In farmacia un doping che sfugge ai controlli di Gian Paolo Ormezzano

In farmacia un doping che sfugge ai controlli Medicinale che cura l'anemia da dialisi può essere acquistato in Svizzera dagli atleti per aumentare le prestazioni In farmacia un doping che sfugge ai controlli Aumenta i globuli rossi nel sangue, con gravi conseguenze per l'organismo E' disponibile a una quarantina di chilometri da Milano, presso la prima farmacia che si trova in terra elvetica, il nuovo fortissimo doping del sangue. Si chiama eritropoietina, è prodotto dalla Cilag svizzera su licenza svedese: la scatola di sei fiale per iniezioni, con il nome di Eprex, costo 812 franchi svizzeri, cioè 700.000 lire, è in vendita dal giugno scorso. L'eritropoietina è un ormone che stimola le cellule staminali, le spinge a trasformarsi in globuli rossi. Il sangue si arricchisce di questi globuli, trasportatori di ossigeno ai muscoli, come per un trapianto, cioè la sin troppo celebre autoemoperfusione, con cui l'atleta si mietta il sangue suo (o no?) messo da parte in vista della gara. Stessa irreperibilità di fronte al controllo antidoping. I vantaggi? Nessun prelievo dall'organismo, dunque nessuna necessità di ricostruzione del patrimonio sanguigno, estrema facilità di assunzione del prodotto, che sembra patire di due soli «limiti»: il costo e la necessità di essere sempre refrigerato. L'eritropoietina è in vendita anche negli Usa, in Svezia, in Giappone, nella Germania Occidentale. E' stata inventata per curare l'anemia da dialisi. I coalizzati molto spesso patiscono un'anemia perniciosa, hanno estremo bisogno di ripristinare globuli rossi. In Svizzera il farmaco viene distribuito negli ospedali, o venduto dietro prescrizione medica. La fiala è di 4000 unità, la cura in caso di anemia è di 50 unità per ogni chilo di peso corporale (dunque una fiala per una persona di 80 chili), tre volte la settimana per due settimane: esattamente la confezione in commercio. Le informazioni provengono dal dr. Bordoni della Farmacia Internazionale di Lugano. Di eritropoietina si parlava da due anni, nel mondo dello sport. Un giornale norvegese accusò il professor Francesco Conconi di usarla sui fondisti dello sci azzurro, colpevoli di battere gli scandinavi. Una foto ritraeva Conconi intento a praticare l'iniezione magica. Storie (false) del gennaio 1988. A febbraio, durante i Giochi di Calgary, un giornale della città canadese annunciò che il laboratorio di un ospedale locale aveva prodotto il farmaco, come già negli Usa, in Giappone e in Germania Occidentale: produzione «umana», dai reni. Da pochi mesi la produzione sintetica dell'eritropoietina è stata messa a punto in Svezia, dallo stesso dottor Ekblom che nel 1972 ci parlò, primo al mondo, di trapianto di sangue per dare una «frustata» a certi suoi malati, restii a pratiche dure di riabilitazione, e ci lasciò capire che la stessa «frustata» poteva essere utile agli atleti. In Svezia hanno già somministrato eritropoietina a maratoneti: prestazioni migliorate anche del 15 per 100. Ma ci sono le controindicazioni, gravissime. Ci ha detto Conconi: «Le altre cellule possono risultare sbilanciate, offese. I globuli bianchi ad esempio possono ridurre le loro capacità immunitarie, con gravi conseguenze per l'organismo». Secondo Conconi il metodo migliore per aumentare i globuli rossi consiste nell'andare in montagna: «L' autoemoperfusione è solo per casi estremi, per terapie. In alta quota lo stimolo, naturalissimo, è completo, riguarda anche i polmoni e altri organi». Il principe belga Alexandre De Merode, capo della commissione medica del Ciò di cui è presidente, ci ha detto: «Sappiamo del prodotto, della sua attuale irrintracciabilità nell'organismo. Lo stiamo studiando, e metteremo owia- mente a punto una difesa, se risulterà dannoso». De Merode crede negli strumenti scientifici dell'antidoping: «E' quasi pronto il laboratorio mobile del Ciò, presto dovrebbero cominciare i controlli a sorpresa, reciproci, voluti da Stati Uniti e Unione Sovietica». I dializzati anemici non hanno alternativa, assumono l'eritropoietina senza interrogarsi sui danni. Gli atleti o chi per essi dovrebbero pensarci molto su. A Lugano non è ancora cominciata la «corsa» degli atleti italiani o delle loro federazioni, come avvenne in un fresco passato per altri prodotti offerti dalla più agile o più tollerante farmacopea elvetica. Ma la grande paura, con quello che in casa nostra è accaduto e sta ancora accadendo — il caso della pesistica —, è legittima, anzi doverosa. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Alexandre De Merode, Bordoni, Conconi, De Merode, Ekblom, Francesco Conconi, Storie