I partiti si preparano

I partiti si preparano I partiti si preparano S/ AVVICINANO LE ELEZIONI Dibattito in seno al consiglio nazionale della D. C. -1 liberali chiamati a ratificare il blocco con Nitti - Strascico polemico nell' U. Q. Roma, 12 gennaio. B 26 gennaio a Palazzo Venezia inizierà 1 suoi lavori la Conferenza internazionale della mano d'opera, Indetta per iniziativa del governo italiano ed alla quale sono state invitate le sedici nazioni che aderirono a suo tempo al piano Marshall. L'invito, però, tramite le nostre rappresentanze all'estero, è stato esteso a tutti i governi. L'Italia annette grande Importanza a questa riunione e ha già proceduto alla composizione della sua rappresentanza che sarà presieduta dall'on. Giuseppe Saragat, vice presidente del Consìglio, e composta dagli on.li Brusasca e Magrini, Sottosegretari di Stato agli Esteri e al Lavoro, nonché dal ministro d'Italia a Praga, Mario Taccoli, assistito sia dalla C. G.CL. che dalle organizzazioni dei datori di lavoro e da una commissione di tecnici. Le liste democristiane La ripresa del dibattito alla Camera ha coinciso con una più intensa attività dei partiti: il Consiglio nazionale della D. c, che ha ieri iniziato 1 suoi lavori, ha trattato dei mezzi più idonei per affrontare l'imminente battaglia elettorale e ha discusso delle norme per la designazione dei candidati alle future elezior' per 11 Parlamento. I comitati provinciali, a tale uopo, procederanno all'elezione di una commissione, la quale sottoporrà poi le candidature al comitato che a sua volta presenterà le liste alla direzione del partito. Per quel che riguarda le nomine al Senato, la discussione non ha potuto essere approfondita in quanto la legge elettorale relativa non é ancora definita. Il Consiglio democristiano ha quindi stabilito che in linea di massima coloro 1 quali potranno accedere di diritto alla Camera Alta debbano avvalersi di tale facoltà; solo qualche eccezione sarà consentita per gli esponenti maggiori del partito, quali gli on. De Gasperl e Gronchi. Domani inizierà i suoi lavori anche il consiglio nazionale del P.L.I., chiamato a ratificare gli accordi intervenuti per la costituzione del « blocco nazionale », già approvati dal la direzione. Cosi numeroso com'è il consiglio può considerarsi un « parlamentino ». Ne fanno parte 120 membri oltre i deputati del partito. Si prevede, sia pure con qualche contrasto, un voto positivo dell'assemblea. La corrente di sinistra tenterà tuttavia di ottenere precise garanzie affinchè il blocco non slitti troppo a destra L'incriminato dell'U. Q. I diciannove componenti l'esecutivo qualunquista hanno approvato all'unanimità l'ac cordo in questione e questa sera, dopo aver stabilito di anticipare i lavori del loro comitato centrale per la ratifica definitiva, hanno accolto le dimissioni presentate da alcuni esponenti del fronte che hanno costituito il partito qualunquista italiano, ad eccezione di quelle dell'on. Vincenzo Tieri, « il quale deve ancora perfezionare i rendiconti della sua gestione ». Si è deciso altresì di svolgere una azione perchè i secessionisti non usino la denominazione « qualunquista » per il partito, al quale hanno dato vita. Lon; Giannini si mostra, com' è logico, molto scettico sulle possibilità dei secessionisti. L'on Tieri, definito da lui «un forsennato», è invece, sorpresissimo della deliberazione dell'esecutivo qualunquista: « Io ho già reso conto della mia gestione politica nella relazione al secondo congresso nazionale del partito — egli ha esclamato. — Se si tratta invece di gestione amministrativa dirò che il fronte dell'U. Q. aveva una sua segreteria amministrativa la quale ha presentato i suol registri in perfetta regola». L'esecutivo qualunquista — a quel che si apprende — intenderebbe conoscere dall'incriminaio on. Tieri i nomi dei sovvertitori del vecchio «Fron. te liberal democratico dell'U. Q. ». Il nuovo ribelle naturalmente si rifiuta. Non è Improbabile ne nasca un lungo e complicato seguito di polemiche presto scivolanti sul piano degli Interessi personali ed economici.

Luoghi citati: Italia, Praga, Roma, Venezia