Pentito sfugge agli 007 di Sica di F. Gr.

Pentito sfugge agli 007 di Sica 11 figlio di un boss catanese non è tornato in carcere dopo un permesso Pentito sfugge agli 007 di Sica Per 4 giorni ha vissuto in un appartamento a Roma controllato dagli agenti: poi è scomparso Il giovane è un personaggio «scomodo» per la mafia, si teme che sia già stato ucciso ROMA. Un giovanissimo mafioso catanese, pentito, è sfuggito alla custodia degli 007 di Sica e da un mese è uccel di bosco. Sebastiano Mazzeo, 20 anni, figlio del defunto boss Francesco, da alcuni mesi aveva iniziato a parlare. Trasferito nel super-carcere di Paliano, vicino Frosinone, riceveva spesso le visite dei magistrati che stanno ricostruendo la mappa della criminalità di Catania. Il 4 ottobre Sebastiano Mazzeo ha ottenuto un permessopremio di 10 giorni. Ma il 13 non ha fatto rientro in carcere. Ora le critiche si addensano sul capo dell'Alto commissario antimafia. Aldo Tortorella, ministro del governo ombra comunista, ha annunciato l'intenzione di chiedere spiegazioni in Parlamento. Anche il ministero dell'Interno se ne lava le mani. Fonti qualificate si limitano a dire: «La gestione dei pentiti è materia dell'Alto commissariato». E il sostituto procuratore Carmelo Petralia afferma: «Abbiamo chiesto informazioni a Sica sulla sua sparizione. Non abbiamo notizie dal 7 ottobre». «E' un detenuto come tanti, uscito dal carcere con il regolare permesso del giudice di sorveglianza e mai rientrato», spiegano all'Alto commissariato. Ma Sebastiano Mazzeo non è un semplice detenuto che ha preferito l'evasione. E' il figlio di un capomafia di Catania che aveva combattuto le guerre intestine della città e che poi ave¬ va impiantato la feroce «gang dei catanesi» che ha sparso il terrore a Torino per anni. Il padre di Sebastiano, Francesco, era stato riconosciuto colpevole di diversi omicidi, ferito gravemente in un attentato nel 1978 e poi assassinato in maniera plateale due anni fa dai killer delle cosche avversarie di Nitto Santapaola. I killer, travestiti da carabinieri, nel maggio 1978 si fecero aprire le porte della sua villa blindata alle porte di Catania, entrarono e spararono all'anziano boss immobilizzato su una sedia a rotelle. Il giovane Mazzeo rischia insomma di fare la fine del padre e potrebbe essere stato rapito dai suoi nemici. Oppure, visto che stava collaborando con i magistrati catanesi Carmelo Petrolia e Ugo Rossi, potrebbe essere diventato «scomodo» anche per la sua cosca. In ogni caso era una persona da protegge re. E infatti gli agenti dell'Alto commissario lo attendevano davanti al portone del carcere. Sembra che in tutto segreto lo abbiano portato in un appartamento del quartiere Prati. Qui hanno vissuto per quattro giorni, Mazzeo e le sue guardie del corpo, finché la sera di domenica otto ottobre il giovane mafioso non si è volatilizzato. E' fuggito o è stato rapito? Non si sa. Per il momento la Criminalpol e la Squadra mobile lo cercano in tutt'Italia. [f. gr.]

Persone citate: Aldo Tortorella, Carmelo Petralia, Santapaola, Sebastiano Mazzeo, Sica, Ugo Rossi

Luoghi citati: Catania, Frosinone, Italia, Paliano, Roma, Torino