VERDI SOTTO LA TENDA di Armando Caruso
VERDI SOTTO LA TENDA MUSICA VERDI SOTTO LA TENDA Il Rigoletto diretto da Arena apre la stagione del Regio COM'è strana, affascinante e piena di contraddizioni la vita del teatro: al Palatenda, prima messo in dubbio, poi contestato, e, forse, alla fine riabilitato, pur tra spifferi di aria fredda, vampate di calore e un «rumore di fondo» che arriva dal traffico stradale intorno a Piazza d'Armi, si respira un'insolita atmosfera di serena operosità musicale. Sembra quasi che il ritardo iniziale delle prove di «Rigoletto» abbia giovato a cantanti e orchestra. Alle prove del terzo ed ultimo atto lil maestro Maurizio Arena, d'accordo con il direttore artistico Piero Rattalino ha adottato la partitura originale verdiana), fortunatamente tutto fila liscio, nonostante il drappo viola che avvolge il corpo inanimato di Gilda. L'unico, — per fortuna lieve — incidente è capitato proprio alla protagonista, che nello scivolare ormai morente, ha battuto la testa sul duro legno della passerella che porta alla casupola sul Mincio di Sparafucile. Che sia stata colpa proprio di quell'inopportuno viola? Il «Rigoletto», che il 14 novembre alle 20,30 dovrebbe inaugurare la tormentata stagione '89-90 (repliche 17, 19, 22, 26, 30, 3, 5, 7, 10 dicembre) del Regio — usiamo il condizionale nel timore che le pur corrette rivendicazioni sindacali finiscano col guastare la festa d'inaugurazione — si annuncia interessante, soprattutto per la validità del cast. Maurizio Arena sul podio; Luciana Serra, straordinaria Gilda («Non ricordo di aver mai diretto una cantante così intelligente, tecnicamente perfetta, musicalissima» ha osservato Arena); Dano Raffanti in gran forma vocale, dizione chiarissima, acuti sapientemente smorzati; John Rawnsley, voce calda, emissione corretta e intelligenza espressiva, che sotto l'attento controllo di Arena non si lascia andare a facili entusiasmi; Cinzia De Mola, Maddalena più contralto che mezzosoprano, ma efficace anche nella scena; Leonida Ber- gamonti, Sparafucile classico, protervo il giusto. Il regista è Lamberto Puggelli, scene e costumi sono di Luisa Spinatelli, coreografia di Georges Houbiers. Si prova e si riprova, ma Arena consiglia ai cantanti: «Sottovoce, non affaticatevi». Dall'orchestra si leva una prudente richiesta: «Maestro facciamo una pausa qui, si gela». La richiesta è esaudita. Ma com'è l'acustica al Palatenda? «Non è male, temevo peggio», risponde Arena e aggiunge: «questo leggero "alone" auditivo aiuta cantanti e strumentisti e non guasta il rapporto musicale. Vedremo però con il pubblico in sala. In ogni caso, il professor Righini ha fatto un bel lavoro». Maestro, lei è per la buona tradizione, per le partiture originali? «Certamente. Io amo molto Verdi e sono del parere che il rigorismo filologico abbia valore relativo se l'autore non è 0 non può essere d'accordo. Che valore ha una precisa filologia se i registi massacrano l'opera visiva, rendendo un pessimo servizio alla musica?». La cordialissima Serra, è in I gran forma: «Meglio il Palaten1 da, che chiudere il teatro a rinunciare alla stagione. Eppoi il teatro è tale perché a farlo sono gli artisti, qualunque sia il luogo. Con Arena sul podio siamo tranquilli, ha curato perfettamente il rapporto orchestracantanti tenendo conto delle diverse sonorità del Tenda». Luciana Serra, che cantò due anni fa «Rigoletto» in una serata memorabile a Parma («è stata un'esperienza unica. Da Parma sono stata letteralmente adottata»), pensa già al Metropolitan di New York, dove nella stagione '90-91 debutterà in «Rigoletto» e «Flauto magico», direttore Solti. «E' lui che mi ha voluto per una serie di "regine della notte" ed io non posso mancare. Ma intanto farò anche belle vacanze». Dove? «In montagna, dove l'aria è pulita e 1 silenzi sono infiniti». Armando Caruso Maurizio Arena dirige '■Risoletto» al Teatro Tenda del Regio
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