La Finmeccanica cerca partner europei di Roberto Ippolito

la Finmeccanica cerca partner europei L'amministratore delegato Fabiani ha illustrato alle Camere le nuove strategie del gruppo la Finmeccanica cerca partner europei Aeritalia verso la collaborazione con il consorzio Airbus ROMA. Qualcosa accade in cielo. Le alleanze fra le industrie aeronautiche si stanno evolvendo. E la Finmeccanica sta decidendo da che parte stare. La ricerca dei partner può essere imposta dai nuovi rapporti in via di definizione: da un lato c'è l'americana Boeing che sta intensificando la collaborazione con l'industria giapponese, dall'altro il consorzio europeo Airbus e la Me Donnei Douglas, l'altro colosso Usa, che potrebbero lavorare insieme. I giochi sono aperti, ma la Finmeccanica sembra guardare sempre più in direzione europea. Precisa l'amministratore delegato Fabiano Fabiani: «Il nostro gruppo ha rapporti positivi con tutti i protagonisti ma se questo scenario di tipo bipolare si avverasse sarebbe necessario fare una scelta che dovrà tener conto delle nostre specificità geografiche e tecnologiche». Fabiani ha posto il problema delle alleanze per il settore aeronautico nell'audizione tenuta ieri, con il presidente Giuseppe Glisenti, alla commissione bicamerale per le Partecipazioni statali che ha avviato un'indagine conoscitiva sull'internazionalizzazione delle imprese pubbliche. Fabiani ha anche annunciato l'intenzione di accresecere la presenza mondiale nella microelettronica, nel quale la finanziaria opera con la Sgs Thomson (controllata al 50%). L'obiettivo potrà essere raggiunto «anche attraverso accordi e acquisizioni», dopo che la Sgs Thomson ha rilevato dalla Thorn Emi l'Inmos (microprocessori) e dalla Siemens la Msc (circuiti a microonde). Nel settore aeronautico, la Finmeccanica opera invece con l'Aeritalia. I suoi tradizionali alleati sono i due gruppi americani per i quali l'Aeritalia ha costruito parti degli aerei più usati dall'aviazione civile. Ma la separazione tra Boeing e Me Donnei Douglas che si sta profilando potrebbe comportare una revisione delle vecchie intese. La possibilità di una collaborazione italiana con il consorzio europeo Airbus è già stata ventilata dopo che, a luglio, l'Alitalia ha ordinato l'Airbus A 321 per il rinnovo della flotta a medio raggio. Forse non è un caso che ieri Fabiani abbia messo l'accento sulle «specificità geografiche» da considerare per i futuri accordi. E per l'aeronautica militare, l'amministratore delegato della Finmeccanica ha fatto presente che «tutti i programmi ai quali partecipa l'Aeritalia sono internazionali e soprattutto europei». Fabiani (che risponderà fra una settimana alle domande dei parlamentari) ha poi fatto il punto sui rapporti internazionali della Finmeccanica nei vari campi in cui opera. In particolare per l'elettromeccanico (le centrali energetiche di cui si occupa l'Ansaldo), ha ricordato l'alleanza con l'Asea Brown Boveri. Per l'elettronica di difesa, in cui opera con la Selenia, Fabiani ha lamentato che l'industria italiana è «troppo frazionata e articolata, per di più con molte presenze estere». La Finmeccanica (sulla quale pende una richiesta della Cee di restituire i 600 miliardi ottenuti quando possedeva l'Alfa Romeo) ha poi sollecitato un chiarimento delle norme comunitarie sugli aiuti pubblici, da non confondere con i fondi che lo Stato concede nella sua qualità di azionista di imprese. «Occorre una azione decisa a tutti i livelli — ha insistito Fabiani — per il rincoscimento delle partecipazioni statali come un regime di proprietà compatibile con i trattati di Roma». Roberto Ippolito

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