Mosca scopre il gusto della stampa libera di E. St.

Mosca scopre il gusto della stampa libera URSS Cade un altro simbolo del potere sovietico, ma i vecchi controllori non spariranno del tutto Mosca scopre il gusto della stampa libera In vigore la legge che abolisce l'onnipresente ufficio censura MOSCA NOSTRO SERVIZIO E' caduto un altro simbolo del vecchio potere sovietico: dall'altro ieri la vecchia censura, il Glavit, si chiama Ufficio per la difesa dei segreti di Stato nei Giornali. La censura ha chiuso i battenti spazzata via da una legge più liberale sulla stampa. Il gigante sovietico ha fatto un nuovo passo avanti sulla strada della democrazia di tipo occidentale, anche se alcune norme del nuovo regolamento potrebbero ancora concedere ai burocrati la possibilità di applicazioni restrittive. Mentre molti giornalisti sovietici festeggiavano «un nuovo giorno di libertà», i vecchi funzionari della censura erano impegnati a cambiare la vecchia targa dell'ufficio con una fiammante con su scritto: «Consulenti per l'informazione pubblica». I vecchi timbri di gomma che stampigliavano la laconica scritta «Consentito» adesso imprimono sulla carta: «Non divulgato alcun segreto di Stato». Quando a Mosca ancora non si parlava di glasnost, i censori avevano fior di uffici in tutti i principali giornali del Paese. Loro compito era di passare al setaccio qualsiasi articolo, non soltanto per verificare se ci fosse la violazione di qualche segreto militare o economico, ma anche per evidenziare e stroncare qualsiasi deviazione ideologica o politica dalla linea del partito comunista. Senza il loro timbro un articolo non poteva prendere la strada della tipografia. Nonostante la nuova legge, molti dei vecchi censori resteranno al loro posto di lavoro. La nuova legge proibisce la divulgazione di segreti di Stato, gli appelli al sovvertimento dell'ordine costituzionale, le espressioni di odio nazionalistico o religioso, la diffusione di materiale pornografico. Con uno stipendio concordato, la maggior parte dei vecchi censori avranno la funzione di consiglieri dei direttori sugli articoli scabrosi, quelli che una volta pubblicati potrebbero causare problemi legali. «La censura è stata abolita ma il Glavit non è sparito - ha detto il ministro dell'Informazione della Repubblica Russa Michail Poltorain che prima di diventare ministro era stato direttore di quotidiano -. I censori stanno cercando di riciclarsi. Speriamo di arrivare al punto di farne a meno del tutto». La nuova legge non obbliga i direttori ad accettare la consulenza dei nuovi consulenti per l'informazione. In linea di principio potrebbero anche cacciarli dai giornali. Probabilmente molti dirigenti preferiranno non dover decidere da soli che cosa si debba considerare un segreto di Stato. «Non pretendiamo che la piena libertà di stampa arrivi in un giorno - ha detto Jadviga Juferova del giornale giovanile del partito comunista Komsomolskaya Pravda -. Non siamo sicuri di riuscire a trovare un accordo con quelli del Glavit, è da un po' di tempo che ormai pubblichiamo pezzi senza sottoporli alla loro approvazione». La Juferova cita la recente intervista al generale «ribelle» del Kgb Oleg Kalugin, che, secondo il governo, avrebbe contenuto segreti di Stato sull'attività sovietica di spionaggio all'estero. [e. st.]

Persone citate: Jadviga Juferova, Komsomolskaya Pravda, Michail Poltorain

Luoghi citati: Mosca, Urss