'altro la Grecia». I fischi hanno costretto Lombardo a tacere per :un momento prima di riprendere sul tema dei rapporti fra socialismo e comunismo. Tempesta di fischi « C'è un anticomunismo balordo che noi nettamente respingiamo; ma ci aia almeno possibile chiedere ai comunilati che non facciano dell'antisocialismo ». Un fischio prolungato. Lombardo dice: « Caro compagno, io sono socialista e la penso cosi ». Rifà rapidamente tutta la storia dei rapporti fra i due partiti, ricordando come a Nenni sia toccato passare a volta a volta dalla condizione di socialtraditore ad alleato, .poi a socialfascista, poi ancora ad alleato, a seconda che 1 comunisti decidessero intenzionalmente di servirsi o meno del partiti socialisti, e dissente da Basso che si è compiaciuto per la mancata nascita di una forza di centro-sinistra come si tenta di attuare in Francia: « Se noi ora tiriamo le somme per far discendere dalla politica comunista le conseguenze relative al nostro « fronte » io vi domando di fissare tre punti. Se concordiamo pienamente con i comunisti nel ripudio del piano di ricostruzione eu ropea, se concordiamo nella ostilità contro la terza forza, se concordiamo nella loro concezione della legalità democratica, allora vi dico che questa in pratica è la fusione con i comunisti, vi dico allora che 1 due partiti sono troppi. Io te- lllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllll mo difatti che il < fronte » a poco a poco sia la fine del partito socialista ». La conclusione si perde tra una tempesta di fischi, che non si placano che all'apparire di Pertinl, il quale polemizza con Lombardo aderendo alla tesi di Basso e di Nenni. Con il discorso di Lombardo, d'altra parte, l'azione degli oppositori si può dire conclusa. Essi contano sul 20% del voti e Romita perciò ha ritirato la sua mozione autonomista. Si è concordato quindi in corridoio una formula di compromesso, che consisterebbe nell'adozione di liste uniche con i comunisti pur consentendosi a talune federazioni provinciali di stabilire localmente la convenienza di presentare liste separate con soli socialisti come avverrebbe, si prevede, per Alessandria e per alcune federazioni del Veneto. Vittorio Gorresio iiiiiiiifiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiifiiti s:l il segretario del P. S. I., Lelio Basso, al microfono, 1 1111 i 11111111 1111111111 m111111111 u 111111 n 11111111111 La marcia della miseria. M otti profughi attraversano II «sipario di ferro», ma neppure nella zona inglese della Germania troveranno di che sfamarsi a volontà. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiB