Radiografia Cee per i boschi d'Europa di Fabio Galvano

Radiografia Cee per i boschi d'Europa Primo dossier: un albero su due è inquinato, malgrado qualche miglioramento nell'88 Radiografia Cee per i boschi d'Europa Diagnosi favorevole nel caso Italia, ma il paziente peggiora BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' la prima cartella clinica delle foreste europee: una mappa di puntini rossi e blu, più densa sulla Germania e sui Paesi del Nord e meno sull'Italia e sulla Francia, che illustra il degrado forestale nei dodici Paesi della Cee e che — contro ogni previsione — offre un bilancio meno drammatico di quanto suggeriscano con crescente allarme le immagini della tv. L'indagine, presentata ieri dalla Commissione Cee, ha messo a raffronto la situazione nel 1987 e nel 1988, rilevata per la prima volta secondo parametri identici e quindi con possibilità di paragone fra i Paesi della Comunità. Evita tuttavia di tirare conclusioni precise sui danni e sulle loro cause: si limita a constatare che «la vitalità delle foreste è nettamente ridotta in numerose regioni», sebbene fra i due anni presi in esame si sia registrato un marginale miglioramento. Su tutti gli alberi europei, attraverso la campionatura che ha guidato la ricerca, soltanto il 57,72 per cento risultavano nel 1988 completamente sani. Una leggera defoliazione, invece, colpiva il 29,42 per cento degli alberi, una moderata defoliazione l'I 1,39, una forte defoliazione l'I, 12, mentre lo 0,35 risultavano già morti. Rispetto all'anno precedente si registrava una riduzione (circa l'uno per cento) degli alberi completamente sani, ma aumentavano del tre per cento quelli colpiti leggermente e si riducevano quelli con danni moderati. E' abbastanza per far dire a Bruxelles che il depauperamento forestale, assurto a proporzioni sempre più allarmanti a partire dall'inizio degli Anni Ottanta, è grave ma può ancora essere arrestato. Occorrono una costante sorveglianza e l'aI dozione di metodi e tecniche di gestione forestale più approI piati; ma si rileva anche l'impei rativo di ridurre l'inquinamento atmosferico. Tutte cose che j si potranno fare, ora che si ha } un quadro reale della situazione. I danni maggiori risultano | in Germania e in Scozia, in Olanda e in alcune zone della Francia, della Grecia e della Spagna. Dell'Italia la parte più colpita è il Nord-Ovest. A fini statistici, dopo un attento esame di ogni specie, le foreste vengono suddivise secondo i tipi di piante: conifere e latifoglie; e, ancora, vengono raggruppati nella stessa classe gli alberi in buona salute e quelli con una leggera defoliazione. Risulta così che l'anno scorso erano il 90,3 per cento, nell'Europa comunitaria, gli alberi a foglia larga che superavano il test del degrado, con una stupenda punta massima del 99,2 per cento in Portogallo e minimi quasi tragici del 71,5 in Grecia, del 74,6 in Olanda, dell'80 in Gran Bretagna e dell'83,5 in Germania. L'Italia, in questa graduatoria, era abbastanza ben collocata: 94,4 per cento, anche se c'era un visibile peggioramento — ci batteva solo l'Olanda — rispetto al 96 per cento dell'anno precedente. Per quanto riguarda le conifere, la media comunitaria è più bassa: 84,5 per cento, con la solita isola felice del Portogallo (98,3) e un dietro per Danimarca e Gran Bretagna (rispettivamente il 79 e il 73 per cento, cui fanno da corollario i livelli più alti — 7 e 5 per cento — di forte defoliazione). Anche per le conifere l'Italia ha subito un peggioramento fra il 1987 e il 1988: il livello è infatti passato dal 95,1 al 93,8 per cento. Fabio Galvano