Stasera ci vediamo in via Claudio Villa di Flavia Amabile

Stasera ci vediamo in via Claudio Villa Così Roma ricorderà il «reuccio» Stasera ci vediamo in via Claudio Villa Intestate a giornalisti e calciatori strade di Grottarossa e delVArdeatino ROMA. «Ci vediamo in via Claudio Villa?» «Meglio di no. E' lontano da qui. Adesso mi trovo in via Enzo Tortora. Ci vuole troppo tempo. Facciamo via Franco Ossola?». E' un brano di una conversazione che da oggi è possibile. Ieri la commissione toponomastica del Comune di Roma ha deciso l'intestazione di alcune strade della capitale a personaggi dello spettacolo, giornalisti e calciatori scomparsi. Le zone interessate sono quelle del nuovo centro Rai di Grottarossa e del quartiere Ardeatino. Nell'area del centro Rai, probabilmente per una questione di coerenza, le strade verranno intestate a personaggi del mondo radio-televisivo come Nicolò Carosio, Silvio-Gigli, Willy De Luca, Massimo Valentini, Maurizio Barendson e Enzo Tortora. Nel quartiere Ardeatino si è preferito puntare sul calcio. Un gruppo di strade verrà, quindi, dedicato agli assi del pallone di un tempo: Paolo Barison, Eusebio Castigliano, Renato Cesarini, Franco Ossola, Aldo Ballarin, Giuseppe Grezar. Naturalmente, via Claudio Villa, invece, non poteva che trovarsi a Trastevere, nel quartiere del "reuccio". Più precisamente, sarà la passeggiata che costeggia il Lungotevere davanti all'Istituto San Michele a Ripa. Così, alla fine, i fans del cantante di «Arrivederci Roma» e di «Granada» l'hanno spuntata. Hanno avuto il loro pezzo di marmo su di una strada di Trastevere. Ma non è stato facile. Il comitato degli «amici di Claudio Villa» aveva organizzato negli ultimi tempi manifestazioni, petizioni (ventimila le firme rac¬ colte), ottenendo un grosso successo tra i romani «veraci», ma senza riuscire a superare l'ostacolo maggiore: la de romana. La proposta di intestare una via di Trastevere al popolare cantante era stata portata in Consiglio comunale dal consigliere comunista Piero Salvagni. In Comune, l'idea era stata approvata quasi all'unanimità. E il «quasi» si riferisce proprio alla democrazia cristiana che, invece, si era opposta. In testa al partito del no, l'assessore Marco Ravaglioli, il genero di Giulio Andreotti. La sua tesi: esiste una legge del 1927 che stabilisce che «nessun monumento o lapide possa essere dedicato in luogo pubblico a persona che non sia deceduta prima di dieci anni». Solo il ministro dell'Interno può decidere una deroga «quando si tratta di persone benemerite». Una deroga che è sempre stata concessa senza alcun problema in questi anni. Per cui anche nel caso di Claudio Villa gli ostacoli sono stati facilmente superati. E la nutrita schiera dei fans del "reuccio" è stata accontentata. Così, i ventimila firmatari della petizione, il comitato «gli amici di Claudio Villa», i romani «veraci» che erano accorsi in massa ai suoi funerali, gli italiani che ascoltano il canale radiofonico dedicato esclusivamente a Claudio Villa, gli emigranti che nella lontana America continuano a commuoversi sulle note di «Binario», ora potranno aggiungere un pezzo in più alla loro collezione di cimeli del cantante di Trastevere. Una loro foto sotto la lapide di marmo dedicata a Claudio Villa. Flavia Amabile

Luoghi citati: America, Comune Di Roma, Roma