II campione dell'America di Giuseppe Prezzolini

II campione dell'America II campione dell'America Nel generale Marshall le qualità morali prevalgono su quelle intellettuali: si può essere sicuri che tutto quello che fa ha uri fondamento di serietà e di giustizia (Nostra corrispondenza) NEW YORK, gennaio. Di tutte le scelte fatte da Truman per sbarazzarsi degli uomini accreditati da Roosevelt, alcune cattive, altre buone, quella di Marshall come ministro degli esteri viene considerata dalla grande maggioranza degli americani, di qualunque partito siano, come ottima: essi vedono in lui un rappresentante quasi perfetto di molte di quelle qualità nazionali di cui ogni nazione si forma dei «miti» e delle quali si compiace di veder ogni tanto sorgere qualche campione. Marshall è un campione della migliore America, ma di un'America che sta scomparendo. Pare simbolico il fatto che non abbia figlioli, nonostante due mogli, pome un avvertimento ohe U Destino dia al suoi compatrioti: di campioni come questo non ne vedrete più molti. Famiglia di pionieri Ho letto una genealogia della famiglia dei Marshall, che provengono dagli Stati del Sud, e n'esco fuori con un rimescolio d'immagini in mente: pionieri e «piantatori», avvocati e medici (.ma medici che lasciavan la clientela per il pulpito evangelico), militari (ma che fatta la guerra tornavano alle loro ville), avventurieri senza timor di Dio né del diavolo, deputati e giornalisti politici, duellisti famosi (ma che spregiavan di tirar sull'avversario quando il colpo di lui era andato a vuoto). Nessun grande uomo e nessun personaggio insignificante, almeno socialmente, nessun artista, nessun letterato o poeta, tutti gente d'azione e di medie ricchezze. Nessun speculatore. Dicono che le qualità della madre siano rimaste nel figlio, che nacque il 5 giugno 1881 in Pennsylvania, a Vniontown, dove la famiglia era venuta a cercar fortuna finita la guerra civile: cioè riservatezza, dignità, integrità morale. Appena si' pensa a Marshall, si presenta in mente la parola < serietà ». E' un uomo per cui la vita è un impegno e mai un gioco. « Intensamente serio » lo dice un osservatore. Durante la sua vita, negli esami ohe passò, nei giudizi che 4 superiori dettero per dovere o per simr, Ma, di lui ritorna sempre questa parola. W un uomo ohe vuol fare bene ciò che ha accettato di fare, e non accetta di fare se non quelche si sente di far bene, ed è deciso a metterci tutto quel che può per farlo bene: tempo, energia, mente, coraggio. E' certo che nel Marshall le qualità morali, se si possono kLa sua vita privata, come si capisce, non offre aspetti romantici od aneddoti coloriti; sposò la ragazza di cui era innamorato — della sua stessa classe sociale — al tempo della scuola militare e passò il tempo che il servizio militare gli concedeva in perfetta armonia con lei fino alla sua morte nel 1927. Si chiamava Uly Coles e veramente rassomigliava a un giglio. Nel 1930 riprese moglie, una vedova, la signora Caterina Tupper Brown; SI preparava a passar con lei tranquillamente gli ultimi anni di vita e di pensione, quando un telegramma di Truman nel dicembre 1945 Io invio ambasciatore straordinario in Cina, da dove ritornò soltanto nel 1947 per prendere la direzione della politica estera degli Stati Uniti. Era tempo. In un anno egli separare, prevalgono su quelle intellettuali. Fu uno scolaro ottuso nelle prime classi, nella scuola media arrivo alla mediocrità e soltanto dopo la scuola militare alla Scuola di fanteria fu giudicato il primo della classe, con un elenco spettacoloso dei servisi militari ai quali lo si giudicava adatto, che andavano dalla fortificazione campale all'avvocatura erariale. Non ha avuto un temperamento geniale, ma uno sviluppo lento e generale» appena ha trovato nella professione militare il posto adatto per lui. Se non mostra, neanche nei suoi scritti, nessuna scintilla di genialità, e non si senton ripetere suoi motti di spirito, o definizioni brillanti o acute maldicenze, in compenso si ha che è dotato di una prodigiosa' memoria e di una capacità d'apprendimento fenomenale. Quando nel 1924 fu invitato a comandare il 15° reggimento fanteria di atanna a Tientsin in Cina, dopo sei mesi era in grado di grugnire o di guaire il cinese tanto da poter fare a meno di Interprete nel processi; e chiunque conosce le lingue orientali ammetterà che questo non è comune. La sua carriera militare non ebbe nulla di straordinario ne di rapido. E' stato adibito ai servizi più differenti, salvo quelli aerei, dai tropici alla Cina, dalla campagna di Francia all'istruzione nelle scuole militari, dai campi di educazione giovanile (C.C.C.) istituiti durante la depressione economica fino allo Stato maggiore. Nonostante le sue frequenti e insistenti richieste è stato guasi sempre tenuto negli uffici, considerato come una mente organizzativa di prim'ordine e quindi non mandato a comandare truppe in combattimento. I suoi piani d'operazione sono tutfora giudicati tra i più perfetti che l'esercito americano abbia avuto. Le due mogli ha cambiato la rotta, ha fi- nito con gli accomodamenti, ha tirato una linea che l'avversario non deve oltrepassare, ha fatto sentire che la volontà di pace degli Stati Uniti non è stanchezza nè impotenza. La stima degli americani per lui è immensa e generale. Fra le preziose qualità morali che Marshall possiede, c'è quella di riconoscere il valore dei suoi avversari. Dopo la guerra egli fu partigiano di un sistema di reclutamento generale, al quale tutta la nazione partecipasse,' e contrario all'esercito permanente di mercenari, incontrando l'opposizione di molti e principalmente del gen. Lesley J. Me Nair; eppure nomino questo ad una eccellente posizione. Così durante la guerra non si vendicò di Mao Arthur che per tre anni, quando era lui capo di Stato maggiore, lo tenne senza promozione, nonostante le pressioni di militari eminenti; sapeva ohe Mac Arthur è un generale di genio. La sua vera forza Di idee generali è inutile andare alla rloerca nel suoi scritti e discorsi. Si vede che è convinto partigiano di un esercito « democratico » strumento e non formulatore della politica; e che considera la politica come intimamente connessa con la morale. Per un europeo colto questa può sembrare ingenuità scientifica. Ma per gli americani in generale questa è invece una ragione di ammirare Marshall e di riconoscerlo come un campione delle idealità nazionali. Ogni nazione ha una sua retorica e non può vivere senza quella; gli americani hanno la retorica della morale e non vivrebbero senza di quella. Ecco, in breve, la persona cui è affidata ora la politica estera degli Stati Uniti. Lia sua forza più grande è il suo immedesimarsi con la sua funzione. Un aneddoto lo rivela intero: al tempo della guerra, Roosevelt era solito di ricevere i suoi collabora^ tori in sedute senza formalità, nelle quali li chiamava con nomignoli affettuosi o con il nome proprio personale. Con Marshall non ci riusci mai. Gli fece sapere che lo desiderava, per via indiretta, ma non lo convinse ad accettare quella posizione. Marshall aveva ragione, perchè se alle volte quella confidenza permetteva ad uno dei collaboratori di ottenere dal Presidente qualche cosa che non avrebbe ottenuto in una seduta ufficiale, d'altra parte la stessa confidenza permetteva al presidente di togliere senza responsabilità o di negare ciò che doveva. E il Marshall non si sentiva di correre attesti rischi : egli era l'Esercito, non Marshall. Cosi oggi egli è davanti agli stranieri: gli Stati Uniti e non Marshall. Non è un geniale improvvisatore, ma si può esser sicuri che tutto quello che farà avrà un fondamento di serietà e di giustizia. Che poi questo basti nel mondo per vincere, non è detto. Ma basta per acquistare l'onore. Giuseppe Prezzolini ' f V M ! "'■ SS>i'S ■!

Persone citate: Caterina Tupper Brown, Coles, Lesley J., Mac Arthur, Mao Arthur, Nair, Roosevelt