Negro assassinato

Negro assassinato A colpi di mazza in testa all'uscita di una discoteca del Vicentino Negro assassinato Era un giovane del Ghana che lavorava in una conceria Giallo sul movente, la polizia esclude il delitto per rapina VICENZA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per ora è un giallo in piena regola: la testa spaccata con una mazza di legno, il corpo riverso sul ciglio della strada, in tasca il portafogli con 200 mila lire. Così hanno trovato ieri mattina a Marola di Torri di Quartesolo, a pochi chilometri da Vicenza, un giovane africano, Johnny Boateng, 32 anni, originario del Ghana. A qualche decina di metri dalla discoteca, il «Palladium», dove aveva passato, da solo, la serata. Moventi e colpevoli? Buio fitto. Nessun precedente con la giustizia, in regola con il permesso di soggiorno, il lavoro in una conceria fino ad un mese fa: la vita di immigrato di Johnny Boateng sembra un libro bianco. Almeno fino alle 8 e mezzo della sera di giovedì. Quando si presenta davanti al portone della discoteca, ritrovo abituale dei militari americani, soprattutto di colore, della vicina caserma Ederle. «E' arrivato da solo — racconta il titolare del «Palladium», Gianfranco Dolci —. Non l'avevamo mai visto prima. Aveva una tuta sportiva blu. Mi è rimasto impresso perché ci ha chiesto quando aprivamo. E ha aspettato fuori mezz'ora». Il giovane ghanese resta in discoteca fino all'una e mezzo, beve una Coca-Cola, di lui nessuno ricorda altro. Solo un americano che se lo trova di fronte all'uscita: «Ti aspettavo, fratello, ti aspettavo», gli dice a sorpresa Boateng. Quando alle tre se ne va anche il gestore del «Palladium», nel piazzale non c'è più nessuno. Su quello che succede dopo c'è così un buco di quattro ore. Fino alle 7 di mattina, quando un bidello che sta andando a scuola in auto vede tre grossi pezzi di legno sulla strada. Poco più avanti c'è un fagotto blu, vicino all'entrata di un cantiere. «Ho visto subito che era un nero, aveva i pugni chiusi sulla faccia — spiega Silvio Cavinato —. Sembrava dormisse. Aveva sangue sulla nuca, l'ho toccato con un piede, ma era così rigido...». Cominciano le indagini di polizia e carabinieri. L'arma del delitto è una mazza di legno, presa dal vicino cantiere. «L'hanno colpito con una forza impressionante — dice il capo della squadra mobile di Vicenza, Piernicola Silvis —. In tasca gli abbiamo trovato 3 mila lire, altre 200 mila erano nel portafogli. Così è esclusa la rapina». Una macchia di sangue viene trovata subito fuori della discoteca, l'altra vicino al cadavere: una prima bastonata, la fuga lungo la strada e poi il secondo colpo mortale? Intanto si scava nella storia di Johnny Boateng. Nato nella città di Kapong, risulta residente a Tema, sempre nel Ghana. O almeno lo era fino al gennaio '86. Quando arriva a Roma Fiumicino. Il permesso di soggiorno è a posto, arriva a Vicenza e trovo lavoro in una conceria di Altissimo, un Comune nella zona di Chiampo. Fino ad un mese e mezzo fa, poi si licenzia e va ad abitare con alcuni amici a Montecchio Maggiore. Adesso per gli inquirenti si tratta di rispondere ai molti dubbi rimasti aperti. La matrice razziale, un altro caso Jerry Maslo? «No, secondo noi non siamo di fronte ad un delitto di stampo razzista — spiega ancora Silvis —. Pensiamo più ad un fatto episodico. Insomma non vediamo nessuna premeditazione, chi ha ucciso ha usato una mazza trovata sul posto». E la frase rivolta da Boateng al militare Usa fuori dalla discoteca? Un possibile approccio omosessuale? Anche su questo è mistero: «Stiamo indagando». Certo l'impressione è che il giovane africano giovedì sera stesse aspettando qualcuno. Arriva prima dell'apertura del locale, esce quasi alla chiusura: poi quel «Ti stavo aspettando fratello», ancora senza un senso. Magari normale per un ubriaco, non certo per chi in cinque ore ha bevuto solo una Coca-Cola. Intanto democrazia proletaria ha presentato un'interrogazione al ministero degli Interni. Per sapere se l'omicidio del ghanese «possa essere ricondotto a motivi di razzismo o a tensioni interetniche» e per chiedere «il rispetto dei diritti dei lavoratori immigrati». Per la provincia di Vicenza è forse il primo vero caso di violenza sugli immigrati neri: una piccola pattuglia di circa 5 mila africani, spesso legati alla Caritas, divisi tra la vendita di accendini e orologi e il lavoro nelle concerie di Arzignano. Oltre ad un buon numero di prostitute sparse da Verona a Padova. Unico precedente le scritte razziste comparse sui muri della città prima di un comizio di Dacia Valent. Il vero problema per loro fino ad oggi sembrava essere la ricerca di una casa. Alessandro Mognon el Vicentino Johnny Boateng aveva 32 anni