Tutto il mondo fa pressione su Aoun perché trovi un accordo con René Moawad

Beirut, bomba contro il presidente Tutto il mondo fa pressione su Aoun perché trovi un accordo con René Moawad Beirut, bomba contro il presidente Attentato, non rivendicato, in zona siriana BEIRUT. Tutti i Paesi impegnati nella ricerca di una soluzione per il dramma libanese, Stati Uniti in prima fila, stanno esercitando pressioni sul generale Aoun affinché incontri René Moawad, il neo-presidente del Libano, prima che la situazione precipiti. Fonti diplomatiche occidentali a Beirut temono infatti che la crisi di questi giorni possa sfociare in un bagno di sangue. Aoun, che resta padrone del palazzo presidenziale e continua a ritenere di essere il capo del solo governo legale del Libano, ha il controllo dei reparti dell'esercito e delle milizie del settore cristiano e può contare su armamenti che, a quanto sembra, includono missili del tipo «Frog». Ieri si verificato un episodio che avrebbe potuto innescare la miccia: un'auto carica di esplosivo è saltata in aria nel centro di Beirut Ovest, dove era atteso l'arrivo del nuovo presidente del Libano. L'attentato ha causato la morte di due persone e il ferimento di diciotto. L'attentato non è stato rivendicato. Sempre ieri, il capo del partito comunista libanese, George Hawi, ha minacciato di uccidere il generale Aoun che, rifiutando di riconoscere il presidente, ostacola il processo di pacificazione nel Libano. Lo ha dichiarato in un'intervista al giornale di partito «An Nida». Hawi, segretario generale del partito filosiriano, afferma che tra le file della sua milizia figura Soha Bishara, la donna che lo scorso anno tentò di uccidere il maggiore dell'esercito libanese Antoine Lahd. «Se Soha Bishara è riuscita a colpire il capo dei traditori nel Sud del Libano, è in grado di raggiungere anche il capo dei secessionisti e ammutinati di Beirut Est», ha detto riferendosi ad Aoun. Moawad, rispetto ad Aoun, è in posizione di privilegio: ha l'appoggio militare dei siriani e la solidarietà di praticamente tutto il mondo. Il Consiglio di Sicurezza dell'Orni ha salutato con soddisfazione la sua elezione; nella risoluzione approvata all'unanimità, il Consiglio esor¬ ta «tutti i settori del popolo libanese, Forze Armate comprese, ad appoggiare il loro Presidente». Moawad, eletto capo dello Stato domenica scorsa da un Parlamento che il giorno precedente era stato dichiarato decaduto da Aoun, non sembra per ora voler provocare una prova di forza con il generale. Tra l'altro, non ha reclamato di potersi installare nel palazzo presidenziale. Ma lunedì scorso, in una riunione degli ambasciatori dei Paesi della Cee a Beirut, è stata espressa forte inquietudine per la situazione creatasi. I presenti si sono detti a favore della possibilità di un faccia a faccia tra Moawad e Aoun, e il nuovo ambasciatore francese, René Ala, avrebbe anche proposto al generale un incontro del genere. Pressioni in tal senso verrebbero esercitate, attraverso l'Arabia Saudita, dagli Stati Uniti, altri ex alleati dei cristiani. Ma da Aoun sono finora arrivate risposte contraddittorie. L'ultima lo ha visto affermare, in una conferenza stampa tenuta martedì pomeriggio, che «io e i miei sostenitori siamo all'inizio di una rivoluzione» nazionalista. Il generale, indicato dal precedente Presidente della Repubblica come capo del governo fino alla nomina di un altro Presidente, vuole soprattutto che le forze siriane siano ritirate dalle regioni musulmane del Libano, perché ritiene che Damasco intenda annettere il Paese. Il neo Presidente si è per il momento trasferito in una zona controllata dai siriani per evitare di essere vittima di altri attentati; a quanto risulta, avrebbe già cominciato le consultazioni per la formazione del suo governo. Ieri circolavano voci secondo cui Moawad sarebbe orientato a confermare l'incarico di Primo ministro, che spetta a un sunnita, a Selim el Hoss. Il varo definitivo del governo del nuovo Presidente è atteso fra qualche giorno. Oggi dovrebbe ricevere gli ambasciatori e tra i primi in attesa figura anche quello italiano, Antonio Mancini. [Agi-Ansa)