Usa giardinaggio per curare lo stress

Usa, giardinaggio per curare lo stress la voce DEGLI ALTRI Usa, giardinaggio per curare lo stress LE POINT ULTIMA moda americana è il giardinaggio. La nuova professione che furoreggia è quella dei giardinieri, che, come scriveva recentemente il New York Times, «potrebbero diventare negli Anni Novanta ciò che gli chef sono stati negli Anni Ottanta, quando il loro status sociale è stato innalzato dall'interesse per la cucina raffinata». Secondo Le Point si tratta di una vera e propria infatuazione: «Sono infatti sempre più numerosi quelli che abbandonano l'ufficio per l'aria aperta». E la particolarità del fenomeno, osserva il settimanale francese, è che «i convertiti sono soprattutto persone già stabilizzate nella loro carriera, che un bel giorno decidono di sdoppiarsi: ormai non è più raro incontrare banchieri o avvocati che seguono diligentemente i corsi di orticoltura dopo una giornata di lavoro a Wall Street». Più che una moda è un movimento, che abbraccia tutto il Paese da New York alla California. «Dal 35 al 45 per cento dei nostri studenti vengono da noi perché hanno l'intenzione di cambiare carriera», dice il responsabile del Dipartimento di orticoltura presso l'Università statale di San Francisco, Eugene Duncan. E conferma Rosemary Kern, direttrice didattica al Giardino botanico di New York: «Quelli che si iscrivono ai nostri corsi non lo fanno perché hanno l'hobby delle piante da appartamento; al contrario, sono persone ben motivate. Le iscrizioni sono aumentate: siamo arrivati a seimila studenti l'anno e non possiamo soddisfare tutte le richieste». Basta con le macchine Stessa musica a Harvard. Le iscrizioni ai corsi serali di architettura paesaggistica dei Radcliff Seminars sono aumentate a una tale velocità che è stato necessario contenere la fiumana: «Avevamo una politica della porta aperta - spiega a Le Point John Furlong, direttore del programma che propone 45 diversi corsi a 275 studenti -, ma adesso non abbiamo più spazio. Siamo costretti a diventare più selettivi. Non si tratta di una moda». Ne è una prova, aggiunge il settimanale, il fatto che tre altri programmi similari sono stati da poco inaugurati nel circondario di Boston. Anche all'Università della Pennsylvania le domande di ammissione ai programmi di architettura paesaggistica per il prossimo anno accademico sono raddoppiate. «La gente ne ha abbastanza dell'era delle macchine, dell'efficienza. L'era industriale non è la risposta a tutto», sostiene Jim Cross, sessant'anni, fra i pionieri del movimento. Ven- t'anni fa, riferisce Le Point, ha deciso di lasciare una delle più prestigiose aziende di Wall Street, di cui era socio, per diventare orticoltore. Molti dei nuovi convertiti, continua il settimanale, hanno scelto questa strada perché si sono di colpo stufati dello stress permanente prodotto dalla loro carriera. Per esempio Elisabeth Spar, quarantasette anni, ha deciso di abbandonare la società di ricerche di mercato che aveva fondato diciassette anni fa per seguire i corsi serali del Giardino botanico newyorkese, con un investimento di 3500 dollari (oltre quattro milioni di lire) per due anni di studi. «Mi piace vivere all'aperto - spiega - e non avverto'nessuno stress, anche se è un lavoro molto faticoso. Ho la sensazione di avere un'incidenza sull'ambiente. La vita è corta. Mi sono resa conto che ciò che facevo per dodici ore al giorno finiva spesso nella pattumiera. Gli alberi, almeno, resteranno dopo di me: è un pensiero confortante». L'orticoltura è un'arte Secondo Michael Laurie, professore a Berkeley, gli Anni Settanta avevano già conosciuto un movimento analogo; ma allora il lato ecologico era più marcato, e le persone coinvolte erano più giovani. «Oggi - spiega con una punta d'ironia - ho l'impressione che per molti dei nostri studenti è un modo di esprimere idee artistiche. E' anche una sorta di esperienza spirituale». Ma non ci sono soltanto «colletti bianchi» che diventano «colletti verdi»: «Vediamo che ci si lanciano macellai non meno che muratori», afferma John Wicks, dell'associazione vivaisti californiani. Questa rilevante immigrazione di quadri verso i giardini riflette anche un cambiamento di mentalità degli americani. «A lungo rileva Rosemary Kern - chi era laureato non pensava neppure di darsi ai lavori manuali. Finalmente si è compreso che l'orticoltura è un'arte». Ma è anche un «business», aggiunge Le Point. Uno dei freni a questo genere di vocazioni, il basso livello dei salari, scompare progressivamente. «Abbiamo nove offerte di impiego per ogni studente - afferma il direttore del San Antonio College, uno dei principali dipartimenti di orticoltura in California -. E, per forza, i salari aumentano». L'associazione degli architetti paesaggisti californiani calcola che nei prossimi cinque anni si creeranno cinquantamila nuovi posti di lavoro: «Siamo in pieno boom, e questa situazione è destinata a durare fino al Duemila. L'orticoltura e il giardinaggio diventeranno in questo decennio ciò che era lo sport negli Anni Ottanta».

Persone citate: Eugene Duncan, Jim Cross, John Furlong, John Wicks, Michael Laurie, Radcliff, Rosemary Kern

Luoghi citati: Berkeley, Boston, California, New York, Pennsylvania, San Francisco