L'Alto Adige e l'autonomia

L'Alto Adige e l'autonomia L'Alto Adige e l'autonomia La recente decisione del 8iidtiroler Volkspartei — il partito che Inquadra la maggior parte degli alto-atesini di lingua tedesca e se ne arroga l'integra le rappresentanza — dì respin gere 11 progetto di autonomia regionale tridentina elaborato a Roma da un'apposita com- missione, la cosiddetta Commls sione del Sette, ha ridato at tualità In questi giorni al problema dell'Alto Adige. Problema che si presenta oggi ben più e e e a i e e : i a i n i i à o o e a a e a i . i e o e e, a o e I o el e ri n a ta o l di a e 1 olnaa fnil l arduo e complesso che nel 1919, all'indomani del trattato di Saint-Germaln. Non solo a causa della nefasta politica di despotiamo politico e ammini- . strativo e di metodica azione snazionallzzatrlce perseguita dal 1922 al '39 dal fascismo e degli accordi Mussolini-Hitler del 1939 per il trasferimento nel Reich di quegli allogeni che optassero per la cittadinanza tedesca (nella provincia di Bolzano furono circa 185.000 su 229.500). Ma anche perchè — in conseguenza degli accordi De Gasperl-Gruber del settembre 1946, inseriti poi nel trattato di pace — il problema non è più soltanto di politica interna Italiana, ma è stato trasferito sul plano internazionale. Due sono le questioni fondamentali contemplate in tali accordi: quella della reintegrazione nella cittadinanza italiana di quegli alto-atesini che, nel '39,' optarono per il Reich (70.000 del quali si trasferirono poi oltre Brennero), reintegrazione ora statuita con un provvedimento legislativo approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri; e quella dell'autonomia i amministrativa e culturale che il governo italiano s'è impegnato ad accordare alle popolazioni allogene dell'Alto Adige. Ora, a prescindere da taluni punti particolari (su cui, del resto, non dovrebbe essere difficile raggiungere l'accordo), il nodo del problema dell'autonomia sta essenzialmente in ciò: che, mentre il progetto della Commissione dei Sette contempla la concessione agli allogeni alto-atesini di speciali garanzie nel quadro di un'autonomia regionale tridentina (province di Bolzano e di Trento), essi — o, per essere più esatti, il Volkspartei — hanno sempre reclamato, e persistono a reclamare, che il cSUdtfrol» (ossia, la provincia di Bolzano, arrotondata con I comuni trentini mistilingui sino a Salorno, l'Ampezzano e 11 Llvinallongo) sia organizzato in una regione a sè, separata dal Trentino (o, tutt'al più, con una « dieta > coordinatrice per i problemi di intetesse comune). Solo una minoranza, — organizsata .nel Siidtirolèr Democratisoher Yer-band — ostile alle tendenze fortemente ^conservatrici e nazionalistiche del Volkspartei —, accetta (come pienamente aderente all'effettiva situazione del paese, nonché agli accordi De Gasperl-Gruber) la soluzione regionale tridentina Ora, in linea di massima, la soluzione puramente alto-atesina del problema non presenterebbe di per sè difficoltà insuperabiji. Ma a renderla sconsigliablle sta, se non altro, lo spi. rito che antoa 1 suol fautori; e, In particolare, 11 Volkspartei: che, sia detto per incidenza, non è tanto un «partito» quanto un « fronte » nazionale, da cui dipendono o intorno a cui gravitano un centinaio di associazioni di vario tipo (sportive, culturali, sindacali, assistenziali) e tra 1 cui capi non mancano (accanto a un ex-ministro del governo Dollfuss e a reduci da Daohau) ex-gerarchi nazisti. Sorto nel maggio 1945, con programma nettamente separatista, quasi come una sezione del Partito Popolare austriaco, 11 VoJfcsportei — fiancheggiato nella sua azione dal clero, con a capo il principe-vescovo di Bressanone e 11 suo vicario generale, ampezzano di origine ma più austriaco di un tirolese — lavorò Intensamente (d'intesa con gli irredentisti d'oltre alpe) dapprima, nel 1945-46, a creare nella regione un'agitazione (In parte artificiosa) intesa a ottenere YAnschluss con l'Austria; e poi, fallita la manovra separatistica, a procurare al Siidtlrol un'autonomia tale da farne quasi uno stato nello Stato e da assicurarvi l'assoluto predominio dell'elemento tedesco. In tali condizioni, è chiaro che la concessione all'Alto Adige di un'autonomia quale quella propugnata dal Volkspartei equivarrebbe a sancire l'esistenza, nel nostro territorio, di una repubblichetta, nella quale gli italiani (indigeni o immigrati) non avrebbero di fatto alcuna Influenza e gli Interessi Italiani alcuna considerazione; e che costituirebbe non già 11 « ponte » tra Italia e Deutschum preconizzato da De Gasperi, ma piuttosto una testa di ponte germanica al di qua delle Alpi. Convlen dunque tener fermo alla soluzione regionale tridentina giustificata, del resto, da valide ragioni geografiche, storiche e anche economiche. E, insieme, accordare alle minoranze alto-atesine di origine tedesca o ladina tutte le garanzie (specie in fatto di lingua di vita culturale, d'interessi economici) atte ad assicurare In un clima di reciproca fiducia 11 libero sviluppo delle loro individualità nazionali. a m- Paolo Serini ►«><

Persone citate: De Gasperi, De Gasperl-gruber, Gasperl, Gruber, Hitler, Mussolini, Paolo Serini