Lavoro per tutti di Pasquale Jannaccone

Lavoro per tutti I/eredità di lord Keynei Lavoro per tutti «Uomini pratici che si credono immuni da ogni influenza teorica; uomini politici che si credono ispirati da voci soprannaturali, sono sempre gli schiavi delle idee di qualche economista morto venti o trentanni prima. Giuste o storte, queste Idee sono sempre più potenti di quanto comunemente si crede; ed lo son sicuro che si esagera di-molto la forza degl'interessi costituiti in confronto di quella 'del graduale Imporsi delle idee ». Concludendo con questi pensieri la sua opera maggiore, John Maynard Keynee formulava tacitamente il presagio che, dopò la sua morte, le sue idee avrebbero dominato la condotta dei politici e _de_Lpraj UcT'hel trentennio successivo. E In realtà, mentre gli economisti hanno accettato con beneficio d'inventario, come dovevano, la parte dottrinarla della sua eredità Intellettuale, politici e pratici si sono subito impossessati del cespite più prontamente spendibile: l'idea dell'occupazione totale del lavoro. Oggi quasi ogni partito politico, in ogni paese, ne Iscrive nel proprio programma la promessa; 1 comizi la trasformano In esigenza immediata; 1 governi ne fanno la .base per la costruzione di plani;' ma queste promesse, esigenze e costruzioni non s'Impongono più per l'autorità di colui onde hanno origine ma per la propria forza di attrazione sulle menti della moltitudine. Le critiche degli economisti alle dottrine di Keynes sulla moneta, sul credito, sul risparmio, sull'interesse — che sono 1 presupposti dell' organizzazione della società in modo da assicurare l'occupazione totale del lavoro e tracciano i limiti e le condizioni della sua realizzazione — non mordono sulla forza propulsiva dell'idea. Essa, a mio avviso, ha sostituito come mito — e con latitudine anche maggiore — quell'Idea del diritto del lavoratore al prodotto integrale del proprio lavoro, che sfolgorò nella prima fase del socialismo marxista. E come quella è tramontata più per l'abbandono fattone In pratica dall'economia comunista che per i ragionamenti dei teorici sul problema della ripartizione del valore del prodotto fra 1 fattori che hanno concorso a formarlo, cosi soltanto l'eventuale insuccesso del vari < piani Beveridge » indurrà, se mal, a riconoscere ohe non può aversi occupazlo" ne integrale del lavoro in paesi impoveriti da una guerra, fin che continui ad essere scarso, XI-reddito totale e. «randa lo|squilibrio fra la popolazione | lavoratrice e le quantità disponibili di beni di produzione e di consumo. «Se la nostra povertà — scriveva Keynes stesso — dipendesse da una carestia, da un terremoto o da una guerra; se mancassimo di beni e di mezzi per produrli, non potremmo ritrovare la via alla prosperità se non nel duro lavoro, nel risparmio e nelle nuove invenzioni ». Quando J. M. Keynes (creato Lord Keynes of Tllton nel 1942) mòri nell'aprile del '46, egli era l'economista più onorato ed ascoltato in patria e fuori; ma non più di vent'anni prima era uno degli uomini più invisi ai suoi concittadini. Conversavo un giorno del 1927 o 28 con un banchiere inglese, 11 quali ad un punto mi disse: vi sono ire uomini al mondo insopportabili ad ogni inglese di buon senso; ed al mio sguardo interrogativo — credevo che alludesse a personaggi politici — sorridendo rispose: Rablndranath Tagore, Bernard Shaw e John Maynard Keynes. « Ma che c'è .di comune — replicai allora meravigliato — tra il mistico poeta indiano, il mordace commediografo irlandese ed il vostro economista? ». « C'è questo, che tutti e tre sono del rompiscatole che vogliono dir sempre il contrario di quello che gli altri pensano, fanno e dicono». E Infatti, uno spiccato carattere di Keynes era la sua insofferenza delle idee generalmente accolte e delle linee di condotta comunemente seguite: egli odiava la stupidità, dice un suo discepolo, e non tollerava 11 nonsenso di qualunque genere fosse. Nel primi anni della sua carriera fu, forse, troppo incline a vedere stupidità e nonsenso dovunque prevalesse un'opinione o previsione diversa dalla sua, ed a pronunciare giudizi sarcastici e burleschi su coloro dai quali dissentiva: abitudine poco conforme al corretto stile inglese nelle pubbliche discussioni. Funzionarlo della Tesoreria e suo rappresentante alla Conferenza di Parigi del 1919, disapprova clamorosamente con le sue dimissioni e con un mordente volume le clausole economiche del trattato di pace con la Germania. Figlio di un professore di Economia politica della più schietta tradizione ortodossa, discepolo del più insigne economista del suo tempo, professore egli stesso all'Università di Cambridge, cerca di demolire le dottrine fondamentali della scuola neo-classica, in cui era stato allevato, e di torcere in altre direzioni le pratiche di politica economica che ne derivano. Capp d'importanti istituti finanziari, in quotidiano contatto col Tesoro, la Banca d'Inghilterra e le grandi banche private, attacca con veemenza le opinioni più sacre del tempio monetario inglese: l'eccellenza del regime aureo, il prestigio della sterlina convertibile in oro, la venerazione pel risparmio e per la sua virtù annientatrice del benessere nazionale. Ma quando, nel giro di pochi anni, furono troncati 1 pagamenti delle riparazioni tedesche, la sterlina .dovette sganciarsi dall' oro, scoppiò la crisi mondiale ed americana — avvenimenti che furono un colpo di fortuna per la sua fama — le- sue idee, sin allora generalmente reputate «pvdmdllusprlnmpsplqpcBlgaUtdbclgaglggusnspfgbcqtbaiascrasssticvsp , . „ „_,_. |?ì*T*a « %ml°,'?r$f8i | "f ,aJ*ava IL lo!T"/\ dA u « estreme e sconsiderate », apparvero profetiche. Ed apparve pure che certe singolarità del suo carattere erano state le manifestazioni ancora acerbe di doti geniali che ora si rivelavano pienamente, mutandosi lo spirito di contraddizione In una grande acutezza di pensiero, la spregiudicatezza del parlare in una dialettica d'Irresistibile forza persuasiva, l'ostinazione nella propria opinione In un devoto attaccamento agli uffici 'cui era preposto. La sua dottrina e la sua opera furono quindi sempre più ricercate anche da coloro al quali aveva lanciato qualcuno dei suoi strali più pungenti, come Wlnston Churchill ed i governatori della BaTicar-tflngniltenfriir-Tlurahte l'ultima guerra fu loro consigliere; poi negoziatore degli accordi monetari con gli Stati Uniti. Come si sarebbe comportato l'iconoclasta del vitello d'oro, lo spregiatore della «barbara anticaglia» in negoziati che esigevano 11 ritorno dell'Inghilterra alle catene del regime aureo dalle quali egli aveva voluto liberarla? Non gli mancò, tornato In patria, l'accusa di contraddizione; m,a gli accordi di Bretton Woods e gli altri che seguirono furono una vittoria di Keynes su se stesso, in parte; sugli americani per un'altra parte. Su se stesso, perchè egli piegò le idee più sue alla necessita di non far perdere al proprio paese gli aluti di cui aveva estremo bisogno; sugli americani, perchè riusci a dare ad alcuni di quegli accordi una complessità e flessibilità che non sarebbero state concepite dagli americani stessi — abituati ad avere negli affari una sola idea per volta — nè da essi accettate se 11 negoziatore fosse . stato meno abile ed avvincente di lui. Molte domande gli si vorrebbero óra rivolgere. Che cosa avrebbe egli detto della sospensione .della convertibilità della sterlina in dollari da lui stes-so/forse a malincuore, pattm-ta? Che cosa degli sviluppi dèi- la politica labourista al cui inizi non aveva negato il suo - consenso? Che consigli avrebbe dato per frenare l'inflazione' ed evitare la deflazione, ch'egli aborriva? Sarebbe nuovamente intervenuto. nelle discussioni sul futuro della Germania e sulle condizioni della sua pace? Si sarebbe fatto mediatore, nei dibattiti, sul plano Marshall, fra le potenze occidentali e la Russia sovietica, di cui egli (marito di una celebre danzatrice russa) detevo ma una coscienza sociale dotata, come ogni nuova religione, di una grande forza di coesione? Spesso la morte spegne un'alta voce quando più acuto è il desiderio di ascoltarla. Pasquale Jannaccone siiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiniiiiiiiiiiiMiiiii

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Parigi, Russia, Stati Uniti