E lo sfrattato ritrova una casa di M. Al.

E lo sfrattato ritrova una casa Conclusione a sorpresa del contrasto Comune-Iacp sul «caso-Bonura» E lo sfrattato ritrova una casa L'operaio andrà ad abitare nel rione Pavignano BIELLA. Svolta nel caso della famiglia di Settimio Bonura, sfrattata dalle case popolari perché non pagava l'affitto,: all'operaio e ai suoi congiunti è stato assegnato un nuovo alloggio dello Iacp, non più al Villaggio Lamarmora, ma a Pavignano. E il provvedimento ha suscitato una nuova ondata di polemiche. Dice l'assessore ai servizi sociali Gian Luca Susta: «Gli animi sono ancora caldi, e non vorrei gettare olio sul fuoco. E' evidente però che la vicenda è stata gestita male fin dall'inizio. Una volta messa in mezzo alla strada la famiglia con una donna invalida e tre figli tra cui una bambina di 9 anni, si è rivolta al Comune per trovare una sistemazione. Ih questo momento non abbiamo una disponibilità di alloggi per cui fin dai primi momenti avevo previsto che si sarebbe dovuto ricorrere agli appartamenti delle case popola¬ ri di Pavignano. E allora tanto valeva lasciarla dov'era». «E' una vicenda costata cara al Comune — aggiunge l'assessore alla casa Pier Giulio Piantedosi — considerato che i Bonura sono stati ospitati per una ventina di giorni in albergo. Senza contare le spese che ha affrontato lo stesso Iacp. Se si voleva "dare una lezione" per ricordare l'obbligo di tutti a pagare l'affitto, mi auguro sia servita. Comunque ora abbiamo trovato un'intesa con l'Istituto. Se si verificassero altri casi di morosità il problema verrà affrontato subito: alla seconda o terza rata non versata il presidente informerà il Comune che andrà a verificare se l'inquilino si trova in difficoltà economiche. Diversamente avvieremo subito le pratiche di legge per ottenere i pagamenti coatti del debito. Basta con gli sfratti». Ma la vicenda Bonura non era ancora risolta che una si¬ gnora di quarant'anni, M.F., sabato scorso si è presentata ai vigili urbani. ((Abitavo in via Palazzo di Giustizia e oggi mi hanno sfrattato — ha detto al piantone —. Non so dove andare». Aggiunge Piantedosi: «Trattandosi di una persona sola siamo riusciti a sistemarla a Oropa. Poi vedremo. Ma anche questa benedetta donna doveva aspettare proprio di avere il provvedimento esecutivo per rivolgersi al Comune?». Si sta invece ridimensionando l'episodio di via Scaglia, dove due giovani coniugi che abitavano in una vecchia casa all'angolo con via Italia martedì notte hanno dovuto abbandonare l'alloggio invaso dall'acqua. L'edificio, che in un primo tempo a seguito dell'intervento dei vigili del fuoco era stato giudicato pericolante, non avrebbe subito, invece, danni particolari. Tutto è accaduto verso le 23. Racconta ancora Piantedosi: «Stavamo uscendo dall'aula consiliare quando una pattuglia della polizia municipale ci ha avvisato della nuova emergenza. Ancora una volta abbiamo dovuto cercare una sistemazione per questa coppia. Ma come sempre gli alberghi della città erano pieni. Ci siamo rivolti anche al Comitato di quartiere per avere in uso provvisorio la loro sede. Poi tutto si è risolto e gli inquilini sono ospitati da alcuni parenti». Conclude l'assessore: «Ieri mattina i tecnici comunali hanno fatto un'accurata ispezione allo stabile che prossimamente dovrebbe essere acquistato dalla città. Il caseggiato è in cattivo stato perché da molto tempo non ha ricevuto più alcuna manutenzione, ma non è pericolante. Credo quindi che con qualche piccolo intervento la casa sia nuovamente abitabile». [m. al.]

Luoghi citati: Biella